Elezioni Europee – Intervista a Brando Benifei, candidato con il Partito Democratico, circoscrizione Nord-Ovest

di Francesco Canobbio – Oggi ho davvero il piacere di intervistare Brando Benifei che con i suoi 28 anni è il più giovane candidato del Partito Democratico alle prossime elezioni Europee. Si presenta nella nostra Circoscrizione (Nord-Ovest).


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Spezzino di nascita ma cresciuto con la passione per l’Europa. Iniziamo con una domanda semplice ma chiara:

Brando BenifeiPerché hai deciso di candidarti?

Ho deciso di mettere a disposizione l’esperienza che ho accumulato sulle questioni Europee in questi anni come responsabile Europa del PD Liguria e dei Giovani Democratici a livello nazionale, come Vicepresidente europeo della organizzazione giovanile del Partito Socialista Europeo, come consigliere provinciale.

Credo che candidarmi sia il modo migliore per mettere a frutto queste competenze e la conoscenza del territorio che ho sviluppato parallelamente, provando a portare per la prima volta almeno un rappresentante della mia generazione al Parlamento Europeo, come chiesto dai giovani del PD che hanno chiesto il mio inserimento in lista.

Europa e Giovani: quale ruolo pensi possano avere le nuove generazioni nella costruzione dell’Europa?

Possono svolgere un ruolo fondamentale, anche se in questo momento le giovani generazioni si trovano nella posizione più difficile, si pensi solo all’elevato tasso di disoccupazione giovanile che è una vera e propria piaga Continentale. Il futuro del progetto Europeo dipende dalla capacità dell’Europa di convincere i giovani che il progetto dell’integrazione è ancora valido ed utile, in primo luogo per risolvere i loro problemi quotidiani.

Il Lavoro è il tema centrale di questa campagna elettorale, soprattutto per gli under 30: quali azioni l’Europa deve perseguire con maggiore incisività nei prossimi anni?

È necessario incrementare il finanziamento per la Garanzia Giovani, ancora insufficiente, ma soprattutto intraprendere iniziative per favorire una ripresa degli investimenti, come l’inserimento della cosiddetta “regola d’oro” a livello europeo, per scorporarli dal calcolo del rapporto deficit/pil. Gli investimenti di oggi sono i profitti di domani e i posti di lavoro di dopodomani, per questo non devono essere penalizzati da discipline di bilancio che non tengono conto, ad esempio, della necessità ormai ineludibile di allentamento del patto di stabilità interno, per ridare fiato agli enti locali.

Dopo questi anni di crisi economica la fiducia nell’Europa è crollata, soprattutto tra i piu’ giovani, come si può riavvicinarli al sistema Europa?

Possiamo riavvicinare i giovani mostrando che l’Europa è ancora capace di cambiare, offrendo soluzioni e opportunità e non solo diktat, per esempio incrementando l’entità delle borse di studio Erasmus, ancora troppo basse per rendere davvero questo programma accessibile a tutti, a prescindere dalle condizioni socio-economiche di partenza.

Se ti dico Stati Uniti d’Europa cosa ti viene in mente?

È un progetto che deve essere il nostro orizzonte, da realizzarsi il prima possibile per restituire sovranità decisionale alla nostra Italia, oggi una nazione medio-piccola in un mondo molto cambiato, fatto di grandi Paesi-continente e di forze della finanza internazionale capaci di scommettere e guadagnare sul fallimento degli stati.

L’Europa federale, diversa dall’attuale Unione, troppo distante dai cittadini e ancora troppo bloccata nei suoi meccanismi decisionali, è una scelta importante per recuperare questa capacità di agire in una dimensione superiore, almeno su alcuni grandi temi come lo sviluppo infrastrutturale sostenibile su scala europea, il governo dell’immigrazione, la difesa comune.

