Liguria: approvata finanziaria 2015 e disposizioni bilancio

Il Consiglio regionale ha approvato con 21 voti favorevoli (maggioranza) e Palazzo Regione Liguria scritta  fp1 x003 contrari (Morgillo di FI, Barbero del Gruppo misto e Siri di Liste civiche per Biasotti presidente) il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria Regionale per gli anni 2015-2017. Il Consiglio regionale ha inoltre approvato – con 24 voti favorevoli (maggioranza e Ncd), 7 contrari (centro destra) e un astenuto (Stimamiglio del Gruppo misto) – le Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Liguria (legge finanziaria 2015).

Nell’esame del provvedimento sono stati approvati diversi emendamenti proposti dalla giunta tra cui l’istituzione del fondo per il Trasporto Pubblico Locale (Tpl) paria a un milione per 12 annualità, il contributo per reintegro dei danni alluvionali agli autoveicoli e ai motocicli, confermare le aliquote e le esenzioni dal’aumento a per i vari scaglioni di reddito dell’addizionale regionale Irpef per il 2015. A partire dall’anno di imposta 2016, le aliquote potranno crescere con una previsione di incasso di 130 milioni rispettivamente per gli anni 2016-2017. Da questo punto di vista, la Giunta regionale potrà “individuare misure alternative di copertura finanziaria del medesimo importo”. Per gli oneri previsti dallo smantellamento delle Province viene stanziato un milione di euro.

I DATI DEL BILANCIO 2015 – Il bilancio di previsione – 5,5 miliardi, escluse le partite di giro – è caratterizzato dalla prima attuazione delle novità normative in materia di contabilità pubblica, con l’introduzione del vincolo del pareggio di bilancio in luogo dei vincoli derivati dal patto di stabilità. Il bilancio è triennale, la prima annualità di bilancio 2015-2017 costituisce il bilancio di gestione annuale.

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Tagli – I tagli dello Stato comportano una riduzione delle entrate stimata in 34 milioni. Fino a oggi non c’è chiarezza su quali voci di spesa e sui saldi il Governo ha intenzione di ridurre nel 2015. Probabile quindi una manovra correttive sul bilancio 2015 già a gennaio anche per effetto del superamento della Provincie, dell’assorbimento dei loro dipendenti e dei servizi pubblici erogati dalle stesse.

Esenzioni Irpef – È stata confermata l’esenzione dell’addizionale Irpef per le fasce di reddito fino a 28 mila euro l’anno. A partire dal 2016 e per gli anni 2016- 2017 potrà essere applicato un aumento per i vari scaglioni. Dal 2008 a oggi la riduzione delle fasce di reddito che partecipano all’aliquota regionale dell’Irpef ha determinato un risparmio per le famiglie o una restituzione di 150 milioni di euro.

Auto e moto alluvionate – Verrà erogato un contributo per le auto rottamate a seguito dell’alluvione di quest’anno di 400 euro, di 150 euro per le moto e di 100 euro per i motocicli. Conservate le risorse normalmente affidate ai Comuni per i servizi sociali. Lo stanziamento per i parchi è di 3,3 milioni come il 2014.

Trasporti – Garantite le risorse stanziate nel 2013 e nel 2014. Creato un fondo TPL (trasporto pubblico locale) da 10 milioni di euro per rendere più efficienti le aziende che operano nel trasporto su gomma attraverso strumenti di gestione degli esodi incentivati del personale in esubero.

Welfare e sviluppo – Nel 2015 il fondo regionale per le persone con gravi disabilità presenta uno stanziamento di 28 milioni di euro già ad inizio anno, a fronte dei 13 milioni stanziati nel 2014. La Regione Liguria finanzierà nuovamente i bandi per l’abbattimento delle barriere architettoniche con un milione di euro malgrado i tagli dei fondi statali, garantendo un contributo a favore dei disabili.

Territorio e agricoltura – Per incentivare lo sviluppo e la crescita del territorio, delle imprese, della ricerca e rafforzare il volano per l’uscita dalle secche della crisi economica 20 milioni di euro sono stati assegnati a agricoltura, FESR, sviluppo economico, innovazione e ricerca e competenze umane, competenza delle persone (FSE).

Parchi – Ripristinati – così come richiesto dal Consiglio Regionale – i 3,3 milioni per i parchi della Liguria volti alla valorizzazione e alla difesa dell’entroterra.

Comuni – Un milione per sostenere l’Unione dei Comuni, 6 milioni per i corsi di formazione in obbligo scolastico di triennali.

