LA NONNA DEL CORSARO NERO – Intervista a Paola Allaria, “La goccia che scava la pietra”

di Sandra Berriolo – (Albenga). Paola Giovanna Allaria (Assessore al Paola Giovanna AllariaBilancio, Enti e Società partecipate). Ecco un altro avvocato in Amministrazione! Ma c’entra col Bilancio del Comune? «Beh quanto meno è necessario un tecnicismo particolare per queste materie, quindi se hai strumenti derivanti dallo studio e un po’ di esperienza, passi facilmente dalla teoria alla pratica. Inoltre venendo da un ambito forense si è abituati alle scadenze, all’organizzazione, alla preparazione di un incontro, all’aggiornamento costante».


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E una donna a gestire il bilancio mi pare un segno di fiducia ma anche una conferma del fatto che le donne in fondo hanno sempre gestito i bilanci familiari. «Le donne sono concrete, spesso più degli uomini, ma anche più sensibili. E questo serve perché a volte bisogna capire la verità di certe richieste oppure cosa c’è dietro una risposta».

Quindi nessuna ansia ad accettare questo incarico? «Se penso solo con la pancia rifiuto certi incarichi, ma se razionalizzo trovo un equilibrio. In effetti pensavo che mi sarei agitata di più, ma in realtà affrontando giorno per giorno le cose sono serena. In effetti sono già abituata nella mia professione ad usare questo approccio. Tutti e due gli impegni assorbono molte energie psicofisiche. Ma in fondo anche questo è il bello: la routine, le cose sempre uguali a se stesse ti annoiano o almeno ti demotivano. Se non sei contento di quello che fai prima o poi smetti di farlo, comunque».

Quindi adesso sarai l’Assessore più temuto ed ossequiato, eh eh. «E pensare che amo avere una vita riservata, amo la quotidianità, mi piacciono le cose semplici! Anche solo una passeggiata al mare o nei boschi mi dà serenità. Ultimamente ho riscoperto il giardinaggio, il lavoro della vendemmia, la raccolta delle olive. Sono attività che richiedono energia, quindi scaricano la tensione psichica e ti fanno ritrovare i gesti rituali e semplici che ci sono propri. Di fronte a una pianta ci sei tu e c’è lei, non ci sono sovrastrutture e puoi essere te stesso; nel lavoro spesso devi assumere un piglio deciso e determinato per far valere le tue idee, in modo che siano più difendibili. Il rapporto con la natura ti fa rientrare nelle cose semplici, nella gestualità e saggezza antica; ti ricorda le origini e ti fa stare coi piedi per terra».

Hai parlato delle origini: cosa pensi di aver ricevuto di importante dalla tua famiglia? «La serietà intellettuale e il modo di vivere e comportarsi, l’approcciare le situazioni in modo serio. L’educazione rigorosa è servita a farmi diventare quella che sono oggi. Ma anche di indole sono rigorosa, al di là dell’educazione: non ho fatto fatica ad adattarmi alle loro indicazioni».

Però una pazzia o un sogno nel cassetto nella tua vita ci sarà no? «Una pazzia magari no, però mi sarebbe piaciuto mettere in evidenza un mio aspetto artistico che ho nel carattere. Cioè la concretezza mi piace e credo sia doverosa però forse avrei potuto esprimermi anche artisticamente».

Tipo? «Ad esempio amo il balletto, la danza, il teatro, le mostre, gli spettacoli in genere. Ma non li ho mai praticati personalmente. Andare a uno spettacolo mi toglie lo stress. E poi credo che arricchisca, che cioè il gesto artistico esprima la bellezza in tutti i sensi e quindi ci possa completare. Invece anche nelle scuole questa parte della vita non viene considerata. Si fanno poche ore di storia dell’arte e di musica e invece servirebbero a capire da dove veniamo, noi italiani».

A proposito di musica…«Non la uso come sottofondo di lavoro perché rischierei di distrarmi andandoci dietro a canticchiare o battere la penna sul tavolo! Però mi piace. In particolare il jazz perché, pur non essendo immediato, mi coinvolge molto. E poi la lirica e la classica».