Questa prospettiva è il contrario del “superstato europeo”, agitato come uno spauracchio dai leghisti e dai grillini in chiave polemica contro l’Unione, è invece proprio il modo per rendere più democratica e comprensibile ai cittadini la nostra Unione, dotandola di poteri maggiori su alcuni temi da gestire in comune, lasciando agli stati membri la competenza per agire singolarmente negli altri ambiti.

Cosa diresti ad un ragazzo disilluso e disgustato dalla politica per convincerlo ad andare a votare per te alle prossime elezioni Europee?

Gli direi che queste elezioni sono fondamentali, un vero spartiacque: questo voto può veramente invertire la rotta fallimentare di questi anni. Gli ricorderei anche che l’integrazione europea non è tutta da buttare, ci ha garantito diritti di libertà e pace in una misura che ci invidiano i giovani di Paesi europei ma fuori dall’Unione come quelli dei Balcani occidentali (es. Serbia, Montenegro), realtà che ho potuto conoscere grazie all’attività politica Europea di questi anni e che mi hanno fatto capire che il sogno di Spinelli, padre fondatore dell’Europa e antifascista confinato, può essere completato proprio se la mia generazione riprenderà consapevolezza del suo ruolo storico.

Il candidato della sinistra più radicale, Tsipras, sostiene che tra Schulz (P.S.E) e Juncker (P.P.E.) non c’è differenza; come replichi a questa affermazione?

È lo stesso discorso che fa Grillo ed è falso. Il PSE ha sempre avuto un approccio critico alle politiche di austerità promosse dalla destra europea, ma trovandosi in minoranza nel Parlamento Europeo e nel Consiglio ha sempre dovuto cercare compromessi. Ora abbiamo la possibilità di dare una maggioranza progressista all’Europa votando PD-PSE, per rompere lo schema della grande coalizione perenne anche in seno all’Unione Europea e avviare finalmente un piano di crescita sostenibile su scala europea, da sostenere con la tassazione delle transazioni finanziarie speculative.

Un voto per Tsipras è un voto che di fatto favorisce la vittoria del Partito Popolare Europeo, poiché è stato deciso che il gruppo politico che otterrà un seggio parlamentare in più dell’altro avrà diritto a esprimere il Presidente della Commissione Europea. La sfida dunque è tutta fra PSE e PPE.

In Italia il Movimento 5 stelle, in Francia il Front National sono sopra il 20% nei sondaggi: c’è il pericolo che si formi una grande forza Euroscettica all’interno dell’Europarlamento che metta fortemente in discussione l’Europa stessa?

Sì, il pericolo esiste. È per questo che è urgente che l’Europa mostri la capacità di riformarsi e cambiare veramente, togliendo argomenti a chi cavalca la rabbia non proponendo però vere soluzioni.

Hai aderito all’iniziativa “Riparte il Futuro” dell’associazione Libera di Don Ciotti contro la corruzione. Perché hai scelto di supportare questo progetto e cosa intendi fare in concreto se sarai eletto?

Il problema della lotta alla corruzione è fondamentale e la scala europea è quella più idonea per affrontarlo, essendosi estesi anche questi processi su scala sovranazionale. Se eletto intendo impegnarmi per il rispetto della legalità: bisogna implementare la collaborazione fra Stati, provvedere all’adeguamento delle diverse normative (si pensi al reato di auto-riciclaggio che ancora oggi in Italia manca) senza sottovalutare il ruolo che può essere giocato dal punto di vista della prevenzione socio-culturale. In questo ambito l’azione dell’Europa potrebbe essere molto determinante, in quanto non si può prescindere dall’attuazione di politiche sociali che siano in grado di garantire come diritti ciò che la criminalità organizzata assicura come favori.

Grazie a Brando Benifei per le importanti risposte date. Viste le tematiche in gioco le prossime elezioni Europee sono davvero fondamentali per il nostro futuro ed è per questo che invito tutti ad andare a votare il 25 Maggio, dalle ore 7 alle ore 23.