Il progetto “Murialdo: Arte e Storia” premiato dalla Compagnia S. Paolo

di Claudia Maritano – A pochi mesi dalla costituzione ufficiale bottiglia tappo festeggiamento generica1dell’Associazione “Murialdo: Arte e Storia”, impegnata nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico e artistico del paese valbormidese, già si raccolgono i primi frutti di tale straordinario impegno: la Compagnia di San Paolo di Torino ha, infatti, premiato il progetto di recupero dell’antico Oratorio di Sant’Agostino con un contributo pari a 90.000 euro, destinato al restauro delle coperture.

L’edificio, che conserva al suo interno un pregevole e inedito ciclo di affreschi quattro – cinquecenteschi raffiguranti la Passione di Cristo, potrà così essere messo in sicurezza già nel corso dell’estate, al fine di preservare il prezioso tesoro nascosto, in vista di un prossimo recupero. L’Associazione, costituita da laici volontari, sensibili alla conservazione delle testimonianze storiche del proprio passato, ha inoltre avviato una campagna di sensibilizzazione dei propri concittadini e non, e una raccolta fondi volta a reperire ulteriori risorse necessarie alla prosecuzione del progetto. Durante la serata organizzata per venerdì 6 giugno alle ore 20,45 presso il Palazzetto dello Sport di Murialdo, verrà altresì illustrato il secondo intervento messo in campo dall’Associazione, ovvero il restauro della bellissima facciata della Chiesa Parrocchiale, bisognosa di interventi conservativi e di messa in sicurezza.

“Murialdo: Arte e Storia”, che ha sede in Borgata Ponte n. 4 e che ha un proprio sito internet (www.murialdoartestoria.it), può già contare su 22 soci fondatori; ha inoltre presentato richieste di contributi presso la Fondazione Agostino De Mari di Savona e alla Banca Popolare di Novara. Ci si augura che un altro tassello del patrimonio culturale della Valbormida possa essere restituito alla sua originaria bellezza; è indubbia la valenza storico-artistica di un intervento di conservazione e restauro ed è ormai chiaro ai più che con la cultura si può fare economia, magari su piccola scala. Del resto i grandi numeri nei nostri territori sono un concetto che ormai appartiene al passato.

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