Grande blues per la serata finale di Live in Albenga

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di Alfredo Sgarlato – Si conclude la seconda edizione di Live in Albenga, manifestazione che ha soddisfatto la voglia di rock dei nostri concittadini con tre ottime serate all’insegna delle chitarre. E sono tre bravissimi chitarristi a chiudere il Festival: si inizia con l’alassino Mauro Vero, che esegue alcune composizioni proprie (niente cover band sul palco di Piazza San Domenico: massimo rispetto per ogni scelta artistica, ma chi scrive musica propria merita più attenzione, eppure trova molta più difficoltà a riceverla). Brani cantati e strumentali, dolcemente jazzati, in cui Vero mostra le sue sopraffine capacità di chitarrista, dotato di gusto e tecnica.

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Secondo set con un altro vincitore del Su la Testa Contest, Samuele Puppo. Diciassettenne, di Celle, Samuele sa già tenere la scena da veterano, è un ottimo chitarrista e un promettente autore di canzoni. Scrive ballate che spaziano tra rock americano, blues e folk; i paragoni sono sempre ingombranti, ma può ricordare Damien Rice. Un talento da tenere d’occhio.

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Quindi il presentatore Alberto “Il Cala” Calandriello ci spiega come il blues non sia nato sul Mississippi ma in Liguria, non per niente blues significa lamento, e che Robert Johnson era originario di Orco Feglino. E quale migliore prova della ligurità del blues del fatto che uno dei più bravi bluesman in circolazione, Paolo Bonfanti, sia di Sanpierdarena? Il bravissimo chitarrista, accompagnato da Alessandro Pelle alla batteria e Nicola Bruno al basso, esegue un set molto energico, molto rockettaro, che diverte grandi e piccini presenti. Spazia all’interno di una produzione ormai ventennale, cantando in inglese ma anche in genovese, dando più spazio ai brani veloci, anche se non mancano in pezzi strappacuore come lo strumentale “Slow blues for Bruno”, che ormai è un suo cavallo di battaglia.

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Il trio non si risparmia, suona quasi due ore, basso e batteria pestano che è un piacere mentre Bonfanti si produce in ottimi solo di chitarra. Un’altra serata di musica ad altissimo livello, chapeau per l’Associazione Zoo che, in questo periodo di ristrettezze, riesce a organizzare eventi di qualità. Il pubblico che ha riempito la piazza, come del resto nelle due serate precedenti, non vorrebbe più andarsene, e rimane a lungo a commentare lo spettacolo, e gli eventi delle serate precedenti. E, per amor di cronaca, ricordiamo che gli amanti delle chitarre, prima di andare a sentire Live in Albenga, avevano gustato lo swing manouche del Duo Musettes presso l’Osteria num. 6. E pi dicono che ad Albenga non si fa mai niente.

*Foto di Emiliano Bertoli e Alberto Calandriello