Futuro Ospedale San Giuseppe a Cairo Montenotte: il punto in Consiglio regionale

Punti interrogativiRegione Liguria. La questione del futuro dell’Ospedale San Giuseppe a Cairo Montenotte è stato al centro dei dibattiti nella seduta di questa mattina del Consiglio regionale.

Salvaguardare l’“Ospedale San Giuseppe” a Cairo Montenotte – Con 23 voti favorevoli (maggioranza di centro destra, Pd e Rete a Sinistra), e 6 astenuti (Mov5Stelle) è stata approvata la mozione presentata da Angelo Vaccarezza (FI) e sottoscritta da Luigi de Vincenzi (Pd), Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini) Andrea Costa (Gruppo misto-Ncd Area popolare) e Matteo Rosso (Fratelli d’Italia-An) che chiede alla giunta di salvaguardare la struttura complessa denominata “Ospedale San Giuseppe” di Cairo Montenotte, valutando anche la possibilità di classificarla come Ospedale di Area Disagiata. Vaccarezza ha rilevato che il territorio in cui si trova il polo sanitario è particolarmente accidentato e abitato da circa 42 mila persone con una forte incidenza di anziani.

«In questo contesto, l’ospedale “San Giuseppe” a Cairo Montenotte è l’unico presidio ospedaliero. Il Punto di Primo Intervento – ha aggiunto il consigliere – è dotato di risorse umane e tecnologiche capaci di garantire sia una risposta agli accessi di persone, che rientrano nella casistica trattabile nel presidio, sia la prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, ed è funzionalmente integrato con il Dipartimento Emergenza e Accettazione (DEA) di primo livello dell’ospedale San Paolo di Savona. La struttura garantisce funzioni ospedaliere di base e rappresenta un cardine nei percorsi di integrazione tra assistenza ospedaliera e assistenza distrettuale».

Advertisements

L’eventuale classificazione come Ospedale di Area Disagiata, (venti letti di medicina, una chirurgia elettiva con interventi in day surgery o eventualmente in week surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina, pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’emergenza ecc) permetterebbe alla struttura ospedaliera di assicurare i livelli di assistenza sanitaria indispensabili per il nostro territorio, con particolare riferimento alla gestione delle emergenze.

Classificazione dell’ospedale di Cairo Montenotte come ospedale di Area Disagiata – Con 16 voti contrari (maggioranza di centro destra) e 13 favorevoli (minoranza) è stata respinta la mozione presentata da Andrea Melis (Movimento 5 Stelle) e sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo, Alice Salvatore, Fabio Tosi, Francesco Battistini , Gabriele Pisani e Marco De Ferrari che impegna la Regione a classificare l’ospedale di Cairo Montenotte come ospedale di Area Disagiata, sulla base delle caratteristiche orografiche e strutturali che lo collocano tra quelli compresi in questa categoria, e a garantire, sia a livello di personale sia a livello di strumentazione medica-chirurgica, i livelli di professionalità e di assistenza sanitaria previsti dalla legge.

Nel documento si rileva che l’ospedale di Area Disagiata prevede la possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro Hub o Spoke più vicino, indagini laboratoristiche in pronto soccorso, un protocollo per i trasporti secondari dall’Ospedale di zona particolarmente disagiata al centro Spoke o Hub, la presenza di una emoteca e il personale deve essere assicurato a rotazione dall’ospedale Hub o Spoke più vicini. Secondo Melis il rispetto della “Clausola di invarianza finanziaria può essere garantito attraverso una razionalizzazione delle spese computate al bilancio della Regione.

No alla chiusura notturna del Primo Intervento dell’Ospedale di Cairo Montenotte – Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato da Luigi De Vincenzi (Pd) e sottoscritto dal collega di gruppo Giovanni Lunardon che chiede alla giunta di evitare la chiusura notturna del Punto di Primo Intervento dell’ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte. Nel documento si rileva Il consigliere che il 25 novembre 2015 è entrata in vigore la legge 161 del 2014 che darà piena applicazione alla direttiva europea 88 del 2003 sull’orario di riposo e di lavoro dei medici e del personale sanitario dipendente, imponendo un tetto massimo di attività di 48 ore settimanali con una sosta di 11 ore tra un turno e l’altro.

