LA NONNA DEL CORSARO NERO – Intervista a Ginetta Perrone: l’Università dell’Opposizione

di Sandra Berriolo – (Albenga) – Ginetta Perrone (Consigliere di Ginetta Perroneminoranza, Forza Italia) – Ginetta si presenta a me pronta a farmi una domanda. Poi si risponde da sola: «La gente o mi ama o mi odia perché non ho vie di mezzo, non ho “drenaggio” o filtri; questo da una parte mi fa piacere perché è quello che sono e quello che dico è la verità che penso; purtroppo spesso molti non son disposti a sentirsi dire le cose in faccia. Anche nelle amicizie son selettiva: preferisco sentirmi dire una cosa che mi fa male e poi lavorarci con chi me l’ha detta piuttosto che la falsità. Nella chiarezza si discute e si cresce. Il compromesso non è il mio forte».

Questo è un atteggiamento attuale o sei sempre stata così? «Così da sempre, solo che col tempo ho imparato a moderare la forma, il tono. Le stesse cose si possono dire anche in altro modo rispetto alla veemenza. Ho imparato soprattutto dai momenti in cui ho ferito persone, seppur senza volerlo, con le mie parole; oggi ci sto molto più attenta».

Quindi, tanto per entrare in un mondo molto diplomatico, ti sei data alla politica! «Eh si, mi piace molto la politica locale perché è più tangibile e alla mia portata. In tanti anni non mi ero mai messa in gioco e invece questa volta ne ho avuto il coraggio; è stato grazie ad una forte amicizia ventennale con una persona in cui credo; quindi ci ho visto una cosa buona da fare e non solo tanto per fare; mi ci vedo bene insomma, in questo momento».

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E vabbè però l’opposizione… «No no anzi, son contenta come prima volta di non avere la responsabilità di un assessorato. Prima devo capire bene il meccanismo amministrativo, oltre che politico; è dalla campagna elettorale che studio e mi documento. Come insegnante la cosa non mi spaventa: sono abituata ad aggiornarmi. E poi ho voglia di capire e collaborare. Spero che questa esperienza duri cinque anni così imparo bene, come fare un corso di laurea!».

Allora l’inizio di questa avventura ti è piaciuta? «Li conosco e li stimo, quelli della maggioranza; come noi hanno tanta voglia di fare. La sera del primo Consiglio è stato bello e c’era serenità; anche chi in genere fa polemica ha manifestato voglia di impegnarsi e di tutelare i cittadini. Solo Vio e Papaplia secondo me hanno rovinato l’atmosfera levandosi i sassolini, in un momento poco opportuno e in modo poco signorile. Purtroppo io credo ancora nella stretta di mano tra galantuomini».

Insomma una pasionaria all’opposizione? «Sì sono attiva e metto passione in tutto. Pensa che dopo tanti anni ancora adesso la mattina mi alzo contenta di andare a scuola. E per me è indispensabile questo entusiasmo: quando mi accorgerò che mi pesa mi licenzierò perché i ragazzi non devono subire l’insegnante».

E poi fai altre cose: «Sì, il Centro Aiuto alla vita che mi da tanta gioia. Perché la gente non ha solo bisogno di cose ma spesso soprattutto di qualcuno che li ascolti e li consigli. E poi mi piace organizzare cose per gli altri. Ad esempio mi galvanizza il “Family dance” dove tutti giocano e ballano; adoro far sorridere e gioire chiunque».

Seguire le ragazze in difficoltà è un bell’impegno, non è solo farle sorridere: «Eh no! Mi è capitato tre volte di andare con loro in sala parto, visto che erano sole, anche di notte. Ma la gioia è stata grande anche per me».

Insomma sei generosa e sempre positiva. «In generale credo di sì, ma sono invece gelosa dei miei affetti, delle mie amicizie che condivido poco volentieri».

Come mai questa paura? «Forse perché io e mia mamma siamo rimaste sole presto. Papà era solare e giocoso. Ogni domenica mi portava all’aeroporto di Villanova e io salivo sui biposto e sognavo; avevo un cugino che si lanciava col paracadute ma più tardi, mancato mio padre, mai mamma mi avrebbe permesso di imitarlo. Lei era più saggia ed è stata brava con me che non ero facile da ragazzina. Aveva paura di perdere anche me, ma mi ha insegnato il rispetto per gli altri».

