LA NONNA DEL CORSARO NERO – Intervista a Emanuela Picasso, “la selvatica”

di Sandra Berriolo – (Albenga). Emanuela Picasso (Consigliere con Emanuela Picasso SB1delega alla Valorizzazione del Centro Storico). Ecco un’altra “remigina” come si diceva un tempo; prima volta in Consiglio: impressioni? «Io non ero emozionata la prima sera; ero e sono consapevole di quello che sono là a fare quindi affronto con razionalità la cosa. Anzi, se devo dire, ho trovato il primo Consiglio troppo lungo per quel che c’era da fare».

Pragmatica e pratica; il tuo progetto per il centro storico? «Mi piacerebbe far diventare il centro storico una piccola Svizzera: pulito, arredi essenziali e senso civico di ciascuno. Io ci vivo nel centro storico e credo che la riqualificazione dipenda anche dall’impegno dei cittadini. Mi viene in mente che se ti trovi in un posto molto pulito sei in imbarazzo a buttare una cicca per terra. È più facile aver senso civico e collaborare in un bell’ambiente, con l’aria pulita; insieme si crea la cultura del bello. Perché la cultura si respira, si percepisce; non puoi spiegarla ad un bambino, basta che ce lo fai vivere dentro».

I bambini, i giovani sono il nostro futuro: «Adoro i giovani; bisogna partire da loro perché ragionano senza preconcetti. Mi piace ascoltarli perché sono liberi e da loro si può imparare; nonostante i bombardamenti della società sono ancora i più puri».

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Ed Emanuela che bambina era? «Solitaria e indipendente. Già la maestra delle elementari mi definiva “selvatica”».

E cosa voleva fare quella bambina indipendente, da grande? «Al liceo ero convinta per la Magistratura ma da piccola avrei voluto diventare una gelataia! Mi piaceva inventare i gusti, ad esempio quelli ai fiori che ancora non c’erano in quegli anni. Perché i fiori mi son sempre piaciuti e adesso se voglio farmi un regalo compro fiori da mettere in casa».

Ma allora non sei solo razionale! «Sì, lo sono per certe cose ma poi mi emoziono da morire in Piazza del Campo a Siena; non so se è per l’architettura, per le proporzioni ma è il posto che mi emoziona di più al mondo!».

Però ti piace viaggiare? «Sì, solo che ho poco tempo. Vorrei ad esempio andare in India. Lo scorso anno ho ospitato un ragazzo col “progetto intercultura”; parlava solo inglese e all’inizio ero preoccupata che la differenza di cultura, oltre che di lingua, fosse un problema. Invece ho scoperto un ragazzo speciale, molto rispettoso, persino in modo imbarazzante. Pensa che faceva l’inchino ai miei genitori, in quanto persone più grandi di lui, e si stupiva del fatto che mio figlio si permettesse di rispondermi quando gli rimproveravo qualcosa. L’India è un Paese che può far paura, se pensiamo alla condizione delle donne, ma è ovvio che ci sono situazioni sociali differenti. Io sono in contatto tramite Facebook con lui e i suoi genitori perché sono in grado economicamente e culturalmente di accedervi, poiché appartengono alla borghesia emergente. Ma credo sia un Paese comunque affascinante da visitare e conoscere. Anni fa invece ero attratta dall’Occidente del mondo, l’America in particolare: ritenevo e credo tuttora che sia il Paese della libertà e della possibilità di farcela per tutti».

Quindi il viaggio cosa può dare ad una persona? «A volte sei in un posto bellissimo ma in una situazione che non ti piace altre volte hai ricordi bellissimi di luoghi normali: quindi il posto non è tutto. Viaggiare è conoscere, o almeno avvicinare, una realtà diversa dalla tua e assorbirla vivendola un po’. Come succede ai bambini: non devi spiegare tanto, basta che fai vivere loro le cose. Così ti arricchisci e impari lati della vita che in genere sottovalutiamo o cui non diamo importanza».

Passiamo all’argomento più ricorrente di questi incontri: le donne. «Io vengo da una famiglia matriarcale. La più grande donna che io abbia conosciuto è mia nonna Maria. Non ha mai detto in vita sua “non si può fare”, per lei “tutti i problemi si affrontano”; è concreta, non ha paura di niente. Ma è anche femminile: tutte le settimane va dal parrucchiere e la vedi sempre in ordine. Ancora adesso è un punto di riferimento per la famiglia. Da lei ho ereditato la costanza, però vorrei avere anche solo metà dell’energia che ha lei!».

