Il dopo elezioni: l’anno zero del centro-destra

di Francesco Canobbio – Le ultime elezioni Europee sono state davvero Punti interrogativideludenti per i partiti di centro-destra: Forza Italia ampiamente sotto il 20%, l’N.C.D. appena sopra il 4%, si sono salvati solamente la Lega Nord, ritornata ai suoi livelli medi e Fratelli d’Italia che ha aumentato il suo consenso pur non raggiungendo la soglia di sbarramento.

Il leader storico, Silvio Berlusconi, è in fase di declino ed è ormai necessario anche per la destra un rinnovamento generazionale.

Il prossimo leader non dovrà però nascere a tavolino ma dovrà emergere sul campo, tra la gente, attraverso il dialogo soprattutto con le persone che hanno deciso di disertare le urne.

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Il centro-destra potrà ritornare a essere competitivo solo se in questi mesi verrà data la possibilità ai tanti giovani di poter veramente emergere con merito e non attraverso logiche di cooptazione.

Solo con una competizione aperta tra idee e programmi potrà venir fuori un uomo o una donna capace di rappresentare nuovi contenuti e linguaggi conquistando così un proprio popolo.

Una situazione come quella emersa dall’ultima tornata elettorale fa certamente felici i simpatizzanti del Partito Democratico ma non è l’ideale per una democrazia matura. Ad oggi, infatti, non esiste un’alternativa di governo credibile a quello attuale né un leader in grado di sfidare alla pari Matteo Renzi e in una democrazia civile l’alternanza di governo è essenziale.

Si devono costituire i presupposti perché possa nascere un’alternativa liberal-popolare che si contrapponga alla proposta social-democratica del PD, come in tutti gli altri paesi democratici che conosciamo. In Francia, Spagna e perfino in Grecia esiste già una situazione di questo tipo.

Il centro-destra ha bisogno di una rottamazione o meglio, per usare un termine diverso, una formattazione per far avanzare una classe dirigente nuova capace di opporsi in maniera adeguata all’attuale maggioranza politica del paese.

Un nome fra tutti da seguire è certamente quello di Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia, che nonostante l’ondata Renziana ha resistito nella sua città con oltre il 46% dei consensi e che oggi ha dichiarato: “Serve una decisa apertura alla società civile, alle persone per bene con l’organizzazione di primarie per tutti i ruoli chiave del partito”. Penso che se la destra, in futuro, decidesse di seguire queste parole, si creerebbero finalmente i presupposti per la creazione di un sistema politico degno di un paese Europeo e civile.

2 Commenti

  1. siamo sicuri che il pd renziano sia davvero una forza socialdemocratica e non siano loro i liberal-popolari (cioè la nuova dc)? il fortissimo consenso ricevuto vuol dire anche che Renzi non è visto come di sinistra

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