Caso Xylella fastidiosa, Vaccarezza: “necessaria proroga per passaporto verde”

A seguito della preoccupazione della diffusione in Europa Cirio Vaccarezzadell’organismo nocivo“xylella fastidiosa”, un batterio originario del continente americano, arrivato in Italia meridionale, la Commissione Europea ha esteso lo scorso maggio l’obbligo del passaporto per un elenco di piante considerate a rischio per permetterne la commercializzazione ai produttori europei.

“Le aziende che hanno un’autorizzazione vivaistica che contempla l’uso del passaporto – ha spiegato il Presidente del gruppo consiliare in Regione Liguria Angelo Vaccarezza – devono emetterlo per tutte le piante che sono presenti nella lista degli esemplari a rischio, il cui elenco, il 17 dicembre scorso, è stato ulteriormente ampliato, inserendo, tra l’altro, la lavanda e il rosmarino, piante che costituiscono un’ampia percentuale della produzione agricola ligure. Inoltre, le aziende ancora sfornite del passaporto, per commercializzare la produzione delle piante presenti nella lista (es. olivo) devono quanto prima regolarizzarsi per ottenerne l’uso.”

“Anche se ad oggi, in Liguria, la rete dei controlli ha sancito la salubrità delle nostre produzioni – ha sottolineato Vaccarezza – per il futuro occorrerà adeguarsi alla normativa europea”.

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“Considerato che – ha aggiunto il Capogruppo – della questione si è discusso, a Bruxelles, nell’ambito del Gruppo di lavoro tra i membri della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo che fanno parte del PPE e dopo aver appreso che l’Olanda, pur recependo immediatamente la decisione della Commissione UE, ha prorogato al 31 marzo la sua entrata in vigore, ritengo che una scelta simile anche per l’Italia sia di buon senso per consentire a tutte le aziende italiane e liguri di potersi adeguare. Per questo motivo ho deciso  di inviare insieme al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e all’Eurodeputato Alberto Cirio, che si è occupato in prima persona della questione pochi giorni fa, una lettera al Ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, per chiedere che l’Italia segua l’esempio olandese, evidenziando, al contempo, la necessità di convocare al più presto il Comitato nazionale fitosanitario, che  ha la competenza e l’autorità per decidere in merito alla proroga e di snellire la procedura di rilascio Italiano”.

“Tale vicenda rischia di diventare uno dei tanti casi emblematici di una burocrazia europea chiusa in sé stessa, insensibile ai reali problemi di chi lavora in questo o quel settore. Non è accettabile – ha concluso Vaccarezza – che le nostre imprese si trovino oggi costrette ad adeguarsi in tempi così brevi al passaporto verde, mentre altre Nazioni europee hanno prorogato i termini. Ma non mi stupirei del contrario, visto ciò che sta accadendo per tutte le eccellenze italiane”.