Albenga, polemica caso Selvaggio: fuochi incrociati tra Pd e consigliere Ciangherotti

Fulmini

Albenga. Si incendia ad Albenga la polemica tra il Pd e parte della minoranza, con in testa il consigliere di FI Eraldo Ciangherotti, che nei giorni scorsi ha creato scintille chiedendo chiarimenti sui rapporti esistenti tra Luca Selvaggio – finito in questi giorni nel mirino della magistratura che sta indagando per presunti reati di usura ed estorsione – e l’assessore Tullio Ghiglione.

«È veramente grave strumentalizzare vicende che nulla c’entrano con la politica per tentare di mettere in dubbio la trasparenza di consiglieri, assessori, e dello stesso sindaco», è l’ultima replica data oggi dal Partito democratici ingauno: «Come già detto dall’Assessore Ghiglione, l’incontro con il Sig. Luca Selvaggio è avvenuto all’interno di un normale contesto elettorale, senza che ciò comportasse alcun accordo o promessa elettorale. Peraltro, come già ricordato, il Sig. Selvaggio non poteva certo essere considerato un elettore e simpatizzante del PD. Ma, ovviamente, in quel caso, i suoi voti non avevano nulla di sconcertante, perché “servivano” alla causa di Forza Italia e Lega».

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«È il solito caso – prosegue la nota del Pd – dei due pesi e due misure che da sempre il Sig. Ciangherotti mette in atto: essere garantista in un’unica direzione (salvo poi continuare a professare l’innocenza di una persona condannata dopo tre gradi di giudizio) e cercare di spostare la questione da un piano squisitamente giudiziale a quello politico unicamente quando la questione riguarda suoi avversari. Sfidiamo il Sig. Ciangherotti a trovare un solo atto fatto da questa amministrazione che sia a vantaggio o che riguardi questioni di questo Signore. Gli risparmiamo la fatica, perché non troverà nulla».

Ma la polemica non si ferma. «Noi – stigmatizza la segreteria del Partito democratico – da Ciangherotti non accettiamo certamente insegnamenti morali. Perché il Sig. Ciangherotti ha ritenuto di non chiarire politicamente quanto apparso su Il Secolo XIX dell’8 febbraio 2015, sotto il titolo “Truffata da Ciangherotti – Cliente denuncia il dentista”? Forse perché ritiene che il reato allora contestato sia meno grave di quanto oggi viene addebitato al Sig. Selvaggio?  Forse perché ritiene che questo non attenga alla morale di un consigliere comunale? A quel tempo nessuno di questa maggioranza si era sognato di strumentalizzare la vicenda. Ma oggi, se lo stesso Ciangherotti intende discutere di trasparenza e onestà degli amministratori, non potrà certo esimersi di chiarire anche la sua posizione. Sulla vicenda di Selvaggio, il Sindaco e l’Assessore Ghiglione non hanno nulla da chiarire o da giustificarsi».

La puntualizzazioni del consigliere Eraldo Ciangherotti, chiamato direttamente in causa, non si sono fatte attendere. «È singolare e poco comprensibile la difesa d’ufficio del Partito Democratico di Albenga, evidentemente molto nervoso e irritato, davanti a una semplice richiesta di chiarezza e trasparenza da parte della minoranza. Quando abbiamo chiesto spiegazioni per una foto e per un saluto fraterno a un loro amico e sostenitore arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di estorsione e usura, i Democratici di Albenga rispondono con una meschina provocazione personale, peraltro rivolta solo al sottoscritto…sarò forse diventato il loro spauracchio?».
«Il Partito Democratico – prosegue il consigliere Ciangherotti – mette in piazza una mia vicenda professionale e personale, per distogliere l’attenzione dal loro grande imbarazzo. Inizio sgomberando subito il campo da ogni dubbio, per tornare poi a bomba al discorso vero e attuale. All’epoca, quando La Stampa e Il Secolo XIX strillarono l’ipotesi di truffa ai danni di una mia paziente sulla base di una velina uscita proprio da Palazzo Civico, ritenni opportuno non replicare a tanta meschinità contenuta in quell’articolo, perché, di fatto, nessuna autorità giudiziaria infatti mi ha mai contestato il reato di truffa. La vicenda che mi ha coinvolto come professionista riguardava una paziente che non mi aveva saldato la parcella, approfittando del mio altruismo. La signora è stata da tempo condannata con decreto ingiuntivo passato in giudicato a pagare al mio studio dentistico tutte le somme che alla paziente erano state richieste in pagamento. Si tratta pertanto di una questione civilistica di omesso pagamento di una prestazione di pagamento che l’autorità giudiziaria ha riconosciuto come irrevocabilmente dovuta. Nulla di più. Prima di parlare, dunque, il Partito Democratico di Albenga, composto per lo più da avvocati e legali di fama internazionale come Franco Vazio, Giorgio Cangiano ed Emanuela Guerra, si informi meglio. Ed eviti di fare figuracce penose».
«Mi stupisce inoltre che il PD, per coprire l’imbarazzo di un disastro amministrativo e di una cena di partito con una persona finita in carcere per usura – non certo la prima fotografia imbarazzante per loro sostenitori – strumentalizzi queste beghe da vicinato e tenti di puntare il dito, senza ricordare che, nell’archivio della sezione di Via Roma, c’è sempre un vip, il “Franchino international”, salito agli onori delle cronache per essere stato arrestato e tradotto in cella, con l’accusa di tentata estorsione, fino poi al proscioglimento con la caduta delle accuse. Ecco, siamo tutti garantisti, grazie al cielo, e non a corrente alternata: anche chi è stato arrestato può dimostrarsi innocente, in uno stato di diritto. Ma a noi interessa la parte amministrativa e quella politica: e non solo la minoranza, ma tutti i cittadini albenganesi hanno diritto ad avere chiarezza e trasparenza su una vicenda oscura ed eventuali legami con l’amministrazione», conclude la nota del consigliere di FI.

1 Commento

  1. Queste dichiarazioni sono così SQUALLIDE E MESCHINE che squalificano unicamente chi le pronuncia.
    E volete essere i moralisti che difendono Albenga ?
    Voi potete solo nascondere la testa nella sabbia coma fanno gli struzzi.
    VERGOGNATEVI !

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