Gli Ogm allo specchio fra timori e speranze: a Genova scienziati italiani a confronto

interrogativi

Una puntata di “Presa Diretta” condotta da Riccardo Iacona su Rai3 nello scorso febbraio dal titolo “Chi ha paura degli OGM?”, ha scatenato polemiche che ancora oggi fanno parlare il web: nonostante dell’argomento si discuta da decenni, gli organismi geneticamente modificati scatenano puntualmente infatti paure e attese. E l’argomento, “caldo” sempre più che mai, sarà oggetto di un confronto nazionale a Genova, con protagonisti di grande prestigio, venerdì 8 aprile, per iniziativa dell’associazione Amici del Festival della Scienza. Nel Salone del Consiglio della Camera di Commercio, in via Garibaldi 4, a partire dalle ore 15, la direttrice del mensile Altroconsumo, Rosanna Massarenti, modererà un serrato dibattito scientifico sul tema ”Gli Ogm allo specchio fra timori e speranze: pericolo per la salute e l’ambiente o salvezza dalla fame nel mondo?”, che vedrà scienziati e specialisti schierati da una parte e dall’altra della barricata.

A partire da Roberto Defez, ricercatore del Cnr di Napoli, sei audizioni parlamentari alle spalle in difesa degli Ogm e un’intensa attività scientifica in Italia e all’estero sullo stesso argomento. E poi Manuela Giovannetti, professore ordinario di Microbiologia Agraria presso
il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali e direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca Nutrafood–Nutraceutica e Alimentazione per la Salute dell’Università di Pisa, con incarichi in alcune delle più prestigiose università di tutto il mondo. Cinzia Scaffidi, vice presidente nazionale di Slow Food, direttrice del Premio per la Difesa della Biodiversità, coordinatrice del meeting Terra Madre, creatrice e direttore del Centro Studi dell’organizzazione e docente presso l’Università di Scienze Gastronomiche. Debora Piovan, laureata in Scienze agrarie, imprenditrice agricola e vice presidente di Confagricoltura Veneto. Fabio Riotta, responsabile economico di Coldiretti Liguria, specializzato fra l’altro nella preparazione di regolamenti comunitari, norme regionali e nazionali su agricoltura biologica, utilizzo di antiparassitari, rifiuti, tutela delle acque. Introdurrà il prof. Giancarlo Andrioli, presidente dell’associazione Amici del Festival della Scienza.

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Le posizioni fra i due fronti sono diversificate ma estremamente decise. «L’opinione pubblica ignora – spiega ad esempio il prof. Defez – che l’87% dei mangimi venduti in Italia contengono Ogm e che basterebbe prendere i prodotti dei principali consorzi di tutela italiani tipo Parmigiano reggiano, Grana padano, prosciutto di Parma San Daniele e altri per constatare come nessuno scriva in etichetta che sono esenti da utilizzo di mangimi Ogm. Non c’è nessuna disposizione europea che imponga l’etichettatura del prodotto finito, ma è invece ben presente e visibile sui sacchetti dei mangimi venduti: è questo un inganno verso il consumatore, perché se nel supermercato leggesse che praticamente tutti i prodotti esposti nei banchi frigo contengono Ogm si renderebbe conto che oggi non c’è davvero nessun pericolo e sparirebbero la paura, il pregiudizio, la diffidenza, perché capirebbe che sono 20 anni che ci alimentiamo con derivati dagli Ogm. Noi importiamo circa l’85% della soia che consumiamo ed è tutta Ogm e oltre il 40% del mais che utilizziamo in parte è anche questo Ogm».

Dunque una speranza concreta per sconfiggere la fame nel mondo? «Questa – è l’opinione di Cinzia Scaffidi – è la più debole delle argomentazioni. La fame nel mondo non è dovuta alla mancanza dell’ogm che resiste a determinate malattie, ma c’è perché mancano le riforme agrarie, perché la gente non ha accesso al mercato, non ha soldi, deve comprare il cibo se non ha la terra per coltivarselo…e a me non risulta che chi introduce gli ogm li regali. Si tratta di merci, prodotti come gli altri. Tutti gli studi di settore raccontano la stessa storia: le popolazioni hanno fame perché le terre fertili sono loro negate, sono state occupate dalle multinazionali per fare altro o i loro governi li affittano; o perché non ci sono leggi sulle proprietà terriere e loro non hanno accesso alla terra, o hanno la terra e non l’acqua. Se continui a bombardare un Paese o a portare via i maschi adulti per farne degli schiavi la ragione della fame è questa. Mi pare si calcoli che con un investimento di 30 milioni di dollari l’anno, più o meno un giorno di spese militari, in una generazione la fame si sconfiggerebbe. Senza modifiche genetiche ai cibi. Il discorso è politico, di scelte che i Paesi forti fanno, non di prodotti ogm che si immettono sul mercato».

Il 3 febbraio scorso, intanto, il Parlamento europeo ha approvato un documento che chiede alla Commissione Ue di non autorizzare l’immissione in commercio di alimenti e mangimi contenenti tre nuovi tipi di soia geneticamente modificata (FG72, MON 87708 x MON 89788 e MON 87705 x MON 89788 della Monsanto).
Mentre non si sono ancora placate le polemiche per la bufera che ha investito il prof. Federico Infascelli, docente ordinario di Nutrizione e alimentazione animale nel dipartimento di Veterinaria del Federico II di Napoli, accusato di aver falsificato i risultati di alcune ricerche sulla pericolosità di mangimi contenenti materie prime Ogm nell’alimentazione animale e nei prodotti che ne derivano, per dimostrare la pericolosità delle manipolazioni genetiche.