Liguria, modifiche in materia di caccia; critiche dal M5S

Con 21 voti a favore (maggioranza di Centro destra e Pd) e 6 contrari (Mov5Stelle e Rete a sinistra)  è stata approvata dal Consiglio la proposta di legge “modifiche alla legge regionale 30 dicembre 2015 numero 29 (prime disposizioni per la semplificazione e la crescita  relative allo sviluppo economico, alla formazione e lavoro, al trasporto pubblico locale, alla materia ordinamentale, alla cultura, spettacolo, turismo, sanità, programmi regionali di intervento strategico (P.R.I.S), edilizia, protezione della fauna omeoterma e prelievo venatorio (collegato alla legge di stabilità), sottoscritto da Alessandro Piana, Franco Senarega, Giovanni De Paoli, Stefania Pucciarelli, Alessandro Puggioni, Angelo Vaccarezza, Andrea Costa, Lilli Lauro, Valter Giuseppe Ferrando e Juri Michelucci).

Il testo recepisce una parte dei rilievi formulati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri che ha stabilito l’impugnativa della legge relativamente a specifici punti inerenti l’attività venatoria. E’ stato, quindi, abrogato l’articolo relativo alla disciplina dell’addestramento  e allenamento di cani, che resta dunque da regolamentare con atto amministrativo. Viene abrogato anche quanto era disposto relativamente all’esercizio dell’attività venatoria in difformità rispetto all’opzione di caccia prescelta. Ogni cacciatore potrà, quindi, svolgere l’attività venatoria soltanto nella forma prescelta.
Sono stati respinti due emendamenti presentati da Marco De Ferrari (Movimento 5 Stelle).

Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini) ha puntualizzato che con questa proposta di legge si intende cogliere, in parte, i rilievi formulati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha stabilito l’impugnativa della legge. Si abroga quindi – ha chiarito – l’articolo relativo alla disciplina dell’addestramento dei cani e quanto concerne l’esercizio dell’attività venatoria «in difformità rispetto all’opzione di caccia prescelta». Il consigliere ha commentato: «Noi riteniamo che, recependo queste osservazioni del Governo, la Regione Liguria potrà chiedere allo stesso la rinuncia dell’impugnativa davanti alla Consulta per le parti di competenza».

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Piana ha, quindi, ribadito che è stato, invece, deciso di mantenere l’articolo relativo alla  vigilanza sull’attività venatoria, «che  – ha precisato – secondo noi non deve essere svolta soltanto dalla polizia provinciale ma anche da altri soggetti preposti, come i volontari, perché non esiste ancora una normativa che disponga tutto questo e anche perché le competenze da parte delle Province sul controllo dell’attività venatoria sono passate alle Regioni. Pertanto, il quadro normativo è ancora poco chiaro e crediamo che il Governo stesso debba porre dei chiarimenti in tal senso».

Il consigliere ha spiegato che è stato mantenuto anche  l’articolo relativo al recupero dell’animale selvatico ferito, «perché – ha puntualizzato –  noi riteniamo che umanamente sia corretto, anche il giorno successivo, che il cacciatore possa, accompagnato da una guardia venatoria, andare a cercare il selvatico con il fucile scarico nel fodero e quant’altro, per evitare ulteriore sofferenza all’animale, ma anche per evitare che questo diventi pericoloso per altri animali o soggetti umani o sia d’intralcio al traffico». Ha aggiunto:  «I selvatici  quando vengono feriti, soprattutto gli ungulati, vanno a cercare i corsi d’acqua. Immaginiamo che cosa succederebbe se un animale  andasse a morire in un corso d’acqua, in un pozzo o in un’altra fonte di questo genere».

Marco De Ferrari (Movimento 5 Stelle) ha lamentato il fatto che il Consiglio esamina l’ennesimo provvedimento regionale sulla caccia. «Il motivo di quest’ultimo  – ha puntualizzato – è un atto dovuto, conseguente a una richiesta di molteplici passi indietro da parte del Consiglio dei Ministri  rispetto a un provvedimento lampo, approvato a colpi di maggioranza neppure un anno fa». Rivolgendosi alla maggioranza, il consigliere ha continuato: «Dalla nostra parte vi avevamo lanciato già allarmi di incostituzionalità, presentando una precisa e mirata serie di emendamenti, tutti regolarmente respinti al mittente».

Secondo il consigliere sarebbe necessario che la Liguria prendesse definitivamente, come normativa regionale di riferimento, un testo stabile e proiettato alla piena applicazione della legge nazionale 157 del 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. De Ferrari ha aggiunto che anche il passaggio nella competente commissione è stato vano. In audizione – ha detto – sono stati segnalati  almeno due altri articoli da abrogare della legge 29/2015  In particolare l’articolo 92 – ha puntualizzato –  permette ancora di abbattere la fauna selvatica ferita nei giorni di silenzio venatorio e nelle aree protette, anche al di fuori dell’orario consentito. L’articolo 93 autorizza privati e cacciatori a svolgere una funzione di controllo non prevista a livello nazionale.

Il consigliere ha chiarito: «Dovrebbero esserci guardie pubbliche, non private, come il Corpo Forestale dello Stato, purtroppo annientato dalla legge Madia 124 del 2015 e dal recente decreto legislativo 177 del 2016 (verso il quale vi abbiamo chiesto – invano – di deliberare un’immediata sospensiva e una richiesta di ricorso alla Corte Costituzionale) o come la Polizia Provinciale, letteralmente allo sbando per effetto della legge Delrio 56/2014, con la finta abolizione delle Province, e della conseguente legge regionale 15 del 2015, sfociata in una sconveniente convenzione annuale che, oltre a essere a termine, neppure include i 24 agenti “superstiti” di 81 a poter esercitare il soccorso alla fauna selvatica».

Angelo Vaccarezza (Forza Italia)  ha preannunciato il voto favorevole ed ha posto l’accento sul ruolo del cacciatore una vera e propria “sentinella”, capace di vigilare affinché nulla venga deturpato: una figura che fa parte di storia e cultura. Il consigliere ha quindi invitato De Ferrari ad avere una maggior stima nei confronti del cacciatore al quale – ha detto – si deve dare la possibilità di cacciare come lo si è sempre fatto, non in modo antistorico, come invece indicano alcune leggi nazionali.

Valter Ferrando (Pd) ha annunciato voto favorevole al provvedimento e, replicando a De Ferrari, ha illustrato la funzione di controllo e di tutela esercitata sul territorio dai cacciatori, soprattutto in occasione della sempre crescente presenza di cinghiali, che danneggiano le coltivazioni e stanno diventano un fenomeno pericoloso anche per automobilisti e motociclisti nelle aree urbane.
Sul testo della proposta di legge si è espresso favorevolmente l’assessore all’agricoltura Stefano Mai.