Le belle note di Marco Betta chiudono la stagione autunnale dell’Opera Giocosa

di Laura Sergi – Ieri, domenica 11 dicembre, al teatro Chiabrera di Savona c’è stato l’ultimo evento della stagione autunnale dell’Opera Giocosa: ‘Notte per me luminosa’ di Marco Betta, scene liriche su personaggi dell’Orlando Furioso, libretto di Dario Oliveri (nella foto, alle prove).


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Un importante momento, non recepito dai melomani savonesi. ‘Pochi ma buoni!’, hanno urlato dalla platea. ‘Pochi ma buonissimi!’, ha risposto il direttore artistico, nonché presidente del nostro Teatro di Tradizione, Giovanni Di Stefano, prima di una breve prolusione che ha condiviso con Gustavo Malvezzi, docente di Drammaturgia musicale, nell’organigramma della Giocosa per il Progetto Scuole.
In mezzo ad alcuni elementi scenici che calano dall’alto (magari in maniera un po’ scontata), il Ludovico Ariosto di Tony Contartese, ormai prossimo a morire, cerca a fatica un rifugio fra le stanze di un palazzo, sul palco appena abbozzato. Nella confusione più completa, l’incontro con le figure che ha creato nel noto poema cavalleresco: Angelica, Medoro, Astolfo, Orlando.

Per Oliveri si trattava ‘non soltanto di uno spettacolo teatrale – o un lungo madrigale a più voci – sulla morte dell’Ariosto, ma anche un’opera sul mistero della creazione artistica e sul potere della letteratura; un’opera che si alimenta di altre opere…’, e non a caso ecco il titolo che attinge dal primo verso di un’Elegia di Sesto Properzio.

Un unico atto sotto la voce recitante di Contartese, che inizia stupendosi delle novità geografiche del momento (siamo alla fine del secolo XV) e giunge all’attimo sublime del trapasso: in questo squarcio temporale, accompagnato da note bellissime che segnalano con violenza la bufera nella mente dell’artista, egli vede materializzarsi quelle figure a lui tanto care, travolte da passioni e furori. Bellissimi i costumi di Mariangela Mazzeo (sue anche le scene), per quest’opera andata in scena in seconda rappresentazione assoluta, dopo la prima del 2 dicembre scorso a Modena, che ottempera alle richieste ministeriali di allestire titoli di autori contemporanei.

Un neo, e lo diciamo subito: forse le luci di Andrea Ricci avrebbero dovuto adagiarsi maggiormente alla musica, e scandire ogni attimo violento e cupo?

Ma, a superare questi limiti, intervengono i protagonisti, appropriate e valide voci in un momento comunque difficile: Francesca Tassinari (una straordinaria Angelica), Francesca Sartorato (Medoro e Astolfo), Ernesto Petti (Orlando e il pastore). Contartese fa loro compagnia solo alla fine, quando si possono compiere i miracoli, e anche l’Ariosto può cantare. L’attore ha già recitato per noi nel ‘Labbro della Lady’ di Carlo Galante, la scorsa stagione autunnale sempre al Chiabrera, nei panni del giornalista che va elaborando una storia sensazionale. Al suo fianco, proprio Tassinari fu ‘Petula’.

Sotto la regia di Italo Nunziata, a dirigere l’Ensemble da Camera del Teatro Comunale di Modena (tutti giovani e bravissimi) è stato il maestro Alessandro D’Agostini. L’opera è stata commissionata dal Teatro Comunale di Modena e dalla nostra Opera Giocosa in occasione dei 500 anni dalla prima edizione a stampa dell’Orlando Furioso. Il nuovo allestimento è coproduzione del Teatro di Modena, della Giocosa e dei Teatri di Piacenza.