Carne di cane come cibo, presentato video sui Bok nal coreani; on. Brambilla: “Italia e UE si facciano sentire in occasione delle olimpiadi”

Il menù con i prezzi (pochi euro per la zuppa e l’insalata di carne), l’interno della cucina-macello di un ristorante, la squallida realtà di un allevamento in campagna, dove le galline razzolano libere e i cani vegetano in gabbia: tre istantanee dal video “Corea del Sud, l’orrore è servito”, che la World Dog Alliance ha girato sul consumo di carne di cane in Corea del Sud e che l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e portavoce per l’Italia della asiatica WDA (World Dog Alliance) ha presentato questa mattina, insieme con alcune iniziative di protesta.

Nei giorni scorsi, infatti, sono iniziati i “bok nal”, espressione con cui i coreani designano le giornate più calde dell’estate secondo il calendario lunare: quest’anno il primo giorno è caduto il 17 luglio, l’ultimo cadrà il 16 agosto. In tale periodo è usanza, diffusa specialmente tra gli anziani, consumare il “boshintang”, la zuppa di carne di cane che si ritiene rinfreschi e rinvigorisca il corpo. L’ossequio alla tradizione “costa la vita ad almeno un milione di cani l’anno (due, secondo altre stime), allevati in gabbie minuscole oppure catturati per strada, trasportati dai villaggi in condizioni spaventose, spesso torturati (alcuni pensano che la carne così diventi più tenera), uccisi a colpi di mazza o con scariche elettriche. Il tutto avviene in un Paese dove il 60 per cento della popolazione, soprattutto le persone di mezza età, ancora mangiano carne di cane, consumando complessivamente circa 5 milioni di animali l’anno”.

Un orrore sul quale l’on. Michela Vittoria Brambilla vuole “richiamare l’attenzione di tutti coloro che hanno a cuore il rispetto per la vita e per i diritti degli animali. Per chi volesse sostenere questa battaglia di civiltà è aperta la raccolta di firme sul sito www.nelcuore.org per chiedere al Governo Italiano, al Ministro degli Esteri e all’alto rappresentante Ue per la politica estera di sollecitare i governi di Cambogia, Cina, Laos, Corea del Sud, Thailandia e Vietnam perché si impegnino a porre fine all’uccisione di cani e gatti a scopo alimentare, per ottenere pellicce o altri sottoprodotti, e alla commercializzazione della carne o degli altri derivati da questa attività”.

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In aggiunta alla mobilitazione web, l’on. Michela Vittoria Brambilla si è fatta promotrice di un’interrogazione parlamentare che ipotizza il boicottaggio delle prossime Olimpiadi invernali, e chiede la fine dei Bok Nal, un’usanza tanto crudele e diffusa da far impallidire anche il festival cinese di Yulin.

La nuova interrogazione, rivolta dall’on. Brambilla al ministro degli Affari esteri, segue quella su Yulin, svolta alla Camera l’8 giugno scorso, e precede la mozione sul tema del commercio e del consumo della carne di cane in Asia che il gruppo di Forza Italia intende calendarizzare a settembre. “Il governo italiano e i partner europei – chiede l’on. Brambilla al governo – invitino le autorità della Corea del Sud a mettere fuori legge il consumo e il commercio di carne di cane e valutino l’opportunità, in caso di risposte insoddisfacenti o evasive, di boicottare le Olimpiadi invernali del 2018, assegnate alla provincia coreana di Pyeongcheang. Non possiamo – sottolinea – restare indifferenti di fronte a tanta barbarie. Il fatto che avvenga in un Paese lontano non ci autorizza a volgere lo sguardo altrove. Sappiamo che l’usanza di mangiar carne di cane, considerata con disgusto in Occidente, è fonte di imbarazzo per le autorità coreane, che nel 1988, quando i giochi olimpici estivi si svolsero a Seul, fecero il possibile per nascondere agli ospiti stranieri qualsiasi traccia del crudele business. Non molto è cambiato da allora. Il Comitato internazionale olimpico, senza approfondire una questione sollevata da associazioni protezionistiche di tutto il pianeta, ha affidato alla Corea del Sud il compito di organizzare le Olimpiadi invernali del 2018″.

“Da qui dobbiamo ripartire per chiedere innanzitutto al nostro governo, ma anche all’Unione europea e al Cio di esortare il governo coreano a mettere al bando il consumo e il commercio di carne di cane. Rispondendo alla mia interrogazione su Yulin – ricorda la parlamentare di FI – il governo si è perduto in vaghe promesse senza assumere alcun impegno specifico. Nulla di strano per un esecutivo che ha più volte dimostrato di essere insensibile ai diritti degli animali. Noi però non ci scoraggiamo e torniamo alla carica. Con l’interrogazione sui bok nal e con la mozione che consentirà a tutti i parlamentari, indipendentemente dallo schieramento, di sostenere questa battaglia. L’appuntamento olimpico, che richiama l’attenzione di tutto il mondo, è un’occasione da non perdere per far sentire, anche con forme clamorose di protesta, la nostra voce e soprattutto quella di milioni di animali che non possono parlare”.