Cia: I danni da selvatici insostenibili per gli agricoltori liguri

Cia Liguria e Regione Liguria subito d’accordo sui danni da selvatici e


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ungulati per gli agricoltori liguri : la situazione non è più sostenibile.
Un punto di vista condiviso nel corso di un incontro svoltosi oggi nella sede di piazza De Ferrari dove il presidente regionale di Cia Liguria, Aldo Alberto, insieme al direttore regionale di Cia, Ivano Moscamora, hanno consegnato al neo assessore all’agricoltura, Stefano Mai, un documento dettagliato con dati, problemi da risolvere e proposte di soluzioni.

“La situazione di disagio e costante danno​​ che l’abnorme presenza di ungulati e selvatici determina all’agricoltura ligure, è ormai oltre ogni limite di tollerabilità – spiega il presidente di Cia Liguria, Aldo Alberto -. Una situazione già grave che ha visto nell’ultimo decennio una vera e propria escalation delle presenze e dei danni, che ha umiliato la volontà ferrea di tanti agricoltori ed abitanti delle aree interne , costantemente oggetto di incursioni di selvatici nelle proprie coltivazioni”.

“La problematica ha ormai travalicato i confini di qualche area regionale, divenendo problematicità per la stragrande maggioranza del territorio nazionale. Da qui l’iniziativa della Confederazione Italiana Agricoltori che ha promosso su tutto il territorio nazionale – a seguito di un ordine del giorno della direzione nazionale deliberato il 23 giugno – azioni di sensibilizzazione della politica e delle Istituzioni su questo ormai imprescindibile tema”.

“Già questa settimana in un incontro con il Ministro Martina su altri temi – ​annuncia l’assessore regionale all’agricoltura, Stefano Mai – farò presente in modo informale l’urgenza di questa situazione che è sicuramente condivisa da tante regioni. In Liguria dobbiamo cominciare a lavorare subito tutti insieme perché risolvere questo problema significa salvaguardare produzioni tipiche, posti di lavoro, capacità di attrarre nuove persone, soprattutto giovani, a lavorare nell’agricoltura.​Il nostro impegno deve essere quello di consentire sia all’imprenditore di poter lavorare in tranquillità sia al semplice coltivatore di mantenere le proprie produzioni. Vogliamo​ che i nostri figli possano continuare a mangiare la frutta e la verdura delle nostre coltivazioni. È evidente che​, a oggi,​ il nostro territorio ​abbia​ perso ​il proprio​ equilibrio​ ambientale​. Dobbiamo ​lavorare per ricrearlo”.

In Liguria in ogni provincia le diverse delegazioni di Cia sul territorio hanno consegnato oggi alle diverse Prefetture lo stesso documento consegnato all’assessore regionale.

“Chiediamo siano messe in atto azioni forti e perentorie volte a diminuire la pressione sul territorio di queste specie, al fine di garantire, in primo luogo, la realizzazione della propria attività di impresa agricola, con il pieno diritto a coltivare ed a raccogliere i frutti del proprio lavoro – prosegue Aldo Alberto -. Chiediamo una definizione di un piano straordinario di abbattimento per ridurre la pressione; maggiori controlli per contrastare eventuali ripopolamenti abusivi; la obbligatorietà del raggiungimento dei contingenti e rotazione delle zone di caccia; la definizione delle zone di rispetto assoluto dalla presenza del cinghiale ove si definiscono procedure di abbattimento e /o controllo durante l’intero anno”.

“Su queste priorità chiediamo alla politica, alle Istituzioni, alle associazioni venatorie ed ambientaliste di giungere a condividere prassi che mettano l’agricoltura al centro, dando seguito con i fatti, ad affermazioni che tante volte ascoltiamo ma alle quali non seguono comportamenti concreti. Ci vuole un piano operativo che deve prevedere obiettivi , tempi mezzi e risorse”.

Intervista assessore regionale all’agricoltura Stefano Mai

Intervista al presidente di Cia Liguria, Aldo Alberto