Il talento di Eduard Kunz scalda Albenga

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di Alfredo Sgarlato – Albenga La prima serata fredda del’anno viene riscaldata dall’esibizione alla sala San Carlo di Eduard Kunz, pianista ancora giovanissimo ma già tra i più quotati in Europa: il “BBC Music Magazine” lo ha inserito nella lista dei dieci più grandi pianisti della sua generazione. Nato in Siberia a Omsk il 30 ottobre 1980, Kunz ha vinto numerosi premi e inciso dischi e registrazioni radiofoniche in Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania. Organizza la serata l’Associazione Musicale Gioachino Rossini di Savona. La serata si apre con cinque sonate di Scarlatti. Le composizioni sono eseguite senza interruzioni, in un crescendo che parte dall’intimismo geometrico della “Sonata K213 in re minore” fino all’impeto travolgente della “K 212 in la maggiore”. Contemporaneo di Bach e Händel, Scarlatti appare in queste composizioni meno strettamente legato agli stilemi barocchi. Kunz, pur dotato di tecnica straordinaria, non ne abusa mai, e la pone al servizio della composizione. Il pubblico applaude calorosamente. Quindi, con una variazione rispetto al programma annunciato, ci immergiamo nel romanticismo di Chopin. Personalmente apprezzo, non vado matto per Rachmaninov, e in generale per i compositori troppo fiammeggianti. Che dire a proposito di Chopin che non sia già stato scritto? Durante l’esecuzione del “Notturno in do diesis minore” la commozione del pubblico è palpabile. Kunz appartiene alla scuola pianistica che suona con una certa teatralità del gesto, che pure non enfatizza troppo. La bravura del pianista e l’ottima scelta del repertorio fanno sì che l’auditorium sia stregato.

Senza intervallo si passa dalla struggente malinconia di Chopin al mondo fiabesco di Čajkovskij, di cui ascoltiamo la suite “Le stagioni”. Le composizioni pianistiche di Čajkovskij sono preferibili a quelle orchestrali, a volte un po’ kitsch. Ma lo stile è inconfondibile, e l’interpretazione di Kunz si cala perfettamente nelle atmosfere tra sogno e cultura popolare che il compositore russo intendeva creare con la propria musica. Soprattutto i temi più malinconici sono resi magistralmente dal giovane pianista, con grande sensibilità. Gli applausi sono scroscianti e Eduard Kunz, deve uscire ben due volte a concedere il bis, con due Studi, questi sì più virtuosistici, ma sempre privi di esibizione tecnica fine a sé stessa. Un plauso anche ai cittadini di Albenga, che non si sono fatti spaventare dal freddo vento, ma hanno tributato a Kunz l’accoglienza e il successo che merita. Peccato che l’audio della sala non sia dei migliori e a volte, sulle note più acute o più basse, il suono fosse un poco alterato. Auspichiamo che la collaborazione tra l’Associazione Rossini e la città di Albenga continui, portandoci ancora artisti di livello così alto.

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