Ospedale Unico Albenga / Pietra, Melgrati: “mia vecchia idea!”

Ospedale Unico Santa Corona-Santa Maria di Misericordia? Quale futuro per gli ospedali del ponente? Interviene Marco Melgrati per rivendicare “una mia vecchia idea” |

LETTERE&INTERVENTI – di Marco Melgrati (Forza Italia, Politica per Passione) – «Leggo oggi un articolo sui media del sindaco di Albenga che propugna l’unificazione degli Ospedali di Santa Corona-Santa Maria di Misericordia; sono felice che si copi una mia vecchia idea! Anche per me, già in tempi non sospetti, questo era il suggerimento che davo a chi deve “decidere” sulle sorti della sanità. Elezione e Chirurgia a bassa e media complessità ad Albenga, Emergenza Urgenza a Pietra Ligure, un unico ospedale in due plessi collaboranti, con il mantenimento del Dea di II livello; è certo che se vincerà il Si al referendum (ma non succederà!) le Regioni saranno spogliate della delega sulla Sanità… e allora saranno chiusure, tagli, lacrime e sangue per tutti…

Mai come oggi questi temi sono di attualità, con la deriva folle e tafazziana di alcuni primari di Savona che si vogliono tagliare gli attributi per far dispetto alla moglie (l’Ospedale di Santa Corona) chiedendo di togliere il secondo livello al Dea di Santa Corona, dimenticandosi che questo Ospedale serve non solo il Ponente della provincia di Savona, ma anche quella di Imperia, e contiene reparti e presidi salvavita come Emodinamica irrinunciabili in un territorio stretto e lungo come il nostro.

Ecco il testo del mio intervento del 14.10.2015 (e non era certo il primo), che riprendeva una mia Interrogazione Urgente in consiglio Regionale in data 09.10.2014 e un Comunicato stampa in data 14.03.2015; che voglio ricordare a chi memoria non ha, e oggi dall’opposizione cavalca temi che ben si guardava di cavalcare quando la Sua parte politica era maggioranza.

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A Cesare Quel che è di Cesare. Marco Melgrati, vicecoordinatore regionale di Forza Italia rivendica la primogenitura sull’idea dell’Ospedale unico del Ponente con l’unificazione funzionale e amministrativa dell’Ospedale “Santa Corona-Santa Maria di Misericordia”.

Melgrati: avevo presentato una Interrogazione Urgente in consiglio Regionale in data 09.10.2014 e un Comunicato stampa in data 14.03.2015.
Sono felice che l’attenzione di miei colleghi di partito ritorni sulla questione dell’accorpamento funzionale degli Ospedali di Santa Corona e Albenga. Diverso è quello era stato chiesto con forza dall’attuale capogruppo di Forza Italia, che il 6 marzo 2015 dichiarava: “Oggi come allora noi ripetiamo che l’unica salvezza della sanità della provincia di Savona è il ritorno di un’azienda ospedaliera del Santa Corona ampliata al Santa Maria di Misericordia“. Un’unica azienda ospedaliera del Ponente, dunque, che contenga tutte le eccellenze “che ieri c’erano e oggi non ci sono più; che mantenga lo status di Dea di II Livello, l’unico alternativo al San Martino del Ponente della nostra regione, e che così  maggiormente tuteli anche gli ospedali di Cairo e Savona”.

Credo che, al di là degli slogan sul ritorni di una azienda unica diversa da quella Asl 2 esistente, in un momento storico di pesanti tagli alla sanità a livello di Governo, e con il Presidente Toti che annuncia accorpamenti delle Asl (Savona con Imperia), sia difficile pensare ad una nuova Azienda per l’Ospedale del Ponente. Meglio pensare ad una riorganizzazione funzionale come avevo già ipotizzato presentando una interrogazione il 09.10.2014, alla quale l’ex assessore regionale Montaldo non aveva mai voluto rispondere, che preveda l’ospedale Unico del Ponente con il nome di “Santa Corona-Santa Maria di Misericordia” (Alassio, 14.10.2015).