Debito – Dal 2010 al 2014 cala da 697 milioni a 663 milioni di euro. A luglio scorso si è firmato l’accordo per la chiusura dei derivati Nomura per 420 milioni. Gli interessi sono stati ridotti da 44 del 2011 a 31 del 2014. Questo consente di gestire in maniera positiva e prudente il debito e, in futuro, di aprire nuovi mutui aggiuntivi a quello di 10 milioni acceso per aiutare popolazioni e territorio a difendersi dalle alluvioni e a ricostruire quanto andato distrutto durante i recenti nubifragi.

Stazione unica appaltante (Suar) – Hanno aderito alla stazione unica appaltante regionale 122 soggetti, 27 dei quali appartenenti al settore regionale allargato. Questo dovrebbe consentire di velocizzare gli appalti e ridurre i costi.

Spese – Le spese correnti della Regione sono state fortemente ridotte: sulla formazione del personale, dal 2011 al 2013, c’è stato un calo del 22,96 per cento, mantenendo attività di formazione gratuita ma riducendo incarichi professionali e consulenze, le spese per rappresentanza, pubbliche relazioni, mostre, convegni, comunicazione, sponsorizzazioni (azzerate), trasferte del personale, servizio automobilistico. Risparmiati 170 mila euro di fitti e incrementato di 1 milione di euro l’incasso dei fitti in entrata, con l’acquisizione della terza torre di via Fieschi.

Consiglio Regionale – Il costo dell’Assemblea sarà di 23,5 milioni con una riduzione dal 2010 di 8,2 milioni di euro l’anno.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO – Nella discussione sul bilancio e i collegati alla finanziaria, Luigi Morgilo (Forza Italia) nell’annunciare il voto contrario alla finanziaria ha criticato aspramente l’emendamento che introduce la “clausola di salvaguardia” sul bilancio regionale, secondo la quale, a decorrere dal 2016 per fronteggiare a misure di riduzione dei trasferimenti dal bilancio dello Stato conseguenti all’adozione del “Decreto di stabilità”, la Regione potrà definire una manovra di incremento dell’addizionale Irpef 2016. «Con questo emendamento – ha detto Morgillo – si nasconde la polvere sotto il tappeto. Spostiamo di un anno la copertura di un “puffo” da 120 milioni di euro caricandolo sulle spalle di chi vincerà le prossime elezioni. Ben venga l’emendamento successivo, sulla base del quale per quest’anno non ci sarà un aggravio di addizionale Irpef per i liguri, ma è chiaro che i due emendamenti sono in contraddizione». Morgillo ha concluso: «Io, così come il mio gruppo, voto a favore delle singole misure che vanno a vantaggio dei liguri, ma in particolare l’emendamento che sposta un’eredità di incertezze al 2016, condiziona pesantemente il nostro giudizio sull’intero testo in esame».

Marco Melgrati (FI) nel confermare il voto negativo di Forza Italia, ha detto: «Stiamo approvando un bilancio ed una finanziaria con 100 milioni di euro di fatto inesistenti che vengono addossati a chi nei prossimi anni dovrà governare questa Regione» .

Alessio Saso (capogruppo dell’Ncd) ha invece annunciato che il Nuovo centro destra si sarebbe astenuto sul bilancio e avrebbe votato a favore della finanziaria e del provvedimento collegato a quest’ultima. «Avremmo potuto votare a favore di tutto, ma questo atteggiamento è dettato da varie ragioni anche di equilibrio interno al nostro partito e di attesa rispetto a quelli che saranno i risultati delle primarie del Pd. Noi crediamo che l’operazione avviata da Biasotti per creare un’alternativa al Pd nel governo della Regione sia destinata al fallimento. Viste le nostre origini avremmo voluto che il centro destra ci offrisse una concreta possibilità diversa, ma questo non è accaduto. Crediamo anche che continuare a ragionare come in passato di schieramenti di destra e di sinistra sia anacronistico come dividersi fra Guelfi e Ghibellini. Quando sento qualcuno accusare il Pd di essere composto da comunisti mi scappa da ridere. Credo invece che non sia indifferente chi sarà il vincitore alle primarie: Raffaella Paita rappresenta la sinistra moderata che spero prevalga. Se non fosse così ci sarebbe un ripensamento da parte nostra». Parlando della Provincia ha aggiunto: «Da ex dipendente della Provincia, ritengo che per i dipendenti il massimo che si potesse fare è impegnare un milione di euro».

Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente), al pari di Morgillo e Melgrati ha rimarcato che sul punto addizionale Irpef, con i due emendamenti, c’è contraddizione. «Chi arriverà dopo si troverà un conto salatissimo da pagare», ha detto. Ha poi proseguito, sottolineando che sulla questione Province a livello locale, responsabilità gravano sull’amministrazione Burlando e, su Raffaella Paita, compente in materia di riordino degli enti locali.
Roberto Bagnasco, (Forza Italia), rivolgendosi a Saso e criticando la posizione assunta sui provvedimenti economico-finanziari, ha parlato di «foglia di fico su ennesimo trasformismo».

Angelo Barbero (Gruppo misto), riferendosi allo «spostamento del rialzo delle addizionali Irpef», ha definito «inconcepibile» il modo di gestire il bilancio, da parte della giunta. Ha ironizzato: «Visto come stanno le cose, l’approvazione di questo bilancio si potrebbe spostare al prossimo anno». Ha poi fatto delle valutazioni di tipo politico, prendendo atto di uno “spostamento” di Ncd verso posizioni meno distanti dalla maggioranza. Ha quindi detto il consigliere: «Si può dire che Burlando stia diventando democristiano non nel senso più alto del termine, ma quello più deteriore: della pura conservazione del potere. Una posizione che non gli fa onore e che cambia connotati all’attuale maggioranza che governa la Regione».

Patrizia Carmen Muratore (Percorsi in Liguria) ha sottolineato la necessità di votare il documento entro il 31 dicembre, perché in caso contrario – ha sostenuto – non sarebbe possibile mantenere esenzioni per una fascia corposa di liguri.

Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) ha espresso meraviglia per «l’abbraccio tra l’ex camerata Saso e Raffaella Paita che porta il capogruppo del Nuovo Centro Destra a fare campagna elettorale per un candidato alle primarie del Pd. Anche nel salto della quaglia ci vorrebbero dei limiti e un minimo di rispetto». Nell’annunciare il voto contrario al provvedimento, Siri ha criticato pesantemente lo «spostamento in avanti di un buco da 120 milioni». Siri ha poi criticato le politiche della giunta in materia di gestione del territorio, la sua «incapacità di realizzare opere importanti per la Liguria».

Antonino Miceli (Partito democratico): «Capisco bene la decisione del capogruppo del Nuovo Centro Destra Saso, non credo che dietro al suo atteggiamento ci sia solo tattica. L’ingresso di Renzi nella scena politica e al governo del paese ha rappresentato un punto di svolta politica dopo gli anni dei governi tecnici che hanno affrontato la crisi globale ma con risultati ulteriormente depressivi sui consumi e sull’economia. Renzi vuole portare avanti una politica economica diversa e ha creato un profilo identitario del Pd profondamente mutato rispetto al passato. E se pure sono discutibili alcune forzature nei rapporti con le parti sociali, indubbiamente il premier sa parlare ad una fascia più ampia della società rispetto alla sinistra tradizionale mettendo in atto nel paese una vera politica liberale. Chi si è sentito deluso dalla “rivoluzione liberale” di Berlusconi guarda con interesse a questo tentativo di creare un socialismo liberale. Quindi nella posizione del Ncd non c’è solo tattica né tantomeno opportunismo e non c’è solo la ricerca di una nuova maggioranza. Tra l’altro la maggioranza di centrosinistra è autosufficiente».

Edoardo Rixi (Lega Nord – Liguria Padania): «La crisi è esplosa nel 2011 e nel 2011 sono iniziati i governi appoggiati dal Pd. Governi che hanno avviato lo smantellamento dei servizi, non sono state difese le comunità montane, neanche quelle che operavano davvero a favore della montagna. Si sono messi tutti sullo stesso livello: la Sicilia che ha 50 mila dipendenti e la Lombardia che ne ha 5000. Burlando ha detto ai dipendenti delle Province che sarebbero venuti a lavorare in Regione ben sapendo che Renzi ha tagliato i fondi anche alle Regioni e che impediscono loro di lavorare. O il governo pensa di godere di una potestà quasi divina senza sentire neanche i suoi uomini oppure il Pd sta distruggendo l’assetto istituzionale. Dopo le comunità montane si è passati a demolire le province, poi sarà il turno delle Regioni a favore di ministeri che sono il vero centro del malaffare in questo paese. Da questo punto di vista è significativo lo spostamento delle scadenze elettorali».