Sel: “addio all’autonomia del Porto di Savona”

«E così la fine dell’autonomia del Porto di Savona, la sua annessione Parlamento Aula 01all’Autorità Portuale genovese, senza tener conto di specificità, professionalità, progetti e potenzialità dello scalo savonese si sta avvicinando nell’indifferenza di chi dovrebbe avere una visione regionale della politica e dell’assetto del territorio ligure. Il Partito Democratico genovese si è sdraiato sulle proposte nazionali senza essere in grado di promuovere una visione veramente regionale dell’assetto portuale ed accettando soluzioni francamente sconcertanti. Genova e La Spezia, dunque, sono risconosciute come porti a carattere principale e strategico, mentre il Porto di Savona/Vado L. diventa scalo subordinato». Così dichiarano i dirigenti savonesi di Sinistra Ecologia e Libertà Anna Traverso (Responsabile Lavoro SEL Federazione Savona), Bruno Larice (Coordinatore Circolo SEL Savona) ed Elvio Tarditi (Coordinatore SEL Federazione Savona).

«Sembra impossibile che non si sia tenuto conto del ruolo che ha saputo giocare lo scalo savonese sia reinventandosi come terminal crociere, sia uscendo fuori con determinazione dalla lunga cridi degli anni ottanta per quanto riguarda le merci. O forse è proprio questo che dà fastidio al PD genovese ed ai vertici politici della Regione? Pare di sì, visto che il primo si è contrapposto al PD savonese non trovando nessuna mediazione politica su questo tema e la seconda ha taciuto (come peraltro fa spesso su argomenti di grande importanza per la nostra regione). Basta guardare la posizione geografica della Liguria per comprendere l’importanza che essa ha nell’ambito del Mediterraneo e come territorio strategico per i collegamenti tra sud e nord Europa e tra Nord-Africa ed Europa. E non bisogna nemmeno andare tanto indietro nel tempo per ricordare come il progetto di integrazione dei porti liguri (mai portato avanti) sia stata una proposta davvero strategica per il futuro possibile di tutti i porti della nostra regione e senza creare nessun tipo di gerarchia tra gli scali, ma investendo sulle specificità di ognuno».

«In sintesi, più che cercare gerarchie che paiono riportare indietro nel tempo antiche rivalità e desideri di egemonia, occorre lavorare su sinergie e collaborazioni che permetterebbero di sfruttare le specificità ed i punti di forza di ogni realtà, anche prevedendo specifici momenti di coordinamento istituzionale che abbia attenzione sia alle strategie di politica economica, sia alla logistica ed alla necessaria innovazione, in un quadro di costruzione comune delle politiche portuali liguri. SEL appoggia il movimento che sta portando avanti la comunità in difesa del proprio Porto. Nella crisi che la Liguria sta attraversando diminuire le possibilità di sviluppo e di autonomia gestionale dei soggetti produttivi è suicida. Inoltre il populismo di proposte che vogliono far apparire la crisi delle nostre istituzioni come un problema esclusivamente economico, senza un quadro istituzionale certo e senza tenere conto delle necessità dei territori sarà certamente mediaticamente vincente, ma non risolve uno solo dei problemi della nostra società. Questo vale per il sistema portuale e vale anche per le riforme istituzionali. Ma il Paese, la Liguria e Savona hanno bisogno di ben altre politiche».

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