Questo, come iniezione di fosforo per i più smemorati, il mio intervento di allora:

Ospedale Unico del Ponente: “Pietresi: non fatevi ingannare dai politici ciarlatani: per salvare il Dea occorre realizzare un unico Ospedale del Ponente”. Non cadete nella trappola della guerra dei campanili; “Ingauni: stanno trasformando il vostro Ospedale in un poliambulatorio, snaturandolo, con la connivenza di tutti”.
Melgrati (Forza Italia): Santa Corona e Albenga, centralino telefonico unico, due plessi un unico Ospedale, unica speranza per una sanità efficiente.

Lo dissi qualche tempo fa e ora lo ricordo con fervore: “dividi et impera!”. Con questo giochetto qualcuno sta indebolendo la Sanità del ponente. Forse anche proprio quelli che hanno dovuto votare e approvare loro malgrado la mozione di tutela del DEA e dell’assetto ospedaliero, hanno in animo una visione “Savona–centrica” oppure avevano stretto patti pre-elettorali indichiarabili, dove la merce di scambio era la connivenza sulle manovre ai danni di Santa Corona. Nonostante i propositi e gli impegni presi dal Consiglio Regionale, probabilmente ancora per 10 anni il Santa Corona, nella più favorevole delle ipotesi, resterà in questo stato e sarà esposto ancora a pericolosi trasferimenti di reparti verso Savona…! Non ci si può più fidare…Occorre pertanto pensare già fin d’oggi a come traghettare la Sanità del ponente fino a quella data senza cadere nella trappola che i compagni del PD ogni tanto ci ripropongono dell’Ospedale Unico… il loro chiodo fisso, emblematico della delirante smania di controllo dell’ufficio studi strategici del PD, dove si prevede, ovviamente, lo smantellamento del Santa Corona…a vantaggio del San Paolo di Savona per declassarlo e la trasformazione del S. Maria di Misericordia in un poliambulatorio-casa della salute o chissà cos’altro di indichiarabile… per snaturarne la funzione.

Occorre tutelare il DEA dalla subdola quanto pianificata opera di de-potenziamento progressivo e silente che avviene dal 2010 senza tregua. L’unica ipotesi praticabile che possa garantire la sopravvivenza dell’Ospedale Unico del Ponente è quella di proseguire nella strada della perfetta condivisione delle risorse e della fusione funzionale con la sede di Albenga, iniziata sulla carta ma in realtà mai implementata realmente, anzi, oserei dire osteggiata all’insegna del “divide et impera”. Non è di certo una novità un DEA organizzato sui due plessi come per esempio avviene a Cuneo con l’Ospedale di Santa Croce-Carle e in molti altri luoghi, una proposta che il collegio dei Primari di Pietra-Albenga già fece nel dicembre 2011 e che io riproposi ancora in diverse occasioni, ma che adesso è diventata impellente. Per poter proseguire su questa strada di integrazione e realizzare davvero un Unico presidio Ospedaliero del Ponente organizzato su due plessi, occorre che venga rivista la vocazione ad oggi assegnata ad Albenga, alla luce della fusione funzionale con il DEA.

Si dovrebbe iniziare con tutta la parte di Elezione e con la Chirurgia a media complessità. Già la Chirurgia di Elezione a bassa complessità è stata spostata ad Albenga e lo stesso dovrebbe avvenire anche per la media complessità, come svariate volte ho avuto modo di ricordare.
La relativa breve distanza tra Albenga e Pietra Ligure permetterà questa vera razionalizzazione delle funzioni. I reparti che a Pietra Ligure non sono in condizioni strutturali ottimali potrebbero essere trasferiti nella sede di Albenga, trovando posto negli spazi che potrebbero essere liberati da improprie funzioni territoriali ora svolte in ospedale, come avvenuto per il servizio di Medicina di Base, trasferito per risparmiare su un canone di affitto da Vadino e delocalizzato al piano terreno dell’ospedale. Come ho più volte denunciato la chirurgia di media complessità di elezione, cioè programmata, cioè non di urgenza, di Pietra Ligure deve essere spostata ad Albenga, riattivando il reparto chirurgico oggi trasformato in Week Surgery, ovviamente riattivando la reperibilità notturna del personale di sala operatoria, già soppressa nel 2012 per risparmiare un inezia (30.000 euro) pur di poter impunemente smantellare il reparto come è avvenuto. Questo potrebbe agevolare le prioritarie funzioni di emergenza del DEA sollevandolo da interventi chirurgici programmati.

