Lunardon: ” Toti il lottizzatore metta giù le mani dai porti liguri”

«Toti il lottizzatore. Sembra il titolo di un film di serie B, ma Giovanni Lunardon Pdpurtroppo è l’amara realtà». Così sostiene Giovanni Lunardon, consigliere regionale Partito Democratico, che prosegue: «Nei suoi primo otto mesi di governo il presidente della Giunta ligure non ha fatto altro che sistemare in Regione una lunga teoria di persone accomunate soltanto dall’appartenenza al centrodestra. Adesso, il consigliere politico di Berlusconi, non pago di aver catapultato all’agenzia In Liguria Carlo Fidanza, bocciato alle ultime europee, la collaboratrice di Bornacin nel Parco dell’Aveto e non contento di aver infarcito di bagnini e segretarie di Emilio Fede gli assessorati, vorrebbe mettere le mani sui porti della Liguria. Le competenze e il merito tanto sbandierati nei primi giorni della legislatura sono un lontano ricordo, l’unico obiettivo del presidente pare essere quello di piazzare qualcuno dei suoi».

«I porti, però, sono un bene comune troppo prezioso per la nostra regione perché possano diventare patrimonio esclusivo di una parte con il solo scopo di trovare uno stipendio a qualche amico particolarmente fedele» aggiunge il consigliere Lunardon: «La portualità si è rivelata uno dei pochi settori che, in questi anni di crisi, è riuscito a crescere in Liguria nonostante le difficoltà congiunturali. E proprio ora che ci affacciamo verso una fase nuova, serve dare continuità ai buoni risultati ottenuti fino a questo momento. Portare indietro le lancette dell’orologio ai tempi della lottizzazione più sfrenata non serve a nulla. Toti, anche questa volta, si è mosso con la delicatezza dell’elefante in cristalleria, in un settore estremamente delicato che peraltro conosce poco, visto che non ha mai messo piede su una banchina che non fosse quella dei Navigli».

«Se Toti vuol fare il presidente della Liguria e non l’ultrà di Forza Italia apra un confronto con tutti gli operatori e le istituzioni del territorio, puntando sulla qualità e non solo su logiche di appartenenza», conclude Lunardon.

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