Con Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero si è concluso il Festival teatrale di Borgio Verezzi

di Laura Sergi – L’ultimo spettacolo del 50° Festival di Verezzi è stato: ‘L’inquilina del piano di sopra’ di Pierre Chesnot, con Gaia De Laurentiis, Ugo Dighero e Laura Graziosi, sotto la regia di Stefano Artissunch, in prima nazionale.

Una scenografia piena di mille cose accatastate (a cura di Matteo Soltanto, realizzazione scene di Francesco Cappelli), lavorata molto in verticale, dove la distanza tra due balconi immaginari viene sapientemente sottolineata dal passo attento su una lunga (in realtà cortissima!) scala. Una quotidianità recitata in pochi metri quadrati e, dietro un pannello, un mondo: ora un bagno e ora uno sgabuzzino, sempre un corridoio.

Tanti rapporti finiti male per Sophie (De Laurentiis), di nuovo piombata nella disperazione che, nel giorno del suo 40° compleanno, decide anche il suo addio alla vita. Peccato che si distragga al telefono con l’amica Suzanne (Graziosi), e che ottenga il risultato di far inviperire il signor Bertrand (Dighero), perché l’acqua della vasca da bagno ha allagato l’appartamento sottostante. E così scopre che quest’uomo, scontroso professore universitario, inventore di pupazzi e meccanismi automatizzati, è nientepopodimeno che… celibe! E lei ha appena accettato la sfida che le ha suggerito l’amica!

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La vera sorpresa è l’attore Dighero, volto noto al pubblico quale maresciallo Vincenzo in ‘Ris – Delitti imperfetti’ e zio Giulio in ‘Un medico in famiglia’: pur avendo alle spalle un’intensa attività teatrale, ultimamente si è dedicato appunto al piccolo schermo. In questo ruolo di solitario scontroso è eccezionale: astuzia dipinta in volto mentre chiude il gas alla vicina, timoroso di un approccio quando si barrica in casa, sa calibrare sapientemente la cortesia formale per una conversazione telefonica conservando un occhio di riguardo per gli spostamenti della potenziale suicida! Formidabile nel finale, quando non riesce a formare il numero tre (i pargoletti in arrivo) con una mano sola…

De Laurentiis è bravissima, come sempre, in questo ruolo di ragazzina alla prima cotta, che esprime con agilità corporea tutta la sua soddisfazione: è scapolo, è libero, ci posso riuscire… O ancora quando si presta alle metamorfosi, nell’invito a cena, e si tuffa in mille interpretazioni.

La magia del teatro è sotto gli occhi di tutti, nella scena dell’amore: i due sono in piedi, ma al pubblico non pare. Hanno raccolto da terra un lenzuolo, reclinato un po’ la testa, e il messaggio che si vive è d’una prospettiva che ci venga incontro (foto di Nicolò Beardo).
Graziosi è l’amica in ferie, che ha in corso una relazione con un ‘gamberetto’ (lei è una ‘triglia’), e che si sta divertendo un mondo: ciononostante si tiene in contatto con l’amica, e può telefonare a Bertrand per dirgli che non c’è un minuto da perdere, c’è un nuovo suicidio in arrivo! Puntuale e spigliata, bravissima quando balla con la giacca di un uomo (a simulare il compagno)…
Traduzione di Maria Teresa Petruzzi, costumi di Marco Nateri, disegno luci di Giorgio Morgese, e fantocci di Giuseppe Cordivani.

Il 19 agosto lo spettacolo è stato però anticipato dalla premiazione per le tre migliori foto giunte al Concorso fotografico ‪#‎Verezzinfestival‬ 2016: primo classificato è lo scatto del borgese Walter Nesti (‘Si sveglia un nuovo giorno mentre il teatro dorme ancora’), unico presente fra il pubblico, attivo nelle molteplici promozioni della vita verezzina; secondo lo scatto di Roberta Rossi (‘Omaggio a Govi’); infine quello di Elisa Paradisi (‘Lanterna, scorcio sul palco-regia’).

Il sindaco Renato Dacquino, che si è complimentato con il vincitore, ha quindi dato appuntamento alla prossima estate, salutando il pubblico prima dell’avvio dell’ultima serata del Cinquantennale, e ricordando il caloroso abbraccio tributato a Enrico Rembado, lo scorso mercoledì, nella sala consiliare di Borgio (Rembado era il primo cittadino quando nacque il Festival, nel 1967).

Però cinquant’anni sono tanti, dice Dacquino, e a un certo punto c’è stato chi ha saputo trasportare la Rassegna oltre gli anni 2000 (non lo cita, ma il riferimento è al direttore artistico Stefano Delfino, e nella spiegazione del suo pensiero trova pure posto un applauso di solidarietà ai lavoratori della Piaggio, per le ben note difficoltà).
L’occasione per ringraziare Delfino ci sarà a fine serata, dietro l’input di De Laurentiis, che addirittura invita il pubblico presente ad alzarsi in piedi, per un caloroso ringraziamento al direttore artistico, quale colonna portante della Rassegna.