Balneari, Rixi: “Detrazioni per il maltempo come salvagente a un comparto da 6.500 imprese in Liguria, indotto compreso”

«È assurdo oltre che dannoso per l’intero tessuto produttivo ligure Edoardo Rixi 1G00continuare a tartassare con studi di settore iniqui e anacronistici un comparto vitale come quello balneare, che, indotto compreso, interessa circa 6.500 imprese nella nostra regione. Se non c’è rimedio al maltempo, c’è eccome la soluzione per dare maggiore equità alla tassazione sulle aziende balneari che hanno registrato, secondo una stima ancora parziale delle associazioni di categoria, circa 450 milioni di euro di mancato incasso per le 30 mila imprese del Paese, nel 2014, a causa delle piogge estive». Così Edoardo Rixi, consigliere regionale della Lega Nord Liguria e capo dipartimento federale Turismo e Politiche del mare, che questa mattina ha presentato un ordine del giorno, approvato in aula, che impegna la giunta ad attivarsi con il governo per l’inserimento delle “giornate di maltempo”, certificate dai bollettini meteo regionali nel nuovo studio di settore 2014 per gli stabilimenti balneari e con Anci e governo per l’applicazione della tassa sulla spazzatura solo sui giorni di produzione dei rifiuti, con esclusione del pagamento nei giorni in cui si siano verificate giornate di maltempo, con manifesta assenza di bagnanti sulle spiagge e sotto gli ombrelloni.

«A giugno – dice Rixi – in Italia sono stati registrati 4 weekend su 5 colpiti da vento, pioggia e temporali: le avverse condizioni meteo non hanno risparmiato neppure il ponte del 2 giugno. A luglio 3 fine settimana su 4 hanno allontanato i bagnanti dalle spiagge con tutto quello che è conseguito sull’intero indotto dei centri costieri. Insomma: un’estate quella appena trascorsa molto simile a un autunno che ha messo in ginocchio le imprese, che già da tempo vivono nell’incertezza del futuro per via del mancato rinnovo delle concessioni segnato dal recepimento della Direttiva europea sui servizi. Gli investimenti di natura ordinaria e congiunturale – stimabili in media tra i 10.000 e i 15.000 euro per ognuna delle 30.000 imprese balneari – si sono bloccati a causa, oltre che dall’incertezza della normativa Ue, anche dei mancati incassi dovuti dal maltempo estivo 2014. Stesso discorso vale per l’occupazione del settore – che finora ha contato ben 300.000 addetti – che ha visto, in questa stagione, una recessione stimabile in una riduzione di almeno 45.000 unità lavorative».

«Il turismo costiero, per la nostra regione, è un volano fondamentale anche per i flussi di visitatori dell’entroterra, vista la vicinanza tra costa e borghi interni. Tutelare il settore balneare attraverso una fiscalità proporzionata all’attività realmente svolta deve essere un impegno preciso per chi governa la nostra Regione, che spesso si ricorda dei balneari solo quando deve riscuotere i canoni demaniali» conclude Rixi.

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