Savona, dal Comitato Tecnico Scientifico critiche al progetto presentato dalla Tirreno Power

Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) – che si è costituito nel maggio scorso centrale TP 00a Savona su invito di liberi cittadini e di associazioni aderenti alla Rete savonese Fermiamo il carbone – esprime critiche al progetto presentato dalla Tirreno Power. Il CTS è composto da docenti universitari, consulenti, professionisti (medici, tecnici e avvocati) di elevata e provata competenza a livello nazionale nelle materie di epidemiologia ambientale, biomonitoraggio, giuridica e più in generale in materia di valutazione tecnica, sanitaria e giuridica degli effetti sulla salute degli agenti inquinanti (NdR: vedi qui articolo Corsara 8/5/2014).
Con nota prot. DVA 2014 0013773 del 12/5/2014 – precisa il CTS – il Ministero dell’Ambiente ha reso noto l’avvio del procedimento per il rinnovo anticipato dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) rilasciata a Tirreno Power s.p.a. il 14/12/2012 con provvedimento n. DM 0000227 per la Centrale Termoelettrica di Vado Ligure-Quiliano. Al procedimento stesso è stato dato avvio il 9.5.2014 in seguito alla nota di Tirreno Power s.p.a. 5.2014- prot. DVA 13433 con la quale e’ stato presentato dall’Azienda un nuovo progetto che non prevede più il rifacimento dei gruppi a carbone VL3 e VL4, bensì una serie di interventi considerati “migliorativi” dei vecchi gruppi a carbone medesimi con il dichiarato intento di farli rientrare nel contesto e nei limiti della Migliori Tecnologie Disponibili (M.T.D.)».
Il Comitato Tecnico Scientifico «nello spirito e nell’intento di fornire un’informazione massimamente trasparente, corretta e verificabile ai cittadini ed alle istituzioni, ritiene doveroso evidenziare alcuni elementi»: «La procedura avviata appare tecnicamente incompleta: infatti si è’ in presenza di un progetto del tutto novativo e diverso rispetto a quello presentato in precedenza, che va ad incidere anche sui pregressi atti autorizzativi ivi compresa la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) relativa al progetto di potenziamento (ora, a quanto pare, abbandonato) che prevedeva anche interventi sui vecchi gruppi a carbone in questione. Così stando le cose, si rendono certamente necessari un nuovo Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.) ed una nuova V.I.A. calibrata sia sul nuovo progetto, sia sui dati sanitari posti a base del provvedimento di Sequestro Penale Preventivo dei citati gruppi a carbone disposto dal GIP presso il Tribunale di Savona».
Inoltre «Nel progetto presentato da Tirreno Power s.p.a. non sono reperibili indicazioni sulla significativa problematica relativa allo S.M.E. a camino (evidenziata anche nel citato provvedimento di Sequestro Preventivo parziale dell’impianto). La questione assume importanza assoluta dal momento che, per verificare la quantità e la qualità di inquinanti emessi, una misurazione corretta e indiscutibile risulta fondamentale. È opportuno ricordare, in proposito, che nel decreto A.I.A. n 227 del 14.12.2012 erano chiaramente previsti 3 (tre) misuratori S.M.E.: uno all’uscita di ognuno dei due gruppi a carbone ed uno al camino. La modifica richiesta dall’azienda ed avallata dal Ministero, quindi, di fatto va ad eliminare il misuratore a camino, importantissimo elemento necessario per verificare l’effettiva emissione in atmosfera di sostanze inquinanti: come recita il Piano di Monitoraggio e Controllo P.M.C. di ISPRA allegato all’A.I.A., si tratta infatti del “sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni per la misura delle concentrazioni di Nox, CO, SO2 e polveri”. Lo stesso ISPRA, con nota del dicembre 2013, precisando che i tre S.M.E. furono prescritti in sede di A.I.A. ha affermato che “la soluzione proposta dal Gestore non è equivalente a quella prescritta” giungendo a segnalare al Ministero dell’Ambiente con nota del 21.02.2014 ”la necessità di prescrivere al gestore l’installazione dello SME al Camino E2, stante la non documentata affidabilità nel funzionamento degli SME sui tratti VL3 e VL4”».