È importante la costanza? «Certo! Se vuoi raggiungere un obiettivo è fondamentale, soprattutto in questa società dell’immediatezza dove non si affrontano più le difficoltà».

Che obiettivi hai? «Adesso di occuparmi della mia città. Ma anche di imparare l’inglese».

Sempre obiettivi concreti eh? Mai qualcosa di un po’ frivolo? «Ma sì! Appena potrò me ne andrò, dopo diciannove anni, per una settimana a Formentera: solo mare e relax».

Mare e non montagna per il relax? «Odio la montagna; il mare invece mi dà la sensazione di libertà. Amo anche il vento e i temporali estivi per l’energia che contengono e trasmettono. Il rapporto con la natura è fondamentale, dà emozioni autentiche. Quando sono stata alle Dune du Pilat sull’Atlantico mi sembrava di essere sulla luna. La natura è pura come i bambini e ti dà spunti per affrontare la vita in modo positivo, con i suoi colori, odori, il vento, gli habitat diversi».

Ma allora sei anche energetica! E con lo sport come siamo messe? «Io sono l’antisportiva per eccellenza. Magari mi piacerebbe anche, ma sono pigra; a volte ci provo ma non ce la faccio, in questo non sono costante. L’unica concessione che faccio alla montagna è lo sci, perché si scende».

Passiamo alle letture preferite. «Libri di saggistica attuale, ma per rilassarmi invece sfoglio le riviste di viaggi, moda, cucina».

rubricasandrahome1Ah già, la cucina: «Non mi piace cucinare anche se, come molte di noi, l’ho sempre visto fare. Mangio tutto ma non posso fare a meno del cioccolato, in particolare quello fondente: mi fa star bene. Quando ero all’Università invece preparavo gli esami alternando patatine e cioccolato, una roba da nausea!».

Passiamo alla musica preferita: «Vasco Rossi! Mi piace perché è ribelle e quando son da sola canto anche. Se voglio qualcosa di più tranquillo ascolto la musica classica».

Vale ancora l’appellativo “selvatica” che ti aveva dato la maestra? «Sì, Sì! Io sono così e non mi disturba se me lo dicono perché significa che non mi adeguo a certe convenzioni; voglio rimanere indipendente. Sto anche volentieri da sola, non ho bisogno di compensare. E poi a volte ci si sente soli in mezzo alla gente e ci si chiede “ma io cosa c’entro qui?”».

Però hai un animale: «Ovviamente ho un gatto; e i gatti non si adeguano a te ma casomai succede il contrario. Lui è indipendente come me: se ne esce nei vicoli finché vuole e poi torna a casa».

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

** Per leggere tutte le interviste “inusuali” de La Nonna del Corsaro Nero, clicca qui.

9 Commenti

  1. @Giovanni
    La censura colpisce sempre chi dice il vero!! La verità offende!!!

  2. Beh ….vista la lunghezza del primo consiglio direi che va bene.
    Per quanto riguarda il parlare, tante volte meglio tacere e probabilmente la sig. Picasso la ben capito.
    Razionalità , pragmaticita’, buon senso, avanti così …si presenta bene 😉

  3. @giovanni, non se la prenda se ho scritto la verità. Leggendo le interviste di corsara ho ritenuto questa ultima la peggiore. Qui , la consigliera intervistata, denota un tono sprezzante ed un elevato livello di presunzione che alla prova dei fatti, in consiglio comunale, si squaglia dimostrando inadeguatezza nel non saper esprimere un seppur minimo intervento. Tutti, anche quelli che nelle interviste passate hanno espresso una apprezzabile umiltà, sono intervenuti..la saccente intervistata, invece, scena muta. Mi dispiace ,ma è quello che penso.

  4. @Gianni Rossi
    Meglio stare zitti e passare per scemi che aprire bocca e levare ogni dubbio .
    @Almirante
    Se avessi seguito con attenzione il consiglio comunare ti saresti accorto che Emanuela Picasso non è stata l’ unica a non parlare .
    @ingauno DOC
    Scrivi delle fesserie così grandi che persino il sito te le censura .

  5. @Gianni Rossi @Almirante
    io aggiungerei… speriamo faccia spesso così!! XXXXXXXXXXXXXXXXXX non oso pensare quali danni farà in comune!!

  6. Confermo l’intervento di Gianni. Ho visto il consiglio comunale in tv e l’unica che non ha proferito parola e’ questa consigliera qui sopra. Dice di non essere timida, sarà veramente muta ?

  7. Oltre ad essere selvatica la definirei muta. Nel primo consiglio comunale hanno parlato tutti tranne lei…

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