40 anni del Premio Tenco: “Resistenze” è il titolo e il tema della prossima “Rassegna della canzone d’autore”

“Resiste” da 40 anni il Premio Tenco. E “Resistenze” è il titolo e il tema luigi tenco 00della prossima “Rassegna della canzone d’autore” di Sanremo, dal 2 al 4 ottobre al Teatro del Casinò. Nata nel 1974, festeggia in questo modo un compleanno importante. Resistenze al potere, sì, ma anche resistenze artistiche, musicali, di creatività, di costume, di linguaggio.

Nessuna connotazione politica, ma una forte testimonianza culturale in un affascinante viaggio di musica e parole attraverso le lotte per le libertà: dalle dittature, sia fasciste che comuniste, e contro le persecuzioni verso i nativi americani. Quindi appunto “resistenza” e non genericamente “opposizione”.

Quattro i mostri sacri internazionali attorno ai quali ruoterà la rassegna, affiancati nel cast da altri grandi artisti, italiani e stranieri, che saranno annunciati prossimamente. I quattro sono lo statunitense John Trudell, leader dei diritti civili degli Indiani d’America; il gruppo rock ceco Plastic People of the Universe, in prima fila nella denuncia del sistema totalitario sovietico; il portoghese José Mario Branco, fiero “resistente” al regime di Salazar; e Maria Farantouri, esiliata con Mikis Theodorakis all’epoca dei Colonnelli.

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A loro saranno assegnati i Premi Tenco, il massimo riconoscimento del Club, andato in passato a personaggi come Tom Waits, Vinicius de Moraes, Leonard Cohen, Caetano Veloso, Nick Cave, Patti Smith, Georges Brassens, Jacques Brel e molti altri.

“Resistenze” anche artistiche in un periodo di mutazioni quasi genetiche nella fruizione della musica, dove la canzone d’autore occupa una posizione sempre più marginale, specie in Italia. Il continuare a sostenerla con vigore, per di più in presenza di consistenti tagli dei finanziamenti pubblici, si traduce in un vero atto di resistenza.

L’evento è organizzato dal Club Tenco con il contributo del Comune di Sanremo, della Siae e del Casinò di Sanremo. Le prevendite per le serate della Rassegna si aprono online lunedì 4 agosto, sul sito www.premiotenco.it

John Trudell, padre di origine Santee Sioux e madre messicana, è ex-presidente dell’American Indian Movement e portavoce degli occupanti dell’isola di Alcatraz. Combattente in Vietnam. Nel 1979 un incendio nella sua casa nella riserva indiana Soshone del Nevada, probabilmente doloso, distrugge la sua intera famiglia: la moglie incinta, tre figli e la madre. L’incontro con Jackson Browne lo convince a trasformare in canzoni le sue poesie. E inizia a incidere nel 1983 il primo dei suoi sedici album.

I Plastic People of the Universe rappresentano una cultura underground d’avanguardia. Il loro arresto, nel 1976, e le relative condanne provocarono la nascita del movimento Charta 77 di Vaclav Havel. Un movimento destinato, attraverso un lavoro più che ventennale, a sfociare nella Rivoluzione di velluto del 1989. Il gruppo scatenò un grande meccanismo di solidarietà internazionale promossa dal poeta statunitense Ed Sanders, leader dei Fugs, a cui si è associato anche Mick Jagger.

José Mario Branco è cantautore, musicista, arrangiatore, attore teatrale e cinematografico. È stato esiliato a Parigi per undici anni, fino alla caduta del regime di Salazar. In questo periodo lavora producendo propri dischi e quelli di altri esuli, tra cui José Afonso e Sérgio Godinho. Tornato in patria, diventa l’epicentro musicale di quella ricchissima generazione di cantautori che interpreta magistralmente le speranze nate con la Rivoluzione dei garofani e che comprende fra gli altri, oltre ai citati Afonso e Godinho, anche Luis Cilia, Fausto, Adriano Correia de Oliveira.

Maria Farantouri è l’interprete privilegiata delle canzoni di Mikis Theodorakis. Da questo sodalizio è nata la diffusione a livello mondiale della musica greca. Durante i sette anni della dittatura dei colonnelli, dal 1967 al 1974, i due, costretti all’esilio, sono stati ambasciatori mondiali della musica popolare e della poesia ellenica. Hanno reso pubblici i versi di autori ritenuti scomodi, dai premi Nobel Elytis e Seferis a Ritsos, Kambanellis e Gatsos, dimostrando come il mettere in musica la poesia possa rappresentare una efficace arma di resistenza culturale.