Venticinque minuti in sosta alla stazione di Albenga: il regionale Savona – Ventimiglia cede il passo al “Treno dei signori”

di Sergio Bagnoli – Per chi ormai in testa ha i capelli bianchi, e da Stazione treni 00studente ha vissuto il movimento del “sessantotto”, forse saranno venute in mente le parole della celebre ballata anarchica di Francesco Guccini “La Locomotiva” ove si narra di come il motivo che spinse un macchinista della stazione di Bologna a scagliarsi con la sua locomotiva contro un Trans Europa Express fu il disprezzo per gli insopportabili privilegi di cui godevano i frequentatori di quel “treno di signori” a fronte della vita amara della gente comune che si trascinava faticosamente da un “magro giorno” all’altro. Certamente quanto successo sabato mattina all’alba alla stazione di Albenga molto ha in comune con la storia narrata dal grande cantautore di Porretta Terme.
I fatti in breve: alle sei e cinquantaquattro, ogni giorno, nella stazione ingauna è atteso il Regionale 6226 proveniente da Savona e diretto a Ventimiglia. La sosta prevista è di otto minuti. Quel convoglio solitamente è frequentato da chi si reca nel Ponente ligure per lavoro e comunque da chi, per una qualsiasi ragione, deve raggiungere Andora e tutto l’Imperiese la mattina presto. Sabato scorso invece che i canonici otto minuti il regionale Savona- Ventimiglia ha sostato ad Albenga ben venticinque minuti tra le imprecazioni dei viaggiatori che, poi, sono giunti a destinazione in forte ritardo. Motivo di tale disservizio l’assoluta necessità di garantire la ferrovia libera da ogni intoppo al Mosca- Nizza, supertreno di lusso che, ogni sabato mattina, percorre la Riviera ligure in direzione Nizza ove arriva alle nove e trentotto.
“Il treno di signori”, così è chiamato, abbandona, invece, la capitale russa due giorni prima, il giovedì mattina, ed attraversa la Bielorussia, la Repubblica Ceca e l’Austria prima di approdare in Italia. Nel nostro Paese ferma a Tarvisio, stazione di frontiera, Verona, Milano- Rogoredo, Genova- Principe, Sanremo, Bordighera e Ventimiglia, saltando completamente la provincia di Savona. Ecco quindi che, considerando la lentezza del regionale che precedeva, Trenitalia ha deciso di non rischiare di far accumulare ritardo al treno internazionale e, per sicurezza, considerando pure il binario unico tra Albenga ed Imperia- Porto Maurizio, ha ordinato ai ferrovieri del Savona- Ventimiglia quasi mezz’ora di sosta ad Albenga.
“Prima gli oligarchi del gas russo ed i loro familiari”, devono aver pensato gli alti funzionari del sistema ferroviario italiano. Inviperiti i viaggiatori, gente comune non certo con le leve del “Potere” in mano, che avevano necessità di giungere a destinazione, chi ad Imperia, chi a Sanremo, chi infine a Diano Marina, in tempo. Non potevano certo permettersi il lusso di viaggiare sul treno internazionale che collega l’est all’ovest d’Europa. “Perché dobbiamo sempre rimetterci noi, povera gente con scarsi quattrini in tasca? Perché l’Italia deve essere serva della potente Nazione slava, cioè della Russia, anche ora che Putin mostra disprezzo, in Ucraina, verso il resto d’Europa e si dimostra molto arrogante? Possibile che noi, di fronte ai potenti, dobbiamo sempre chinare il capo? Non potevano fermarci ad Alassio dove ci sono comunque almeno due binari, facendoci intanto guadagnare tempo?” inviperiti si sono domandati sul treno ed alle stazioni d’arrivo.
Fatto sta che ai miliardari, in dollari ed euro non certo in rubli, moscoviti, soliti soggiornare in Costa Azzurra e nel Principato di Monaco e fedelissimi dell’ex spia sovietica Vladimir Putin, grazie ai loro denari pare sia tutto permesso mentre al pendolare italiano tocca sempre un trattamento pari a quello che si riserva ai pacchi postali.


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