Credito, in un anno 50 milioni in meno agli artigiani liguri

Giancarlo Grasso

Ancora troppo chiusi i rubinetti del credito destinato all’artigianato ligure. Secondo quanto emerge dai dati Artigiancassa e Banca d’Italia, diffusi dall’Ufficio studi Confartigianato, al 31 marzo 2016 si parla di 1 miliardo e 59 milioni di euro erogato al settore, in calo del 4,5% rispetto ai valori registrati a marzo 2015. Numeri che significano 50 milioni di euro in meno per gli artigiani liguri. In Italia il calo è stato ancora più pesante (-6,1%) pari a oltre 2,8 miliardi di euro in meno su un totale di quasi 44. Le diminuzioni meno accentuate sono quelle di Molise con il -2,8%, Valle d’Aosta con il -3,1% e Friuli-Venezia Giulia (-3,2%). All’opposto, le riduzioni più marcate sono quelle registrate nelle Marche (-14,1%), Umbria (-12,4%) e Abruzzo (-8,6%).


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Si è ristretto anche lo stock di credito erogato al totale delle imprese liguri (quasi 19,6 miliardi di euro), anche se di un valore nettamente inferiore: -1,6%. A livello nazionale si parla di quasi 875 miliardi (-2,5%).

L’analisi per province mostra un netto calo dei prestiti nel territorio genovese (-5,2%, 496 milioni), seguito da quello savonese (-4,8%, 283 milioni) e spezzino (-4,6%, 132 milioni). La provincia di Imperia, 149 milioni di euro di stock di prestito all’artigianato, è l’unica delle quattro liguri a registrare un allentamento della morsa nel corso del trimestre compreso tra gennaio e marzo 2016: si passa infatti dal -3,6% registrato a dicembre 2015 al -1,5% di marzo di quest’anno.

«Una situazione che stenta ancora a ripartire – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – con segnali a macchia di leopardo sul territorio nazionale e ligure. Lo stock dei prestiti dell’artigianato diminuisce ancora in modo pesante, ma la Liguria è migliore rispetto al resto d’Italia ed è questo un timido segnale che le misure condivise con la Regione iniziano a produrre i primi effetti. Aspettiamo ora il bando sugli incentivi agli investimenti per cercare di dare una scossa al tessuto economico ligure e recuperare terreno: per le piccole imprese artigiane il denaro risulta ancora troppo scarso e, soprattutto in alcune province, troppo caro».

A questo proposito, è interessante osservare i dati sui tassi attivi effettivi sui finanziamenti. In Italia il tasso medio è del 4,82%, diminuito di 91 punti base in un anno. Per la Liguria è del 4,95%, con una diminuzione di 53 punti base rispetto a marzo 2015. Forti le differenze a livello territoriale: in generale, il costo del credito è più alto nelle regioni del Sud, con un picco in Calabria: 8,43% e un gap di 361 punti base rispetto alla media italiana. Ma si notano anche grandi differenze proprio a livello provinciale: in Liguria il dato più eclatante è quello di Genova, che non solo registra uno dei 22 minori tassi attivi d’Italia, 4,15%, ma anche un fortissimo calo del costo del denaro, pari a ben 222 punti base nell’ultimo anno. Molto diverse le altre tre province: a Savona il tasso medio applicato è del 5,63% (-41 punti base rispetto a marzo 2015). Più caro il denaro alla Spezia (6,14%, -93 punti base) e soprattutto a Imperia (6,66%, -31 punti base nell’ultimo anno).

«Ma Genova – conclude Grasso – potrebbe presentare dinamiche bancarie locali che vanno a incidere pesantemente sul dato finale».

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