Centrale TP, Rete Savonese Fermiamo il Carbone: “già rilevato un netto miglioramento della qualità dell’aria”

«In merito alle notizie recentemente riportate -crediamo in modo non centrale TP 00scientificamente approfondito- sulla presunta non riduzione dei valori inquinanti dopo la chiusura della centrale, è necessario segnalare che confrontando i dati medi giornalieri ARPAL per due mesi (e non solo di alcuni giorni a campione) relativi al periodo 10 maggio-10 luglio 2012 con l’equivalente periodo di quest’anno (i valori del 2013 non rappresentano un dato significativo dato ci risulta che la centrale abbia operato a regime ridotto) non è assolutamente vero che non si sia riscontrata una riduzione dell’inquinamento, ma bensì è ampiamente e facilmente riscontrabile un miglioramento molto accentuato della qualità dell’aria». Le precisazioni arrivano dalla Rete Savonese Fermiamo il Carbone.

«Si possono verificare molto facilmente – spiegano – le notevoli riduzioni di polveri PM 2,5 e PM 10 a Vado e Quiliano e di So2 a Vado Ligure (a Quiliano vi sono misure solo dal maggio 2013) consultando i dati originali delle centraline ARPAL pubblicati sul sito della Regione (e riportati negli allegati con il calcolo delle medie). È stato preso un campionamento abbastanza significativo di due mesi e chiunque può verificare con la massima semplicità e trasparenza se sono state correttamente effettuate le medie sui dati ARPAL. Tuttavia anche se estrapolando questi dati appare una cospicua riduzione di inquinanti, noi non ne facciamo un punto dirimente, anzi invitiamo comunque alla massima cautela perché un corretto approccio scientifico sui dati a disposizione è nell’interesse di tutti».

In particolare «Come rileva giustamente il Direttore dell’ARPAL, il confronto dei valori necessita di periodi più lunghi (annuale), e collegati a parametri atmosferici: intensità delle piogge, direzione dei venti, ecc. Inoltre vogliamo segnalare che è estremamente importante analizzare non soltanto le medie giornaliere, ma anche i picchi orari in concentrazione (che determinano i pericolosissimi effetti nell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio)».

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«Da ultimo, segnaliamo nuovamente che non basta confrontare i valori di PM (misura che definisce soltanto il diametro delle particelle), ma la composizione delle polveri, in particolar modo le pericolosissime nanopolveri PM1 PM0,1 e soprattutto i metalli pesanti (nichel, piombo, arsenico, mercurio, cadmio, cromo, ecc). I valori di PM da soli non sono rappresentativi del reale inquinamento di un territorio (nei valori di particolato sospeso sono compresi per esempio anche elementi naturali e non antropici, come l’aerosol marino, non nocivi per la popolazione). Anche a Taranto, ad esempio (dove è presente lo stabilimento ILVA sotto inchiesta della Magistratura) i valori di PM10 sono simili a Savona e non sono elevati, pur in presenza di un pesante livello di inquinamento da nanopolveri. I danni sanitari dovuti al particolato ultrafine (i più importanti quando si è in presenza di centrali a carbone) non ci risultano quindi rilevati da questo tipo di monitoraggi».

«Ribadiamo quindi che è necessario il massimo rigore scientifico in queste analisi che non debbono essere né emotive né superficiali, come del resto intendiamo fare come Rete fermiamo il carbone, nonostante che una lettura sic et simpliciter dei dati tratti da ARPAL testimoni notevoli riduzioni di inquinanti a Vado e Quiliano», conclude la Rete Savonese Fermiamo il Carbone.

1 Commento

  1. Stà a vedere che dai fumaioli usciva aria fresca di montagna. Avanti così, pur di non infierire colpo ai regionali che hanno PERMESSO per ANNI questa situazione..stà a vedere che i comitati a difesa e le organizzaizoni che per anni si sono adoperate per denunciare questo scandalo… stà a vedere che finiranno anche colpevoli di procurato allarme…

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