On. Giacobbe: “Sui temi del lavoro è in corso un confronto che va al di là della Legge Delega”

«Sui temi del lavoro è in corso un confronto che va al di là della “Legge Anna Giacobbe 01Delega”, ma quel provvedimento è importante: le cose che saranno scritte lì daranno conto di un primo punto di arrivo, oltre che della direzione di marcia che sapremo imboccare», dichiara l’On. Anna Giacobbe (Pd): «Il lavoro si crea con investimenti e politiche economiche: i diritti e le tutele si estendono a chi ne ha meno se cresce l’economia, ma anche se alcune regole cambiano. Il lavoro si è impoverito e indebolito, si è spostato in misura consistente da lavoro dipendente a forme meno tutelate e meno pagate, comunque meno costose; il lavoro autonomo “vero” e le professioni hanno subito processi analoghi. Diritti e tutele costano; il valore etico del lavoro corrisponde anche ad un valore economico. Bisogna ripartire da lì e da come si aiuta e si costringe, insieme, il sistema delle imprese “a dare valore” al lavoro».
«Nel confronto dentro il Pd – prosegue la deputata savonese – non abbiamo accettato di ridurre la discussione al tema della tutela dai licenziamenti illegittimi; chi lo ha fatto ha sbagliato. Dobbiamo condurre la nostra battaglia con criterio: non nascondere mai le proprie convinzioni, difendere anche i principi, ma saper realizzare e poi vedere e poi valorizzare i punti di avanzamento. Tutto il Pd vuole estendere diritti, tutele e opportunità a chi non li ha, fondare su quei diritti e opportunità l’autonomia delle persone: è giusto rivendicare questo come patrimonio comune del partito. Chi nel Pd non ha condiviso le forzature e una parte dell’impostazione e degli argomenti del Presidente del Consiglio, aveva ed ha come obiettivo né la caduta del Governo, né l’affossamento della Delega Lavoro, ma altro: il miglioramento dei contenuti della Delega in aspetti essenziali e la possibilità di tenere aperta una prospettiva: per come la Legge Delega esce dal Senato, abbiamo davanti a noi il tempo e il terreno per una discussione vera, tutt’altro che già conclusa, che potrà, anche contribuire a quel lungo lavoro di ricostruzione di un pensiero della sinistra».
«Tra i contenuti del Disegno di Legge Delega c’erano già, e ci sono principi importanti: un sistema di ammortizzatori sociali che prevede sia strumenti per tenere il lavoratore legato alla propria azienda, sia protezioni per chi è disoccupato (ancora insufficienti) e un collegamento stretto tra misure di sostegno al reddito e disponibilità ad accettare occasioni di lavoro, formazione o lavori di pubblica utilità; si prevede l’introduzione, anche in via sperimentale, del compenso orario minimo nei settori non regolati dai contratti collettivi di lavoro, per il lavoro subordinato ed anche per i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. Il testo approvato in Senato è uno strumento utile, un buon compromesso, allo stato delle cose, se stiamo a quel che c’è scritto davvero; l’iter non finisce qui, il lavoro alla Camera potrà produrre altri miglioramenti».
«Quel che fa la differenza tra la propaganda e il reale cambiamento – sostiene Anna Giacobbe – sono le risorse aggiuntive che si destinano all’allargamento delle tutele e dei diritti, “lo dice la parola stessa”. Un esempio: per la “maternità obbligatoria” esiste già un diritto universale, non legato al rapporto di lavoro; il problema è che l’indennità, fuori dal rapporto di lavoro dipendente (dove si ha di più perché si da di più), è limitata (400 euro per 5 mesi, circa). Nella Legge di Stabilità ci saranno 1,5 miliardi aggiuntivi per gli ammortizzatori sociali (non un riciclo del finanziamento degli ammortizzatori in deroga, come si poteva temere); insufficienti, ma importanti, segno che di estensione si tratta davvero. Il “maxiemedamento” ha introdotto nel testo modifiche positive e nessun arretramento. Nessun riferimento ad una modifica generale delle norme sui licenziamenti (e neppure alcuna indicazione di un limite a quelle modifiche, che il Governo ha confermato di voler adottare). Viene resa esplicita la volontà di superare le forme di assunzione precarie e di dare centralità al lavoro a tempo indeterminato, rendendolo più conveniente rispetto alle altre tipologie contrattuali; nei casi di processi di ristrutturazione, l’eventuale cambiamento delle mansioni deve tutelare anche la condizione economica dei lavoratori, si fa riferimento a “parametri oggettivi” e si dà ruolo alla contrattazione collettiva; è stata circoscritta l’estensione dell’uso dei voucher».
«Soprattutto si scrive esplicitamente che le deleghe avranno bisogno di risorse che devono essere reperite, a partire dalla legge finanziaria. Mancano ancora cose importanti:i decreti legislativi per la costruzione di una rete sociale di protezione (ammortizzatori e politiche attive) devono essere i primi; non si prevedono adeguate garanzie per evitare l’invasività dei controlli a distanza nei confronti dei lavoratori; manca, soprattutto, una definizione di che cosa si intenda per “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti”: i nuovi assunti a tempo indeterminato vedranno ridotte le proprie tutele, rispetto ai vecchi assunti, in una misura e per un tempo non definiti. La richiesta di fiducia su una legge delega crea un “cortocircuito istituzionale”, quale che sia l’argomento: il Parlamento delega il Governo a produrre norme sulla base di indirizzi generali; se anche quegli indirizzi sono, in parte almeno, sottratti alla libera discussione del Parlamento perché si pone la fiducia, si produce un problema significativo, che non può essere sottovalutato».
«Per quanto riguarda il mio territorio – conclude l’on. Giacobbe – intendo promuovere una discussione davvero aperta, costruita su argomenti di merito; nel lavoro che faremo in Commissione alla Camera, per me vale l’impostazione e la sostanza proposti nella lettera scritta a Renzi da Gnecchi, Martelli, Miccoli, Gribaudo alla vigilia della direzione nazionale del Pd del 29 settembre».


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1 Commento

  1. On.le Giacobbe, le sue sono tutte belle parole che in buona sostanza non dicono niente, tranne mettere in evidenza esclusivamente la bravura del sindacato come se tutte le altre istituzioni non esistessero.
    Ieri sera un suo collega ministro, a proposito della alluvione a Genova, ha dichiarato in tv. che i soldi per gli interventi necessari alla sicurezza ci sono, ma nessuno li usa !!
    Perché non si da fare in tal senso anziché perdersi a scrivere letterine da prima della classe ?

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