SÌ al turismo e No alle Trivelle, Donnedamare: “Votate SI al referendum del 17 aprile”

TRIVELLE

«Al referendum del 17 aprile vota sì per fermare le trivelle»: questo è il messaggio lanciato da Legambiente e Donnedamare in occasione della fiera “Balnearia”, la fiera di settore che coinvolge migliaia di operatori balneari italiani, che si stanno impegnando per rilanciare un turismo e uno sviluppo sostenibile nel rispetto dell’ecosistema marino e dell’ambiente circostante per una crescita economica, turistica e culturale di qualità.

“L’ultima legge di stabilità – spiega Bettina Bolla, presidente di Donnedamare – ha introdotto una norma che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa di non avere più scadenze. Solo votando SÌ al Referendum del 17 Aprile sarà possibile abrogare tale norma, che rischia di distruggere l’ambiente marino e il turismo balneare ad esso collegato, provocando al contempo danni alle specie marine, impatti sulle attività di pesca e riduzione di biodiversità. L’attività di estrazione petrolifera – aggiunge Bolla – è senza dubbio incompatibile con il settore turistico e soprattutto con quello balneare costituito da 30.000 imprese ed oltre 1.000.000 di addetti, per questo abbiamo voluto unirci a Legambiente nella campagna informativa in vista del Referendum”.

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Sono oltre 122mila chilometri quadrati, per i quali vengono pagati canoni esigui (3,50 euro al Kmq) – spiegano gli ambientalisti – corrispondenti all’estensione di tutta Inghilterra, che potranno essere sottoposte ad attività di prospezione e ricerca attraverso indagini sismiche. Ricerche che saranno eseguite con la discussa tecnica dell’airgun il cui fortissimo rumore – ribadiscono sempre più studi scientifici – può provocare danni ed alterazioni comportamentali, talvolta letali, in specie marine assai diverse, in particolare per i cetacei, fino a chilometri di distanza. In tutti i casi finora censiti – raccolti ora in un dossier da Legambiente – gli studi hanno accertato la connessione tra lo spiaggiamento e le ricerche petrolifere attraverso airgun attive nell’area. Senza calcolare i danni economici alle attività di pesca.

Per Legambiente è importante votare sì perché:

1) il petrolio è una vecchia e inquinante fonte fossile. Tutto il petrolio presente sotto il mare italiano basterebbe al nostro Paese per sole 8 settimane, mentre già oggi produciamo più del 40% di energia da fonti rinnovabili.

2) Per salvaguardare la vera ricchezza del mare italiano: turismo, pesca e biodiversità. Negli ultimi anni nella Penisola è cresciuto il turismo verde, segno che gli italiani vogliono riscoprire le bellezze paesaggistiche del territori. Il patrimonio naturalistico delle nostre destinazioni balneari è la prima motivazione di visita per i turisti stranieri (muove il 30% dei turisti), ed è il secondo motivo di scelta, invece, (24,9%) dei turisti italiani. (Fonte Unioncamere 2013). Un patrimonio importantissimo per l’economia italiana e degli altri Paesi adriatici, il cui motore principale sono le bellezze naturali dei luoghi.

3) Per completare la realizzazione di un modello energetico pulito, rinnovabile, distribuito e democratico rispettando gli impegni che il nostro Governo ha preso alla COP21 di Parigi a fine 2015