La norma diventerà operativa mentre vige il sostanziale blocco delle assunzioni – si legge nel testo – e nell’assenza di un rinnovo contrattuale, che riguardi anche le modalità di svolgimento delle attività sanitarie in termini di orari lavorativi. Su più organi d’informazione, negli ultimi giorni, si legge che il Punto di Primo Intervento rischia di essere penalizzato dall’entrata in vigore delle norme UE, con la conseguente possibile chiusura notturna a causa dell’organico insufficiente. Questa evenienza penalizzerebbe ulteriormente la comunità della Valbormida, già danneggiata dall’avvenuto declassamento del Pronto Soccorso a Punto di Primo Intervento.

IL DIBATTITO IN AULA SUI TRE PROVVEDIMENTI – Giovanni Lunardon (Pd) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo anche alla mozione presentata da Vaccarezza e quella di Melis: «Questa è una battaglia che i cittadini della Valbormida stanno combattendo dal 2012 e anche il Consiglio provinciale di Savona a suo tempo aveva votato un ordine del giorno che conteneva precisi impegni per un patto della salute in Valbormida. Siamo nelle condizioni di poter svoltare e questa deve essere una battaglia comune ». Lunardon ha dichiarato che ci sono le condizioni per riconoscere a Cairo l’ospedale di area disagiata e ha chiesto «un salto di qualità» trasformando il punto di primo soccorso in un pronto soccorso vero e proprio.

L’assessore alla sanità Sonia Viale, dopo avere sottolineato che l’assistenza sanitaria richiede comunque ospedali ben attrezzati ai casi più gravi e quindi in grado di salvare il paziente, si è impegnata «di fronte al Consiglio regionale per trovare la soluzione complessiva fra ospedale, territorio e emergenza nell’ambito di una riforma globale della sanità in Liguria, che vedrà trattati tutti i cittadini alla stessa maniera, senza privilegi». L’assessore ha ringraziato sia i consiglieri, che hanno presentato i tre provvedimenti, sia il comitato di cittadini e sindaci della zona che ha assistito, questa mattina, alla seduta riconoscendo i disagi che vive la vallata. Viale, quindi, ha ricordato che è in via di elaborazione la riforma della sanità in Liguria «che parte con metodo e ci sarà equilibrio nelle scelte con giustizia ed equità per tutti i cittadini liguri» e che dovrebbe essere presentata a giugno. Pur ammettendo il contesto difficile, a causa delle scarse risorse disponibili, l’assessore ha assicurato che nessun presidio sarà chiuso ma ha specificato che gli ospedali «non devono diventare grandi ambulatori, ma devono mantenere la propria identità» e ha rilevato che l’alta percentuale di anziani in Val Bormida richiede risposte anche in termini di medicina del territorio e cure per la cronicità, che non richiedono «l’ospedalizzazione ma l’intensificazione delle cure a domicilio e l’assistenza agli anziani su tanti fronti».

Angelo Vaccarezza (FI) dopo avere ribadito i disagi che da tempo subiscono gli abitanti della zona per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, si è rivolto ai consiglieri del Movimento 5Stelle chiedendo di mettere da parte divisioni e distinguo.

Lilli Lauro (Lista Giovanni Toti Liguria) ha ringraziato l’assessore «che ha risposto in modo trasparente, concreto e senza ipocrisie e ha messo ha fuoco il problema. Noi – ha aggiunto – ci facciamo garanti di un libro bianco sulla sanità sul quale l’assessore ha già aperto alle istanze del territorio».

Andrea Melis (Mov5Stelle) ha annunciato l’astensione alla mozione di Vaccarezza perché «non propone nulla di concreto e non dà una soluzione come fa la nostra».

Gianni Pastorino (Rete a sinistra) ha annunciato il voto favorevole ai tre provvedimenti perché «interi territori in passato sono stati privati di ospedali senza sostituirli con altri servizi. Occorre tutelare le persone di quella zona anche se mi domando con quali soldi, visto che i governi continuano a tagliare,secondo una logica che intende cancellare la sanità pubblica».

Raffaella Paita (Pd) ha annunciato il voto favorevole ai tre provvedimenti: «Le parole dell’assessore sono state vaghe e contengono un impegno generico. La mozione del Movimento5Stelle – ha spiegato – è stata più stringente rispetto a quella di Vaccarezza. Fra pochi mesi, dopo avere assunto un impegno forte in quest’aula, vogliamo vedere i risultati».

Francesco Battistini (Mov5Stelle) ha ribadito l’astensione sulla mozione di Vaccarezza ribadendo la necessità di un ospedale di area disagiata.