Artigianato e turismo, la Liguria primeggia nel Nord

Giancarlo Grasso 2


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Sono ben 6.550 le microimprese liguri potenzialmente interessate dalla domanda turistica. Il 14,6% dell’artigianato totale della regione, una percentuale di circa un punto inferiore alla media nazionale (15,7%, 213.100 imprese artigiane totali), ma ben superiore alla media del Nord Ovest (12,8%) e del Nord Est (13,3%).

A dirlo sono gli ultimi dati Unioncamere-Movimprese (anno 2015) elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato. Secondo l’analisi, è il Sud che registra il maggior numero di imprese toccate dal flusso turistico. Non a caso le regioni che registrano i valori più alti sono Campania (21,3%) e Sicilia (21,1%). Alti anche i valori nelle Marche e in Toscana, rispettivamente 19,5% e 19,4%. Le regioni in cui l’artigianato è meno interessato dalla domanda turistica sono invece la Valle d’Aosta (10,1%) e Piemonte (11,8%).

Sono i trasporti a far registrare i numeri maggiori, con 1.837 piccole realtà artigiane liguri interessate, subito seguite dalle 1.480 dell’agroalimentare. Nel dettaglio, seguono le altre attività manifatturiere e di servizi (1.044), ristoranti e pizzerie (966 microimprese), abbigliamento e calzature (633), bar caffè e pasticcerie (512) e microimprese la cui attività è legata alla cultura e all’intrattenimento (76).

«La qualità delle nostre produzioni – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – non può che essere apprezzata dai turisti, soprattutto quelli stranieri, che vengono a visitare la nostra regione e che rappresentano quindi, per il made in Liguria, una fondamentale risorsa economica. Per questo è così importante promuovere cultura e turismo ligure anche in chiave di sviluppo economico. Un esempio su tutti, l’attività integrata in occasione del Campionato mondiale di pesto al mortaio, che vede proprio nella finale di oggi sfidarsi 100 concorrenti, ma che sta portando alle luci della ribalta il nostro artigianato con visite guidate di giornalisti, esposizione e degustazioni di prodotti».

Guardando il panorama provinciale, è il capoluogo a registrare il valore percentuale maggiore di imprese artigiane potenzialmente interessate dal turismo (15,5%), con 3.579 microimprese totali, di cui 1.261 del settore trasporti, 748 dell’agroalimentare, 537 ristoranti e pizzerie, 451 servizi e altre attività manifatturiere e 389 attive nell’abbigliamento e calzature. 180 sono bar, caffè o pasticcerie. Segue La Spezia, con una percentuale di artigianato coinvolto dal flusso turistico pari al 14,8% del totale, 801 micro e piccole imprese. Di queste, 193 sono agroalimentari, 166 attive nei trasporti, 136 sono ristoranti o pizzerie, 127 lavorano nei servizi e altre attività manifatturiere. 91 tra bar e pasticcerie, 73 nel settore dell’abbigliamento e calzature.

A Savona il 14,2% dell’artigianato è interessato dal turismo, pari a 1.323 microimprese, così distribuite: 324 nell’agroalimentare, 253 nei servizi e altro manifatturiero, 231 nei trasporti, 203 tra ristoranti e pizzerie. Seguono bar, caffè e pasticcerie (173) e abbigliamento (98). Infine, l’imperiese: qui circa l’11,9% dell’artigianato (pari a 847 microimprese) è interessato dal movimento turistico. Si tratta, in particolare, di 215 piccole realtà dell’agroalimentare, 213 di altro manifatturiero e servizi, 179 dei trasporti. E ancora 90 ristoranti e pizzerie, 73 attive nell’abbigliamento e 68 tra bar e pasticcerie.

«Siamo convinti – conclude Grasso – che gli assessori Edoardo Rixi (economia), Gianni Berrino (turismo) e Ilaria Cavo (cultura) condividano questa impostazione, indispensabile per promuovere la Liguria e le nostre imprese al meglio, in una logica di integrazione e rete».