Le folli storie del rock: Lewis, troppo bello per essere vero?

Inglewood

di Alfredo Sgarlato – Negli ultimi decenni l’avvento di internet, la mania del collezionismo e la facilità con cui si può incidere o ristampare un disco hanno creato un autentico culto per quella che in America hanno chiamato “Incredibily strange music”, ovvero i dischi incisi da musicisti con problemi psichici, da dilettanti di genio, o in circostanze particolari: uno dei maggiori “successi” del genere è “Songs of innocence and despair”, la registrazione del saggio di fine anno di una scuola media americana, Highres_Coverdestinata ai genitori dei ragazzi, che hanno cantato canzoni di Lou Reed e David Bowie.

Pochi mesi fa le redazioni delle riviste musicali hanno sobbalzato: l’etichetta Lights in the attic ristampa un disco uscito in pochissime copie nel 1983 e ritrovato da un collezionista. Il musicista si firma Lewis, il disco si intitola “L’amour” (nota: nome e titolo assonano col nome di un famoso – in America- scrittore di western), la foto di copertina mostra un figaccione tipicamente anni ’80, tipo un Brian Ferry tinto biondo o un Duran Duran presentabile a mamme e zie. Le scarne note ci dicono che il disco è dedicato alla modella Christie Brinkley e l’autore della foto di copertina è Ed Colver, specializzato in foto punk. La critica grida al capolavoro ritrovato: entusiasmo eccessivo, è un disco piacevole e niente più, una mezz’ora di canzoni lente e sussurrate con arrangiamenti molto d’atmosfera, chitarra, piano e poco altro.

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Ma chi è Lewis? Vengono fatte ricerche, viene assoldato persino un investigatore. Pare che fosse un broker (e cosa poteva fare se no un figaccione anni ’80?), che uscisse davvero con una modella, che fosse rimasto senza un dollaro e abbia pagato il fotografo ma non l’albergo dove hanno scattato le foto. Colpo di scena: dopo solo pochi mesi esce un nuovo disco, “Romantic times”, uscito nel 1985, attribuito a Lewis Baloue, di cui pare esistesse un’unica copia in un negozietto. Le scarne note dicono solo che il sax è suonato da Neil Armstrong (?!) e il disco è stato inciso sotto “forti influenze” (droghe? crollo psichico? conversione religiosa?).

Screen Shot 2014-08-11 at 1.57.59 PM.jpgFinalmente l’investigatore trova Lewis. Si chiama Randall Wulff, vive in Canada, cammina col bastone, vive con due gatti, non vuole tornare a fare musica e ha rifiutato l’assegno coi diritti sul disco. Il dubbio rimane. Esiste veramente Lewis/Randall? È un nuovo caso Rodriguez? L’etichetta che l’ha riscoperto guarda caso è la stessa… oppure è tutta un invenzione, una leggenda creata ad arte? Forse non lo sapremo mai, forse scopriremo presto la verità, intanto aspettiamo se escono nuovi dischi di Lewis, pare che ne abbia incisi alcuni altri, a tematica religiosa.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato

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