Regionali, Toti è il nuovo Presidente; anche in Liguria il voto si dimezza al 50 %: 1 ligure su 2 ha disertato le urne

di Fabrizio Pinna – Elettori 1.357.540 – Votanti 688.014 (50,68%, Elezioni 2015cioè un -10 % rispetto alle precedenti elezioni): in una Liguria spaccata in due dall’astensionismo di massa – praticamente 1 ligure su due non è andato a votare – con 226.603 voti (il 34,44 %) Giovanni Toti è il nuovo Presidente della Regione. Nessun testa a testa come avevano prefigurato i sondaggi sino alle ultime settimane prima del voto di domenica, ma netto il distacco da Raffaella Paita che si è fermata a 183.191 voti (27, 84 %), seguita da vicino dalla candidata del M5S Alice Salvatore (163.433 voti, il 24,84 % dei votanti effettivi).

Uno scenario che vede quindi un parlamentino in sostanza tripolare che complicherà inevitabilmente la governabilità, in giochi di alleanze dirette e indirette che si delineano complessi, con conseguenze al momento non prevedibili. Tra i dati più rilevanti vi è sicuramente l’astensionismo di massa, per così dire, che accentua fortemente il trend già negativo degli ultimi anni e porta di conseguenza molto della “politica” ancora più all’esterno dei partiti – ovvero nei gruppi di pressione, di interesse, sindacali, associazionismo, eccetera – con maggiore distacco dei cittadini dall’istituto diretto di rappresentanza del consiglio regionale.

Gli altri aspetti significativi rispetto alle regionali del 2010 sono, con il tramonto del bipolarismo e la nuova frammentazione del sistema politico che segue sostanzialmente anche a livello locale l’andamento nazionale, l’affermazione del M5S – secondo partito, preceduto dal Pd e seguito dalla Lega -, la crisi del centrosinistra dovuta alla scissione interna del Partito democratico dopo le primarie, con una parte che si è spostata sull’asse della cosiddetta sinistra di alternativa ancora alla ricerca di una nuova identità (modesto il risultato di Rete a sinistra: 22.083 voti il 4,09 %; Pastorino ha agito da traino ma non ha raggiunto la soglia del 10 %, con un risultato probabilmente sotto le aspettative, al di là delle sue dichiarazioni di rito rilasciate a caldo).

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Nello schieramento vincente del centrodestra, anche qui secondo un trend nazionale decisamente marcato dal nuovo leader del carroccio Salvini, il dato significativo è invece lo spostamento netto nei rapporti di forza della coalizione a favore della Lega Nord, la quale ha superato il 20 % (109.203 voti, il 20,25 %; Forza Italia si è fermata a 68.283 voti, il 12,66 %).

In sostanza, l’esito delle urne ha confermato per la Liguria un paesaggio ancora in movimento e, dunque, poco definibile realisticamente nella sua tenuta futura in una più definita mappa, ma che ha comunque per ora cambiato il panorama politico ligure complessivo come si era delineato nell’ultimo decennio, rompendo vari equilibri sia a destra sia a sinistra. Come tutto questo potrà riflettersi – nel bene e/o nel male – sulla qualità ed efficacia dell’azione amministrativa dell’ente regionale nei prossimi anni rimane al momento un’incognita difficilmente decifrabile, condizionata nella sua evoluzione anche – lo si è visto bene durante tutta la campagna elettorale – da scelte tattiche e strategiche provenienti dalle segreterie nazionali dei vari partiti.

* Il riepilogo dei dati fornito dal sito del Ministero dell’Interno (http://elezioni.interno.it/)

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