Scuola, proteste contro la settimana breve: solidarietà agli studenti del Liceo Chiabrera e del Liceo Bruno

LETTERE&INTERVENTI (di Ugo Ghione, docente di fisica Penna letterapresso l’Istituto Boselli Alberti di Savona) – Come docente voglio esprimere la mia piena e totale solidarietà agli studenti del Liceo Chiabrera e del Liceo Bruno che protestano contro la settimana breve, un provvedimento che penalizza fortemente l’offerta didattica agli studenti.

Purtroppo la scuola è da sempre considerato uno dei settori su cui si può tagliare, ma i tagli che sono stati fatti dagli ultimi quattro governi stanno riducendo la scuola ad una situazione veramente insostenibile.

Nei giorni scorsi ho letto sui giornali come gli stessi ragazzi hanno fatto notare che sarebbe possibile risparmiare senza penalizzare la didattica. Possibile che ministri ed amministratori locali non ci arrivino anche loro? Per quanto riguarda il riscaldamento ci sono giorni in cui non si riesce ad avere 18°C e si spengono i termosifoni ed altri in cui superiamo abbondantemente i 25°C e invece li si tiene accesi, per non parlare di quando si tiene il riscaldamento acceso con la scuola praticamente vuota. Se un ragazzo fa più del 25% di assenze una norma dello stato prevede la sua bocciatura ma i tagli sulla scuola hanno ridotto ben più del 25% la sua offerta didattica.

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Fare lezione dalle tredici alle quattordici non è lo stesso che farla alle otto o alle nove di mattina, seguire lezioni per sei ore di fila è pesante, già alla quinta l’attenzione dei ragazzi è molto bassa e non può che essere così, figuriamoci quello che può essere il rendimento didattico di un quindicenne alla settima o all’ottava ora.

Si fa finta di non vedere e di non sapere ma in realtà le norme italiane ed europee prevedono che la validità degli anni scolastici di molti istituti venga annullata se non si raggiungono i 200 giorni di scuola o il monte ore annuo previsto dal piano didattico. Con la settimana corta non li fa più nessuno, è la matematica che lo dice, quest’anno nella mia scuola i giorni di attività scolastica sono stati 166, il monte ore annuale previsto è di 1056 ore, in una delle mie classi, le altre hanno valori analoghi, le ore svolte sono state 966, ne mancano 90 sono praticamente tre settimane.

In questa situazione noto che anche se in ritardo e con qualche incertezza la protesta comincia a farsi sentire: dopo lo sciopero del 5 maggio, che ha visto un’adesione di oltre l’ottanta per cento del personale scolastico, adesso si va verso il blocco degli scrutini con uno sciopero indetto praticamente da tutte le sigle sindacali. Sarà uno scioperò che creerà non pochi disagi agli stessi insegnanti ed è una decisione che per ogni docente sarà molto sofferta, ma è necessario riuscire a farsi sentire da un mondo di politici che troppo spesso sono sordi alle esigenze della scuola.

* Ugo Ghione – docente di fisica presso l’Istituto Boselli Alberti di Savona