Oltre la famiglia chi è stato importante per te? «Son cresciuta all’ombra del campanile, quindi don Sappa, che mi ha fatto amare la filosofia; poi don Zunino, don Rinaldo e adesso don Gigi e don Suetta. Tutti diversi tra loro ma tutti mi hanno spiegato e dato qualcosa in cui credere. La mia forte fede la devo al percorso fatto con loro».

Quindi, data questa esperienza giovanile di famiglia e il percorso di fede, che rapporto hai con la solitudine? «Così come mi piace stare con la gente ugualmente non mi pesa stare da sola; ho imparato a convivere bene con me stessa. Anzi è proprio quando mi sento bene che mi ritiro da sola nel mio “eremo” a Nava».

E allora che succede? «Niente musica, niente televisione, solo libri. Ecco i libri: un’altra cosa oltre gli amici di cui son gelosa. Se vuoi leggere un mio libro piuttosto te ne compro uno uguale ma non te lo presto».

Cosa ti piace leggere? «Mi piace un po’ di tutto ma quello che adoro è Camilleri di cui ho letto qualunque cosa. Certo mi piacciono molto i gialli quindi Montalbano è il mio preferito. Però quando sono giù di morale leggo anche Fabio Volo e cose più leggere. E poi sembrerà strano ma guardo molto come è la copertina: preferisco quelle delicate, ecco perché mi piace tenere in mano Sellerio e Adelphi».

Se volessi consigliarci una lettura? «”Siddharta”; lo trovo particolare e nel tempo rileggendolo trovo sfumature che prima non vedevo. E di più recente invece “Cercasi Ben disperatamente” di Julia Romp; è una storia vera di una madre single con un figlio incapace di comunicare col mondo e Ben è un gatto randagio. Mi è piaciuto per lo spirito di questa madre che è sempre positivo, che non vede come una fatica seguire un figlio non facile, anzi ha la percezione che le cose miglioreranno; insomma non si autocommisera».

E i giornali invece? «Ormai leggo online per tenermi aggiornata; ci tengo molto perché non mi piacciono quelli che parlano senza cognizione di causa. La mattina mi alzo mezz’ora prima per leggere i giornali online e poi commentarli con gli amici. Ma se una cosa non la so, te lo dico chiaramente che non la so, non faccio finta. La verifica e il dubbio li insegno anche a scuola ai miei ragazzi. Prima avevano paura a manifestare un dubbio, adesso al minimo tentennamento mi dicono “credo di avere un dubbio”».

rubricasandrahome1Cosa volevi fare da grande? «Il medico. Invece, appena finite le Magistrali, mi hanno chiamato le suore del Faa di Bruno per un anno di supplenza; non ho mai più smesso e ne sono felice, comunque».

E adesso hai un sogno nel cassetto? «Si, tornare in Africa; ero stata con le suore in un orfanotrofio – ospedale in Kenia – per quaranta giorni. Ho imparato tanto e vorrei portarci i miei figli; ho ricevuto più di quel che ho dato. Impari ad apprezzare le piccole cose, vedendo quei bambini che non hanno niente e nessuno che però giocano, ridono e cantano».

Allora esiste il mal d’Africa? «Si se vivi l’Africa vera, se vai a portare le medicine nella savana».

E qualche altro desiderio? «Creare una casa per ospitare le mamme, un po’ come alla Mangiagalli di Milano. Come diceva Paola Bonzi: passi incauti ma grandissimi. Anche una piccola cosa potrebbe essere di grande utilità».

Le donne, a che punto siamo? «Non siamo messe bene. Si son fatti passi da gigante ma se togli lo sguardo da alcune privilegiate (imprenditrici, scienziate, ecc.) vedi tutte quelle che non hanno la forza di ribellarsi a certi soprusi. La parola “sola” spaventa ancora molto. Si è troppo abituate a subire: l’inferiorità è durata talmente a lungo che ce n’è ancora una coda».

* Nella foto (SB): Ginetta con un’acqua tonica davanti al mare

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

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