Valentina ha cinquant’anni

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di Alfredo Sgarlato – Cinquant’anni fa appariva sulle pagine di Linus un personaggio che avrebbe rivoluzionato la storia del fumetto. Si chiamava Valentina e in realtà nasceva come comprimaria, moglie del critico d’arte dotato di super poteri Philip Rembrandt alias Neutron. Ma ben presto, dopo un paio di episodi, diventò protagonista assoluta.

L’autore, Guido Crepas in arte Crepax, ci dice di lei che di cognome fa Rosselli, è una fotografa, è nata il 25 dicembre 1942 a Milano dove abita in via De Amicis 45 (vero indirizzo di Crepax), è alta un metro e settantadue (troppo), è orfana, ha sofferto di anoressia, e in una storia del 1977 insinua che suo nonno, un misterioso marinaio, possa essere Corto Maltese. Segno distintivo i capelli a caschetto, presi all’attrice Louise Brooks – ma anche alla vera moglie di Crepax, Luisa – che poi il fratello di Crepax, discografico, imporrà anche a Caterina Caselli.

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Valentina diventa subito un’icona del fumetto d’autore, e le sue storie, rilette oggi, appaiono persino più sconvolgenti di allora. Il taglio antinarrativo e onirico delle vicende; lo sfrenato eros, spesso molto perverso e sadomaso; le citazioni continue, coltissime oppure molto pop, il postmoderno nasceva allora; i riferimenti ingenui alla psicoanalisi (ahinoi, psicoanalisi reale e sua interpretazione letteraria e cinematografica sono ben diverse…). Colpisce soprattutto l’antifascismo militante, impensabile in quest’epoca in cui è imposto di non offendere nessuno (salvo poi insultare tutti).

Valentina, caso raro se non unico tra gli eroi di carta, invecchia nel corso delle storie. La spregiudicata fotografa è stata portata al cinema nel buffo horror psichedelico “Baba Yaga”, con Michele Mirabella e Franco Battiato nel ruolo di un santone, interpretata da tale Isabelle De Funès, e poi nella mediocre serie TV con la modella Demetra Hampton, serie che si ricorda solo per l’esordio di Sabrina Ferilli, ed è frutto di un immaginario più vicino a Tinto Brass che a Crepax. L’autore dopo di lei disegnerà molti altri personaggi femminili, tra cui Bianca, stavolta coi capelli lunghissimi, Anita, o quelle tratte dai classici della letteratura erotica, Justine, “O”, la Venere in pelliccia che amò Sacher Masoch.

Valentina-di-CrepaxCrepax era milanese, classe 1933, figlio di un violoncellista, e infatti violoncelli e amanti violoncellisti tornano spesso nei suoi racconti. Iniziò come illustratore per la rivista “Tempo Medico”, poi come autore di copertine di dischi, jazz soprattutto ma anche beat e pop. In questo campo il suo capolavoro è la splendida copertina per l’album “Nuda”, del gruppo prog genovese Garybaldi (e, en passant, salutiamo quel grande uomo e musicista che è stato il loro chitarrista Bambi Fossati). Amava i classici del fumetto americani, ma stimava profondamente Andrea Pazienza e Tanino Liberatore. Veniva lodato per la sua bravura nel disegnare i nudi, specialmente i sederi, ma lui ribatteva che quella è la parte più facile da ritrarre, il difficile sono le orecchie.

Garybaldi-1972-Nuda-1-1024x329Un autore davvero unico, col suo ritmo jazz, la capacità di fondere gli stili, il suo essere colto e leggero, perverso e innocente. Non che oggi manchino fumettisti di talento, per esempio Tuono Pettinato o Nicolò Pellizzon mi sembrano validi, ma come tutto nell’Italia di oggi sono troppo appiattiti sulla biografia e sul realismo. Per fortuna gli eroi dei fumetti sono immortali e possono essere ristampati.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato

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