Comitato Savonese Acqua Bene Comune: contro politica Governo presidi ad Albenga, Finale Ligure, Savona e Celle

«Il Governo negli ultimi mesi ha definito uno dei suoi obiettivi principali: Albenga Comitato Acqua Pubblica 12-6-2012 9favorire, o meglio imporre, processi di fusione e aggregazione tra aziende che gestiscono i servizi pubblici locali. La realizzazione di questo piano comporterà la definitiva consegna dell’acqua e dei beni comuni ai capitali finanziari», «Con buona pace della democrazia e della Costituzione, difese dal partito di Governo solo a parole e senza pestare i piedi ai poteri finanziari», sostiene il Comitato Savonese Acqua Bene Comune che per sabato 22 novembre organizzerà presidi ad Albenga, Finale Ligure, Savona e Celle Ligure.


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* Nella foto d’Archivio: un presidio del Comitato Savonese Acqua Bene Comune davanti al Palazzo civico di Albenga (12-6-2012)

IL TESTO DEL VOLANTINO CHE VERRÀ DIFFUSO SABATO DURANTE I PRESIDI

«Il Governo negli ultimi mesi ha definito uno dei suoi obiettivi principali: favorire, o meglio imporre, processi di fusione e aggregazione tra aziende che gestiscono i servizi pubblici locali. La realizzazione di questo piano comporterà la definitiva consegna dell’acqua e dei beni comuni ai capitali finanziari.

Proverà a farlo in 3 mosse:

1) il piano sulla “spending review” che punta alla razionalizzazione delle società partecipate dagli enti locali, seguendo lo slogan “riduzione da 8.000 a 1.000”;

2) il decreto “Sblocca Italia” che arriva ad imporre di aggregare le aziende in un unico gestore territoriale, cioè le grandi multiutilities (come ACEA, HERA, IREN, A2A), di cui diverse già quotate in borsa;

3) la legge di stabilità spinge gli Enti Locali, ricattati e strangolati dai tagli, alla cessione delle loro quote al mercato azionario per poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita.

Tutto questo considerato necessario dal Governo per garantire gli investimenti nei servizi pubblici.

Purtroppo in questi anni di società per azioni e di collocamento in Borsa delle ex-municipalizzate è stato osservato come gli investimenti siano crollati a meno di un terzo rispetto a quelli delle precedenti gestioni comunali.
Crollo degli investimenti e della qualità dei servizi, aumento delle tariffe e taglio dei posti di lavoro, queste la ricetta per garantire agli azionisti lauti dividendi a fine anno. E non importa se questo significa lasciare senz’acqua chi non riesce a pagare.

Ma chi investirà nei servizi pubblici locali finalmente consegnati ai capitali finanziari?
Principalmente Cassa Depositi e Prestiti (500 milioni a disposizione per favorire le fusioni territoriali), ma non mancheranno interessanti joint venture con capitali stranieri, a partire dal colosso cinese State Grid Corporation of China.

L’attuale Governo rilancia quindi la privatizzazione del servizio idrico, dei servizi pubblici locali e dei beni comuni, mettendo in un angolo Regioni ed enti locali.
Quelle stesse privatizzazioni sconfitte nel 2011 dai 27 milioni di sì all’acqua pubblica e contro la vendita dei servizi pubblici locali. Con buona pace della democrazia e della Costituzione, difese dal partito di Governo solo a parole e senza pestare i piedi ai poteri finanziari.

Per riprenderci i nostri diritti serve un’inversione di rotta:

1) Approvare la legge di iniziativa popolare sulla gestione pubblica dell’acqua, che prevede, tra le altre cose, che a nessuno possa essere staccata l’acqua.

2) Utilizzare gli enormi capitali di Cassa Depositi e Prestiti, in buona parte derivanti dal risparmio postale, per riportare i servizi in mano pubblica e per rilanciare i grandi investimenti pubblici necessari.

3) Eliminare i profitti dalla gestione del servizio idrico.

4) Costruire meccanismi di partecipazione affinché cittadini e lavoratori possano partecipare alle decisioni sulla gestione dell’acqua e degli altri servizi essenziali.

Contro i ladri di democrazia riprendiamoci il futuro!»

* Comitato Savonese Acqua Bene Comune

1 Commento

  1. Mi è piaciuta “contro i ladri di democrazia, riprendiamici il futuro”
    SI, ladri di democrazia in un REGIME SILENTE CHE SBANDIERA LA PAROLA “DEMOCRAZIA”.

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