Export, il manifatturiero ligure verso la Turchia vale 68 milioni

Le esportazioni di manifatturiero ligure verso la Turchia valgono 68 Giancarlo Grasso 02milioni di euro (*). In base ai dati Istat e Unioncamere diffusi dall’Ufficio studi di Confartigianato, nella nostra regione l’export pesa per lo 0,25% sul valore aggiunto, un dato che la posiziona al 12esimo posto in Italia. Il volume delle esportazioni, relativo ai primi 9 mesi del 2015, risulta in calo dell’8,4% (era pari a 104 milioni tra quarto trimestre 2014 e terzo trimestre 2015).


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Dopo la Germania, l’Italia è il secondo Paese dell’Unione europea per volume di export totale verso la Turchia. Il manifatturiero esportato verso la nazione turca vale 6,4 miliardi (in crescita del 7%) e il rapporto sul valore aggiunto nazionale risulta pari allo 0,6%. In particolare, i soli settori ad alta concentrazione di micro e piccole imprese (**) – il 18% dell’export manifatturiero – registrano nei primi dieci mesi del 2015 un aumento tendenziale delle esportazioni verso la Turchia del 3,7%.

A trainare lo stivale sono soprattutto le regioni del Nord: Lombardia (1,9 miliardi di export manifatturiero totale), Piemonte (1,17 miliardi, che registra anche il rapporto più alto d’Italia tra export e valore aggiunto, pari a 1,39%, seguito da quello del Friuli Venezia Giulia, 1,07%) ed Emilia Romagna (circa 820 milioni di euro).

Nella fotografia provinciale Genova e Savona sono le due province liguri a registrare il maggior peso sull’intero export manifatturiero ligure verso la Turchia. Il capoluogo pesa per 33 milioni di euro (-20,5% nei primi 9 mesi del 2015) e il rapporto sul valore aggiunto è quasi in linea con quello regionale (0,24%). Nel savonese le esportazioni verso il Paese straniero valgono 26 milioni di euro (in crescita del 4,5%), ma il rapporto export/valore aggiunto è ben superiore a quello medio della Liguria: 0,49%. Infine, il peso dell’export manifatturiero imperiese e spezzino incide, rispettivamente, per 2 milioni (+20,6%) e 7 milioni di euro (+16,7%).

«Le instabilità e le sanzioni – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – danneggiano il nostro export verso alcuni Paesi, come la Turchia, in forte crescita e quindi buona opportunità di interscambio commerciale anche per le micro e piccole imprese che, come dimostrano i dati, stanno registrando un andamento positivo delle esportazioni. A maggior ragione sarà quindi fondamentale un’azione di forte sostegno all’internazionalizzazione delle nostre microimprese da parte dell’amministrazione regionale».

*i dati, anche provinciali, si intendono al netto di Coke e prodotti della raffinazione del petrolio. (**) i settori ad alta concentrazione di micro e piccole imprese sono i seguenti: C10 – Prodotti alimentari; C13 – Prodotti tessili; C14 – Art. di abbigliamento; C15 – Art. in pelle e simili; C16 – Legno e sughero, paglia ed intrecciati (escluso mobili); C18 – Prod. di stampa e riproduzione; C 25 – Prod. in metallo (escl. Macchine e attrezzature); C 31 – Mobili; C32 – Prodotti delle altre manifatture.