Liguria, On. Giacobbe: non bastano generiche dichiarazione di intenti contro soppressione autorità portuale di Savona-Vado

«La Liguria vuole presentare una propria proposta per contribuire a Anna Giacobbe 01migliorare la riforma della portualità italiana, non per fermarla. Bene: questo abbiamo detto tutti, a Savona ed infine anche a Genova. Soprattutto lo ha scritto “nero su bianco” il Presidente della Regione al Presidente del Consiglio», dichiara l’On. Anna Giacobbe: «Non sappiamo esattamente cosa decreterà il Governo nei prossimi giorni. Avevamo chiesto, come parlamentari liguri per primi, che non si procedesse per decreto: ma tant’è. Presentare una proposta unitaria della Liguria non può certo significare che prendiamo atto che si proceda con l’accorpamento di Savona a Genova e che chiediamo di gestire tra di noi il “come”. Ricordo, per chi non lo avesse chiaro, che Burlando ha scritto a Renzi: “La mia proposta è: procedere con una unificazione riguardante la pianificazioni portuale (..) e una totale autonomia gestionale di ciascun porto delle rispettive risorse, dei piani delle opere e della organizzazione operativa degli scali”. Certo, la pianificazione dovrebbe riguardare un ambito ben più ampio dell’arco di costa che va da Genova a Vado; una visione moderna e davvero strategica dovrebbe guardare probabilmente all’insieme del mar Tirreno. La forma di governo può cambiare radicalmente; è in campo la proposta della Spa. Di tutto questo avremo tempo di discutere, non certo con un decreto di fine agosto».
«Ma si dice che un decreto si farà: e allora la proposta del Pd regionale e delle istituzioni della Liguria non può essere una generica dichiarazione di intenti: deve essere una formulazione del testo del decreto alternativa a quella che il Governo ha in mente di adottare, che prevede la soppressione dell’autorità portuale di Savona-Vado. Se si riesce a spuntarla prima del 29, con una correzione della bozza di decreto bene, complimenti a chi ce l’avrà fatta; altrimenti quel testo alternativo deve vivere nell’iter parlamentare di conversione del decreto, come emendamento che tutti i liguri sostengono, dentro e fuori le aule parlamentari, per tutti i sessanta giorni che quell’iter prevede. Alla fine, solo alla fine, valuteremo cosa saremo stati capaci, tutti insieme, di conquistare, quale punto di caduta sarà possibile acquisire nella trattativa con il Governo. È bene che rapidamente sia discussa e concordata la proposta concreta, il testo su cui tutti faremo la nostra battaglia, ciascuno per la propria parte e nel proprio ruolo», conclude l’on. Giacobbe.