Liguria, istituire consulta regionale interreligiosa e interculturale

Istituire anche in Liguria la Consulta regionale interreligiosa e interculturale sul modello di quella della Toscana (l’unica Regione ad averla approvata, mentre sono tanti i Comuni italiani ad aver adottato soluzioni simili). Gli obiettivi sono favorire il dialogo tra le diverse confessioni e contrastare l’intolleranza, il razzismo e gli estremismi che usano la fede per giustificare atti di violenza.


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Parte da questi presupposti la proposta di legge presentata dal Gruppo regionale del Partito Democratico ligure e firmata anche da Gianni Pastorino di Rete a Sinistra. Una pdl strutturata su tre articoli, che prevedono, prima di tutto, la composizione stessa della Consulta. A fare parte di quest’organo sono chiamati il Presidente della Regione o un suo delegato; tre consiglieri regionali, di cui almeno uno in rappresentanza delle minoranze consiliari; cinque rappresentanti della Chiesa cattolica, cinque delle altre Chiese cristiane, cinque rappresentanti delle Comunità ebraiche, cinque rappresentanti delle Comunità Islamiche; un rappresentante per ogni altra confessione religiosa; un rappresentante dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani; un rappresentante dell’Università degli Studi; il Direttore scolastico regionale. La partecipazione dei componenti alle riunioni della Consulta è gratuita.

Quest’organo, spiegano i promotori dell’iniziativa, promuove anche iniziative dedicate alla formazione di docenti e al coinvolgimento degli studenti e, quando richiesto, esprime un parere sulle iniziative messe in atto per favorire l’educazione interculturale e interreligiosa.
La Giunta regionale presenta alla Commissione consiliare competente, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione sulle iniziative svolta l’anno precedente. In poche parole «il compito della Consulta sarà quello di svolgere un lavoro sui grandi temi che toccano il vivere comune, sviluppare una conoscenza attenta e rigorosa di ciascuna tradizione religiosa e operare a sostegno dell’attività delle istituzioni per una politica che favorisca l’incontro e la pace delle culture e il rispetto delle differenze, attraverso l’integrazione».