Teatro G. Chiabrera: una stagione all’insegna del rapporto con il grande cinema

Savona. Anche quest’anno la Stagione 2015/2016 del Teatro DeSio4Comunale G.Chiabrera viene presentata nel cuore dell’estate, una anteprima che si collega agli eventi estivi attraverso un filo conduttore comune, come ricorda l’Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili Elisa Di Padova: “La Stagione Teatrale 2015/16 mantiene e rafforza il legame che si è creato negli scorsi anni con il “Savona Screen Festival” estivo ponendo al centro della rassegna il rapporto, conflittuale e collaborativo, tra teatro e cinema, per una interessante contaminazione di generi e di pubblico. La nostra stagione rappresenta un esempio virtuoso nelle attività culturali all’interno di una pubblica amministrazione: a fronte di una diminuzione del potere di spesa nella passata stagione abbiamo mantenuto alto il rapporto tra posti venduti e posti in vendita, circa l’83%, con una presenza media complessiva di 500 spettatori a spettacolo”.

Prosegue l’Assessore Di Padova: “Tra le molte possibilità offerte dalla stagione stiamo studiando nuovi pacchetti per gli under 30 che prevedono 4 titoli alla cifra complessiva di 30 euro. Anche quest’anno il nostro programma diventa occasione di riflessione nel rapporto tra cinema e teatro. La presenza di protagonisti del cinema italiano e della produzione televisiva di qualità accanto ad attori dalla lunga esperienza teatrale garantisce, così, un programma che può raccogliere l’interesse di un pubblico ampio e diversificato”.

Il Direttore del Teatro Chiabrera Roberto Bosi illustra valori e contenuti della Stagione “Vengono portati sul palcoscenico allestimenti di testi e soggetti teatrali più noti al grande pubblico per aver dato origine ad importanti film lungo gli ultimi quaranta anni. È un’occasione rara e stimolante poter apprezzare, con il linguaggio proprio della scena, punti di contatto e/o di differenziazione tra le due forme espressive senza nessuna operazione di “sudditanza” o “museale” in quanto il lavoro di drammaturgia operato sui testi, alcuni assai datati per oggettive ragioni storiche, è riuscito a mantenerli vicino alla nostra sensibilità. Né si tratta di una “gara”, il cinema ha mezzi incomparabili, ma di un arricchimento, un altro punto di vista dato allo spettatore dalla presenza fisica, “reale”, emotiva dell’attore.

Advertisements

Si passa così dalla inquieta Berlino alla vigilia dell’avvento del nazismo di “Cabaret” (1972, Bob Fosse) con Giampiero Ingrassia quale “maestro di cerimonie” e Giulia Ottonello nel non facile confronto con le precedenti Sally Bowles all’interminabile lotta contro il proprio “doppio” de “I duellanti” (1977, Ridley Scott) di Conrad sullo sfondo delle guerre napoleoniche con Alessio Boni e Marcello Prayer, dalla rasoiante anatomia della fragilità dei rapporti di coppia dei “Tradimenti” di Pinter con Ambra Angiolini e Francesco Scianna alla sorprendente vitalità ed autoironia del mondo femminile degli “anta” di “Calendar Girls” capitanate da Angela Finocchiaro e Luciana Curino, dallo smascheramento del sogno americano di “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller con una maiuscola interpretazione di Elio De Capitani alla rivolta liberatoria contro l’autoritarismo di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (1975, Milos Forman), altra fortunata regia di Alessandro Gassmann e a quella, più ambigua di “Arancia meccanica” (1971, Stanley Kubrick) con la regia dell’emergente Gabriele Russo, mentre “Un’ora di tranquillità” testimonia, ancora una volta, il raffinato e divertente esprit della commedia francese affidato al sorriso ed al garbo di Massimo Ghini.

Se “Notturno di donna con ospiti”, scritto per il teatro, richiama volutamente, per atmosfere e citazioni, il cinema “horror” di qualità (“Shining”) con una superba Giuliana De Sio, involontaria moderna Medea, “Sarto per signora” è, invece, un classico del “sorriso” della tradizione francese del secondo Ottocento qui in una forsennata e sostenuta regia di Valerio Binasco con Emilio Solfrizzi mattatore. Ad un Vittorio Sgarbi “caravaggesco”, tra videoproiezioni e live electronics e Marco Paolini che, attraverso le parole di Jack London, ci racconta di cani e uomini, si affianca, infine, la ricreazione poetica ed originale del dramma dei profughi giuliani realizzata da Simone Cristicchi e la sentita testimonianza civile di lotta alla mafia che Sebastiano Lo Monaco e Mariangela D’Abbraccio offrono a partire da un libro di Pietro Grasso”.