Oltre 4 milioni per la caserma Piave, Guarnieri: “l’amministrazione ora potrebbe riscattare l’acquedotto… ma non lo farà”

di Fabrizio Pinna – Albenga. Dopo il lungo iter avviato con l’Agenzia del Rosy Guarnieri 15-3-2014Demanio, in arrivo nelle casse del Comune di Albenga quasi 4 milioni e 200 mila euro per la vendita della caserma Piave. La notizia l’ha ufficializzata oggi il sindaco Giorgio Cangiano (NdR: vedi qui Corsara articolo 17-9-2014): in un momento di crisi e di ristrettezze economiche, ha detto, “l’importo riconosciuto, quando verrà corrisposto, consentirà al Comune di intraprendere fondamentali azioni di risanamento e di rilancio economico. Auspico che tutti insieme, tralasciando inutili contrapposizioni e vuote polemiche, saremo in grado di cogliere tale importante occasione per compiere quelle scelte condivise di cui la città ha fortemente bisogno”.


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E in città si inizia infatti già a discutere su come sarà o potrebbe essere utilizzato il nuovo “tesoretto”. A lanciare la prima ipotesi sono stati i consiglieri di minoranza Rosy Guarnieri e Cristina Porro (Lega), le quali hanno accolto positivamente la notizia ipotizzando che i soldi possano ora permettere “all’amministrazione di riscattare l’acquedotto”: «Bene, bene!», commentano, «Il duro lavoro di mediazione e valorizzazione delle aree demaniali, desmanializzate, iniziato da Tabbò e da noi concluso, ha prodotto alla città non solo l’acquisizione gratuita della caserma Turinetto da adibire a polo scolastico, ma un incasso di oltre 4milioni di € quale quota a favore del comune, fissata il 9/7/2010 con l’agenzia del demanio, per la vendita della caserma Piave».

«Tale entrata – sostengono i due consiglieri – sommata ai minori interessi passivi grazie alla riduzione dell’indebitamento da 59 milioni a 47 al 31/12/2013, che determina un impegno di spesa di circa 4.100.000 € rispetto ai 6.403.000 del 2010, permetterà all’amministrazione di riscattare l’acquedotto, la cui convenzione con il re dell’acqua [NdR: scil., l’ingegnere Camillo Enrile] è scaduta nel 2007. Questa operazione, ammesso non si voglia fare l’ingresso in una società interamente pubblica per la gestione dell’intero ciclo delle acque, permetterebbe sia la trasformazione in gestione pubblica del servizio oltre a una riduzione della tariffa dell’acqua ai cittadini, ai commercianti e agli agricoltori di almeno 2/3».

Ipotesi verosimile? Prematuro dire se su questo si aprirà davvero in sede di Consiglio Comunale un confronto tra maggioranza e minoranza, ma i due consiglieri della Lega non nascondono il loro scetticismo e l’ex sindaco Rosy Guarnieri non risparmia una stoccata finale rivolta sia all’amministrazione sia ai comitati civici che hanno sottoscritto petizioni per l’acqua pubblica: «Lo faranno? Non credo! Sono certa invece che gli assessori litigheranno per accaparrarsi una grossa fetta di tale entrata, per svolgere più agevolmente le loro funzioni. Non mi paiono persone dedite a faticare per raggiungere maggior risultati a fronte di minori spese. I comitati, ritroveranno la parola per chiedere il mantenimento degli impegni elettorali: acqua pubblica? Boh! Attendiamo fiduciosi!».