“Per le antiche strade”: la Sicilia giunge a Savona sulle tracce di Carlo V

La Sicilia giunge a Savona sulle tracce di Carlo V, con molto amore e un libro affascinante, curioso, carico di suggestioni e notizie: “Per le antiche strade” dello studioso palermitano Salvatore Dalia, edito dal genovese De Ferrari.

L’appuntamento è fissato per sabato 30 maggio alle 17.00, alla Società Savonese di Storia Patria (piazza alla Maddalena 14), che organizza l’incontro insieme col Sodalizio Siculo-Savonese “Luigi Pirandello”. Dopo il saluto di benvenuto i due presidenti, Carmelo Prestipino ed Enzo Motta,intervisteranno l’autore. Conclude Sergio Buonadonna, autore della prefazione.

Chiarissimo il sottotitolo del libro: ”Da Idrisi a Carlo V, da Goethe alla Targa Florio. Guida storica alla Palermo-Messina Montagne”.
Fu infatti il famoso geografo arabo a disegnare mappe e percorsi di una Sicilia ancora tutta da esplorare cominciando quel viaggio che nel corso dei secoli avrebbe fatto dell’Isola una culla di civiltà, uno scrigno di conoscenze letterarie e scientifiche, un terreno d’incontro di religioni e filosofie della storia.

Advertisements

Tutto come in un flusso della memoria: arabi, normanni, svevi, spagnoli fino alle ammirate scoperte del sommo poeta tedesco e al più moderno rombare di motori lungo i tornanti delle Madonie che Carlo V e i molti re, mercanti, e ladri e puttane, fecero man mano che sconnesse pietraie diventavano vie di comunicazione: non comodissime ma comunque strade e ponti che hanno fatto la storia e che il libro racconta con dovizia di aneddoti, ricereche, scoperte d’arte e natura, memoria e ambiente.

Ma oggi sarebbe possibile ricreare le tappe delle antiche strade per obiettivi turistici o naturalistici? Sappiamo che a cavallo dalle Madonie si ripropongono itinerari medievali verso l’Etna con discreto successo, ma – abbiamo chiesto a Dalia – a piedi si può ipotizzare un percorso a lunghe tappe simile a quelli, gettonatissimi, che conducono a Santiago de Compostela?

«È difficile, ma non impossibile – risponde –. Oltre ai ponti esistono lunghi tratti delle trazzere regie che, in un modo o nell’altro, ricalcano i vecchi percorsi, come accade lungo le Madonie. Quanto resta di queste antiche strade si può percorrere a piedi e a cavallo, in parte in mountain bike. Ma occorrerebbe raccordare tra loro i tratti superstiti, ripristinando quelli scomparsi, creare la segnaletica e una rete di strutture di assistenza e di appoggio, sul modello, proprio, del Camino de Santiago; e, naturalmente, curare in modo costante la manutenzione, per evitare che tutto si perda nel giro di pochi anni, come spesso è accaduto con i sentieri-natura aperti, e poi abbandonati, all’interno dei parchi naturali delle Madonie e dell’Etna».