Farmaci on-line, Rixi e Rosso: “Una black list per difendere la salute pubblica, soprattutto dei più giovani”

«È inaccettabile che un minorenne o in generale un qualsiasi cittadino Matteo Rossopossa acquistare on line farmaci senza una prescrizione medica che tenga conto del quadro clinico del singolo paziente. L’ultimo fatto di cronaca che riguarda una ragazzina di 17 anni – ridotta in fin di vita – che insieme al fidanzato si è procurata e poi ha assunto il Cytotec, farmaco per l’ulcera che se preso in dose massicce può provocare l’aborto, non può lasciarci indifferenti. Pertanto presenteremo, nel prossimo consiglio regionale, un ordine del giorno per chiedere l’attivazione da parte dell’assessore alla Salute e alla Sicurezza di un tavolo di monitoraggio, di concerto con la Polizia Postale, dei siti che propongono la vendita online di farmaci, in particolare abortivi, e la redazione di una black list dei venditori virtuali». Così annunciano i consiglieri regionali Edoardo Rixi (Lega) e Matteo Rosso (FI) che lanciano l’allarme in merito ai pericoli di salute pubblica che derivano dall’acquisto su internet dei farmaci.


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«Quanto avvenuto ai due ragazzi genovesi ci deve far riflettere molto – dicono Rixi e Rosso – il fatto, in qualche maniera, certifica il fallimento della politica di prevenzione all’aborto, che invece la legge 194 sancisce in maniera chiara e netta. Ma l’aver fatto ricorso a dei farmaci acquistati sul web, rispetto ai quali non vi erano delle indicazioni precise, perché è stato acquistato un farmaco indicato per l’ulcera ma che nella ricerca sul web svolta dai due giovani veniva associato alla parola aborto e interruzione di gravidanza. Farmaco tra l’altro assunto in massicce quantità dalla ragazza perché è ovvio che la prescrizione dello stesso doveva essere del medico e non della minorenne: questo la dice lunga sulla gravità di questo episodio che probabilmente non è un caso isolato. C’è quindi la necessità di occuparsi di questo tema, della pericolosità che l’acquisto di farmaci sul web rappresenta e della esigenza reale di intervenire al più presto affinché episodi di questa portata siano evitati. Non è pensabile che si possa accedere facilmente a medicinali che possono mettere così a rischio la vita delle persone per poca chiarezza nell’informativa e classificazione degli stessi. Inaccettabile che nel 2015 una giovane ragazza debba ricorrere a questo tipo di percorso in caso di gravidanza non voluta, la Regione deve investire maggiormente nei consultori e nei centri di aiuto per la vita affinché donne in queste situazioni non si sentano sole e abbandonate al proprio destino».