Il Pronto Soccorso, visti i numeri di accessi annui e la normativa emanata con il decreto degli standard ospedalieri che ne legittima l’esistenza, dovrà essere riattivato visto che ad oggi il Punto di Primo Intervento opera esattamente come prima nelle funzioni di un P.S. effettivo. Una maldestra decisione della quale gli artefici si sono già sommessamente pentiti.

Seguendo il concetto sopra esposto di assegnare al plesso di Albenga le funzioni diverse dall’urgenza che saranno effettuate nel plesso di Pietra Ligure, il Pronto Soccorso potrà efficacemente svolgere il ruolo di filtro per tutte le patologie non urgenti.

Ma tutto ciò potrà essere realizzato, potenziando la sede di Albenga trasferendovi funzioni deve condividere con la sede pietrese, rappresentando con esso un unico Presidio del Ponente, e non trasferendovi, come avvenuto, i servizi territoriali del distretto come la medicina di base con i suoi ambulatori e la farmacia territoriale in procinto di trasferirsi.  Operazioni che sul piano della logica e della pianificazione sanitaria di logico e razionale non hanno nulla se non qualche modesto risparmio sulle locazioni cessate e che recano disagio ai cittadini per via del decentramento dalla città. Come mai il Sindaco di Albenga non dice nulla?

In tema di sprechi, visto che in questo periodo mi preme denunciarne di ogni tipo, sono infatti stati sprecati, per erroneo sotto-utilizzo, preziosi spazi che dovrebbero avere una funzione ospedaliera, trasformando e sotto-impiegando un ospedale come quello ingauno in una paradossale “casa della salute” di lusso…
Sarebbero quindi recuperabili i preziosi spazi al piano terreno ora assegnati alla medicina di base. I servizi territoriali, come previsto dalla normativa , dovrebbero trovare posto in una casa della salute che l’Amministrazione Comunale si è impegnata reiteratamente a realizzare. Oppure ai compagni ora non importa se l’Ospedale di Albenga perde le sue funzioni istituzionali e viene impropriamente utilizzato?

Basta metterci dentro qualcosa per salvare la faccia? Anche al quarto piano si potrebbero utilizzare spazi ora assegnati in eccesso sia al reparto privato GSL, il quale non li utilizza per assenza di convenzioni dalla Regione, che nel reparto di Fisiatria ampiamente sovradimensionato, ove peraltro neppure trovano posto degenze di riabilitazione che invece potrebbero tranquillamente esistere…

Quasi una mera organizzazione funzionale, di procedure e revisione dei compiti realizzabile fin da domani, questa necessaria opera di programmazione sanitaria del ponente, che potrebbe essere utile al Dea sia alla sede di Pietra che a quella di Albenga. Ma per realizzarla occorre che questa logica di razionalizzazione funzionale venga compresa dai pietresi come un opportunità per poter mettere al sicuro il Dea e non di smantellarlo. Ogni volta che se ne faceva cenno i politici pietresi non mancavano l’occasione per strumentalizzare la cosa fomentando il campanilismo e l’inimicizia verso Albenga, ponendosi essi stessi dalla parte del problema invece che da quella della soluzione.

Ho dato prova di assoluta trasversalità astenendomi sempre dai campanilismi e non ho mai esitato a difendere sia Pietra che Albenga proprio perché io lo considero un Dea unico del ponente, organizzato su due plessi, che intendo come patrimonio dell’intero ponente ligure. In questo momento occorre che il punto di vista sia quanto mai obiettivo e super partes, teso a tutelare gli interessi dei cittadini del ponente senza distinzioni: è uno dei miei obiettivi e queste mie valutazioni di programmazione, conseguenti al successo conseguito nella tutela del DEA con l’approvazione della mozione, ne sono la dimostrazione».

*Marco Melgrati (Forza Italia, Politica per Passione)