Passiamo agli animali. «Nella mia vita non è passato un giorno senza cani. Ne abbiamo sempre avuto e li amo molto. Ti insegnano molto sulla vita: da piccola dovevo già aiutare ad accudirli e ho imparato che vanno trattati come uno di famiglia, non puoi disinteressartene. E anche in questo caso impari l’organizzazione, perché la gestione va condivisa o devi sostituire i genitori se non possono seguirli per un giorno. Impari che ci sono dei riti quotidiani – il cibo, la passeggiata – che non possono essere saltati, quindi li devi sistemare in mezzo alle altre cose da fare. Un bambino si arricchisce dentro accudendo un animale perché impara la cura, l’organizzazione e l’affetto incondizionato. E poi noi abbiamo sempre avuto cani sorridenti, seppur con caratteri a volte particolari!».

Viaggiare ti piace? «Si, se si va al mare, al sole, dove ci sono tramonti infuocati. Son stata in Norvegia: bella, certo, però l’emozione di un tramonto sulla spiaggia è impareggiabile!».

Come mai una così rigorosa ama poi anche tanto il sole? «È terapeutico, mi asciuga, un po’ come la sensazione che dà la sauna».

Dove non sei stata e invece ti piacerebbe? «Ai Tropici ovviamente, per il sole! Ma anche in India per l’aspetto metafisico, spirituale. Tutto l’Oriente è intrigante per la cultura diversa che c’è. Il viaggio oltre che per il piacere si dovrebbe fare per ampliare le proprie conoscenze, per avvicinare abitudini e popoli: ti aiuta ad essere una persona migliore».

Nelle abitudini diverse dalle nostre c’è anche il cibo. «Ecco, lì io pecco un po’ perché evito gli estremismi culinari. Ho rifiutato il filetto di balena ad esempio, perché è carne scura e grassa e somiglia al fegato che io non mangio; quindi mi sono accorta che io non rifiuto per pregiudizio a priori ma per somiglianza ai miei gusti ormai radicati».

In linea generale che rapporto hai col cibo? «Se sono nervosa non mi butto sul cibo, io mangio per vivere non vivo per mangiare: mangio un po’ di tutto in modo normale. Non mi piace cucinare; sono fortunata che c’è ancora chi lo fa per me».

Già, le donne di famiglia. Ecco parliamo delle donne in genere. «Se guardiamo agli episodi di violenza sembra che la donna non abbia fatto nemmeno un passo avanti, ma se un uomo si sente destabilizzato dalla donna moderna allora vuol dire che passi ne sono stati fatti eccome! L’uomo di oggi non riconosce più i ruoli tradizionali e ingessati di un tempo, fa fatica a tenersi al passo. Le quote rosa sottolineano la differenza tra i sessi ma senza quelle io e le altre in Amministrazione non ci saremmo. È un’occasione per dimostrare quanto valiamo».

Parliamo di Albenga. «Vorrei che assumesse il ruolo di città che merita. È bella, si può uscire di casa con una certa tranquillità; non sarà il centro del Mondo ma dovrebbe essere rivalutata e conosciuta meglio, cioè conosciuta non solo per i prodotti orticoli e gli avvenimenti di cronaca negativi che succedono. Si può spaziare tra mare e montagna. A Finale ad esempio sono stati bravi a farsi apprezzare, eppure non hanno il nostro bellissimo centro storico».

rubricasandrahome1In questa tua esperienza di amministratore cosa vorresti lasciare? «Vorrei essere ricordata come un buon amministratore per una gestione equilibrata».

Come ti definiresti? «Come una goccia d’acqua, in tutte le cose. Sono costante e alla fine arrivo dove desidero».

Gli altri come ti vedono? «Di me qualcuno vede solo l’interesse artistico (“vai sempre a vedere spettacoli”), altri mi riconoscono la perseveranza e il rigore professionali; le persone con cui ho collaborato per anni credo mi stimino per questo».

C’è da migliorare? «Certo, in particolare sulla comunicazione, proprio perché sono un po’ riservata. Però non esiste una doppiezza, una Paola nascosta perché quando entro in contatto con una persona mi manifesto apertamente e con naturalezza».

* Nella foto (SB): Paola, la goccia d’acqua, brinda solo con acqua perché è astemia!

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

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