Liguria, favorire la cultura del rispetto della donna

Liguria, favorire la cultura del rispetto della donna. Alice Salvatore (Mov5Stelle) ha presentato oggi in Consiglio regionale un’interrogazione, sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo, in cui ha chiesto alla giunta di promuovere interventi per «difendere la cultura del rispetto della dignità della donna e specifici progetti e interventi, anche rivolti a docenti e genitori, presso le istituzioni scolastiche per la diffusione di una cultura dei diritti umani e del rispetto dell’altro, con particolare riferimento alla prevenzione e al contrasto della violenza e al superamento degli stereotipi di genere».


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Il consigliere ha sottolineato la necessità di trattare questi temi sin dai primi anni di scuola, in modo da aumentare la consapevolezza e il rispetto per l’altro, scardinare luoghi comuni e l’insorgenza di forme d’odio prevenendo, così, comportamenti a rischio. «L’educazione al rispetto e la formazione specifica degli operatori che si occupano di queste tematiche rappresentano, accanto al monitoraggio, – ha concluso – un elemento fondamentale per la prevenzione della violenza di genere».

Per la giunta ha risposto l’assessore alla scuola Ilaria Cavo la quale ha fatto il punto sugli impegni normativi e finanziari assunti dalla Regione per il contrasto alla violenza di genere, interventi gestiti dalla Conferenza dei sindaci che vengono poi inviati ai centri antiviolenza. Lo scorso anno i finanziamenti sono stati di 175 mila euro, ripetuti anche quest’anno e integrati, grazie all’assestamento di bilancio e al reperimento di altri 100 mila euro. Cavo ha ricordato, fra l’altro, tutte le iniziative e gli incontri nelle scuole e nelle carceri «da cui è emersa la necessità di intervenire già a scuola, perché, le radici del fenomeno affondano sempre nell’infanzia e nell’adolescenza».

L’assessore ha annunciato che per il prossimo «è prevista un’azione combinata di politiche giovanili e di misure nelle scuole proprio su questa tematica» anche grazie a fondi regionali aggiuntivi, che saranno recuperati dai centri antiviolenza, i quali godranno di altri fondi nazionali. «Questa è un’attività che dobbiamo assolutamente mettere in campo. Grazie agli stimoli che abbiamo avuto dagli incontri fatti e dal dialogo avviato con le procure e in quest’aula – ha concluso – abbiamo tutti i tasselli che ci dicono che dobbiamo andare avanti in questa direzione».