Governo dei porti, parlamentari Liguri del Pd: “riconsiderare la decisione di intervenire con Decreto”

(Roma) – I parlamentari liguri del Pd hanno scritto al Presidente del Matteo Renzi 01Consiglio dei Ministri, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Del Rio e al Ministro Lupi in merito alla bozza, circolata nei giorni scorsi, degli articoli del decreto “Sblocca Italia” riguardanti il sistema di governo dei porti.

I parlamentari democratici sottolineano la necessità di intervenire per rafforzare l’integrazione delle piattaforme portuali e logistiche per costruire condizioni di maggiore competitività del Sistema Paese, e richiamano il documento elaborato dal Partito Democratico nella primavera 2014, affermando che “il processo di riforma deve poter avvenire all’interno di un disegno innovativo, che individui obiettivi e strumenti, a partire dalla realizzazione di una significativa autonomia finanziaria, per l’adeguamento delle infrastrutture e per la semplificazione delle procedure”.

In particolare Deputati e Senatori liguri affermano che “il semplice accorpamento di autorità portuali, che nel caso della Liguria, peraltro, riguarderebbe realtà non certo marginali o poco complesse, non appare oggi una modalità appropriata ed efficace per perseguire realmente tali obiettivi” e che “ l’utilizzo del decreto legge non sembra lo strumento adeguato”; chiedono perciò che sia “riconsiderata la decisione di intervenire per decreto su questa materia, così come auspicano anche le istituzioni, le realtà imprenditoriali, le rappresentanze del lavoro di molte realtà italiane”.

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Per questo suggeriscono di scorporare questo tema dal decreto “Sblocca Italia”, optando per un Disegno di Legge organico, “che consenta di compiere, in tempi certi, un confronto stringente con le istituzioni locali e regionali per individuare modalità utili a realizzare quel cambiamento vero di cui i porti italiani hanno grande bisogno”.

1 Commento

  1. Ma che “sblocca Italia”… A nessuno interessa che i Paese diventi ocmpetitivo e rialzi la testa, tantomeno che faccia concorrenz asui porti ai nostri aspiranit padroni europei. Qui stiamo assistendo ad una triste replica del governo del professore ma un po’ svecchiato, con tagli, privatizzazioni e smantellamento delle Istituzioni, obbedendo a precisi ordini europei.
    Ora il fiorentino stà in lite con Cottarelli che ha ereditato da Letta ( il quale l’ha avuto imposto dalla troika) e stà riorganizzando l’aparatop dei suoi consiglieri economici imperniandolo su tal Yoram Gutgeld, l’isreliano, (v. qui qualche recensione del personaggio: http://www.huffingtonpost.it/2013/11/21/yoram-gutgeld-matteo-renzi_n_4314617.html), uno cresciuto all’ombra di McKinsey per perpetuare una idea di mondo che si poggia su principi che definire discutibili è un complimento, che farebbero arrossire anche il bocconiano. Auguri…

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