Caso bitume nel porto a Savona: interrogazione in Regione per chiedere un supplemento di indagine

“Sul bitume in porto a Savona riteniamo necessari ulteriori Palazzo Regione Liguria scritta  fp1 x00approfondimenti, data l’apprensione che la realizzazione dell’impianto ha creato nella cittadinanza, e proponiamo che la Regione promuova una Valutazione di Impatto Ambientale che aiuti a fugare ogni dubbio”. Lo propongono i Consiglieri del Partito Democratico in Regione Lunardon, De Vincenzi, Paita e Garibaldi che sull’argomento hanno presentato una mozione specifica, promossa anche dal Consigliere di Rete a Sinistra Gianni Pastorino, che verrà discussa nella prossima seduta del Consiglio Regionale il 4 e 5 agosto.


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Nella mozione si chiede alla Giunta Regionale di “attivare tutti gli strumenti necessari al fine di valutare i nuovi elementi di preoccupazione emersi in queste settimane e attivare un supplemento di istruttoria sul progetto, compresa la possibilità di assoggettare a procedura di Via Regionale il progetto medesimo, prima della conclusione dell’iter di autorizzazione, allo scopo di approfondire il reale impatto di tale progetto sull’ambiente marino e urbano, sul traffico cittadino, sulla salute dei cittadini e sulle attività turistico-ricettive e commerciali della città nel raggio di almeno 3 Km” e anche di “sospendere l’intesa Stato Regioni sul progetto nelle more degli approfondimenti tecnici richiesti”.

“L’impianto per lo stoccaggio del bitume in porto a Savona è un progetto controverso, che, pur avendo seguito una procedura corretta, ha creato molta apprensione in città per il possibile impatto ambientale – sottolineano i Consiglieri – Riteniamo perciò necessari ulteriori approfondimenti e per quanto ci riguarda indichiamo la VIA regionale come strada maestra da seguire. Chiediamo pertanto alla Giunta di sospendere l’intesa Stato-Regione in attesa di esperire un supplemento di indagine necessario a fugare ogni dubbio. Questa posizione, assolutamente in linea con quella assunta dal Comune di Savona che nell’ultimo Consiglio ha votato un documento in questo senso, ci sembra l’unica praticabile per ottenere un risultato concreto che è quello di garantire la massima tutela per l’ambiente e i cittadini. Al contrario esprimere un diniego senza indicare soluzioni che abbiano base giuridica e senza un approfondimento serio che abbia una solida base tecnica e scientifica serve a guadagnare titoli sui giornali ma rischia di trasformarsi in un autogol aprendo la strada ad un contenzioso in cui il proponente avrebbe il 100% di probabilità di vincere in giudizio”.