Albenga: presentazione dei risultati dello scavo del San Calocero e di Riva Ligure

Il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, in collaborazione con Scavi scheletrol’università di Aix-Marseille e con il determinante contributo economico della Fondazione Lamboglia, a cui si è aggiunto il sostegno del Comune di Albenga, della Coop Liguria e del campeggio Isola, è attualmente impegnato nella ripresa dello scavo archeologico di San Calocero ad Albenga, un sito che è stato al centro della ricerca sul tardoantico e sulle prime fasi della cristianizzazione, non solo in Liguria, ma in tutta l’Italia nord-occidentale almeno. Il progetto si inquadra nell’ambito di un percorso che riguarda anche una altra significativa chiesa paleocristiana della antica diocesi di Albenga, il sito di Costa Balenae a Riva Ligure, e, più in generale, ha l’ambizione di rilanciare non solo i siti oggetto di scavo, ma anche numerosi altri tra Ponente ligure e costa francese, nell’ottica di una valorizzazione congiunta del territorio e delle sue potenzialità. La possibilità di realizzare questi interventi è stata garantita dalla fondazione Lamboglia, in un momento storico nel quale il nostro paese trova difficoltà ad investire nella cultura, attraverso un importante interessamento da parte della società inglese di betting Stanleybet.
Venerdì 3 ottobre presso l’auditorium del S. Carlo di Albenga, a partire dalle 9 del mattino e fino alle 16, le équipes dello scavo del San Calocero e di Riva Ligure i rappresentanti delle istituzioni coinvolte e gli archeologi presenteranno i risultati della ricerca, attraverso significative applicazioni multimediali, ancora sperimentalmente su uno scavo archeologico, tra cui l’utilizzazione di un drone dell’università dell’Oregon per le riprese dall’alto. L’équipe, guidata dal professor Philippe Pergola del Pontificio e diretta sul campo da Alessandro Garrisi per Riva Ligure e Stefano Roascio per Albenga non nasconde la propria soddisfazione.
Dicono il prof. Pergola e Stefano Roascio: “La prima campagna di scavo al San Calocero sta volgendo al termine, non senza averci regalato risultati molto significativi. In particolare stanno emergendo dati insperati sul sepolcreto tardo-antico, che sembra collocarsi su contesti romani presumibilmente di epoca imperiale, la cui indagine è ancora in corso. Anche per la fase tardo medievale le sorprese non sono mancate: si è infatti individuato il punto di prelievo del materiale di cava, servito per la costruzione del monastero tardo trecentesco, una vera rarità perchè spesso le cave sorgono a molti chilometri di distanza dai cantieri e sono di difficile riconoscimento. Ma sicuramente il dato più interessante, su cui dovremo ancora riflettere per trovare una spiegazione, è quello di una sepoltura con l’inumato capovolto con la faccia contro terra”.
Afferma Elena Dellù, archeo-antropologa responsabile dello scavo delle sepolture: “spesso queste “sepolture anomale” riguardano persone che in qualche modo vengono giudicate negativamente dalla società, per essersi macchiate di qualche crimine, che provvede ad inumarle attraverso un gesto di dispregio verso il corpo del defunto. Andrà tuttavia spiegato come mai, proprio questa sepoltura anomala, si trovi a contatto con la facciata della chiesa, un ambito tra i più ricercati come luogo di sepoltura”. Tale ritrovamento avrà ampio risalto nell’illustrazione della giornata al San Carlo che, dopo il buffet libero per i partecipanti, si concluderà a partire dalle ore 16 con la visita guidata dei siti di San Calocero e del Battistero, oggetto in questi giorni di un rilievo tridimensionale con tecnologie innovative mai usate prima, ad opera del Pontificio e del Politecnico di Milano.


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