«Quanto sopra è stato avvalorato dalla perizia del dott. Stefano Raccanelli (di cui questo Comitato ha avuto copia), nella quale è chiaramente documentata la correttezza e la necessità della prescrizione del misuratore a camino. Di queste fondamentali problematiche non risulta menzione nel progetto presentato. Non si comprende inoltre come, nel nuovo progetto, si sostenga la conformità alle MM.TT.DD. ed alle disposizioni europee (cd.: BREF) quando risulta evidente la discrepanza rispetto alle stesse MM.TT.DD. sia per quanto riguarda importanti valori emissivi associati, sia per altri profili, già non applicati nell’A.I.A. in vigore (ed attualmente sospesa). Tra gli altri si citano le emissioni di SO2 e di CO: quest’ultimo (di cui e’ nota la pericolosità ribadita in numerosi documenti scientifici) risulta, dallo stesso progetto dell’azienda, in concentrazione di gran lunga superiore al valore massimo associato alle MM.TT.DD. tanto nella prima che nella seconda fase prevista. Si evidenzia inoltre che per altri importanti aspetti la stessa Commissione IPPC attesta la non applicazione delle MTD. Corre l’obbligo di evidenziare che, nel progetto presentato dall’azienda, si fa sempre riferimento ai valori massimi associati alle MM.TT.DD. (peraltro, come visto, anche disattesi), mentre, nel concreto contesto sanitario ed ambientale (evidenziato dalla stessa Magistratura savonese) trattandosi di una centrale termoelettrica che sorge in un’area densamente abitata, il fondamentale principio di precauzione prescritto dalla normativa statale ed europea in materia di IPPC, imporrebbe che fossero assunti a riferimento i valori minimi del range».
«Recenti fonti di stampa – prosegue il CTS – attribuiscono ai vertici della Regione Liguria l’affermazione, espressa in una sede istituzionale, secondo cui “da quando la centrale è spenta l’aria non è migliorata” e da fonte aziendale addirittura verrebbe attribuito sempre ai vertici regionali l’ulteriore frase: ”ora si potrebbero fare affermazioni diverse sugli studi epidemiologici” (il Secolo XIX 2-7-2014, pag. 15). Questo Comitato Tecnico Scientifico ritiene che tali affermazioni non possano corrispondere al vero (e in tal senso si attende evidentemente una smentita) giacché diversamente si porrebbero in insanabile contraddizione rispetto all’organo tecnico scientifico della stessa Regione (ARPAL) il cui direttore del distretto savonese, a proposito di questo argomento, ebbe ad affermare testualmente: «Non so se qualcuno ha ritenuto di fare confronti sui nostri dati ma escludo che siano valutazioni fatte da ARPAL. È certo che senza riferimenti meteo tali confronti sono completamente privi di senso. Così come valutazioni del genere necessitano senz’altro di periodi più lunghi per essere attendibili».
«Questo Comitato Tecnico Scientifico sottolinea, infine, come, nel progetto presentato, non risultano affermazioni circa l’abbandono definitivo del potenziamento della centrale con il nuovo gruppo VL6: si potrebbe dedurne che l’Azienda ha soltanto deciso una sospensione sine die della costruzione. Il progetto presentato dalla Tirreno Power si configura, oltre tutto, in contrasto con le imprescindibili esigenze di tutela dei beni primari della salute e dell’ambiente tutelati dalla vigente Carta Costituzionale rispettivamente negli artt. 32 e 9. Né possono essere scordate, al di là di varie gravi patologie, le morti in eccesso attribuibili all’esercizio della Centrale di Vado Ligure, fonte primaria e causa basilare, per varie decadi, dell’inquinamento industriale dell’area Savonese. Per tutto quanto come sopra sinteticamente esposto dopo un’attenta e precisa analisi documentata, questo Comitato Tecnico Scientifico ritiene che il progetto presentato dall’azienda non consenta un esercizio dei gruppi a carbone VL3 e VL4 conforme alle normative nazionali ed europee sulle MTD e in materia di IPPC. Poiché, secondo un rapporto rilasciato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) nel 2011, le morti in eccesso da inquinamento industriale, sono fonte addirittura di rilevanti costi economici oltre che sociali, questo Comitato Tecnico Scientifico richiede ai Ministri dell’Ambiente e della Salute di voler attivare, prima di ogni altra iniziativa, tutti gli strumenti idonei a salvaguardare le condizioni di salubrità dei luoghi di vita e dell’ambiente per tutti i cittadini ed una semplice, ma sistematica, indagine epidemiologica volta a conoscere il livello complessivo dello stato di salute della popolazione del savonese, ivi inclusi i lavoratori della centrale».


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