Regione Liguria, “Piaggio Aero di Sestri Ponente non si tocca”: le cronache e i commenti (Pd, Fi, Lega, UdC)

Un impegno comune per il mantenimento della produzione nello Palazzo Regione Liguria scritta  fp1 x00stabilimento Piaggio di Sestri Ponente e il coinvolgimento diretto della Presidenza del Consiglio dei Ministri nella trattativa nazionale. È quanto hanno sottoscritto questa mattina i Consiglieri Regionali della Liguria approvando all’unanimità un ordine del giorno, al termine di un lungo incontro con una delegazione di lavoratori.

LE CRONACHE E I COMMENTI (1) – “Ripartiamo dall’accordo del 2008 – ha proposto il capogruppo PD Nino Miceli durante l’incontro con i lavoratori – nel quale era scritto che entrambi i siti produttivi di Sestri Ponente e di Villanova d’Albenga sarebbero stati mantenuti. È un obiettivo ancora valido per il quale vale ancora la pena lottare”.

Riprendendo un ordine del giorno già approvato dal Consiglio il 18 marzo scorso, il documento impegna il Presidente Burlando su un duplice fronte di trattativa. In primo luogo, ad “agire nei confronti dell’azienda affinché siano interrotti tutti gli atti unilaterali che potrebbero costituire motivo di rottura tra cui, in particolare, la sospensione del trasferimento a Villanova d’Albenga”, così come chiesto dalle rappresentanze sindacali sia di Finale che di Sestri.

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L’ordine del giorno punta inoltre a rafforzare il mandato del Presidente Burlando, che lunedì incontrerà il Ministro dello Sviluppo Economico, chiedendo il pieno coinvolgimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nella trattativa, il Presidente Burlando è impegnato a sostenere “le ragioni sociali e produttive del mantenimento della produzione nello stabilimento di Sestri Ponente”.

L’approvazione del documento è stata salutata dai lavoratori presenti tra il pubblico con un applauso.

LE CRONACHE E I COMMENTI (2) – Questa mattina durante la seduta del Consiglio regionale il Gruppo di Forza Italia, attraverso l’iniziativa di Matteo Rosso e Marco Melgrati, ha chiesto al Presidente Michele Boffa di poter distribuire a tutti i Consiglieri regionali presenti e far indossare loro delle t-shirt con su scritto “Piaggio Aero di Sestri Ponente non si tocca”. Spiegano i due esponenti di Forza Italia: “un gesto di solidarietà e vicinanza nei confronti dei lavoratori che stanno vivendo un momento difficile e che stanno battendosi a difesa di una realtà produttiva strategica per la Liguria e per tutto il Paese”.

La seduta successivamente è stata sospesa per audire i lavoratori della Piaggio ed è stata convocata una riunione dei Capigruppo, alla presenza del Presidente Burlando, per stabilire una strategia comune a tutela del sito produttivo di Sestri Ponente e dei lavoratori. Durante l’incontro è intervenuto il Capogruppo Melgrati che insieme a Rosso ha tenuto a dichiarare la necessità di promuovere un documento da votare in Consiglio regionale: “i lavoratori hanno espresso la necessità di poter contare su un documento unitario di tutta l’Assemblea legislativa regionale – spiega Melgrati – con il quale si metta nero su bianco l’impegno forte di mantenere il sito produttivo di Sestri Ponente”.

“La preoccupazione forte – continuano Melgrati e Rosso – è che se oggi l’azienda dismetterà la realtà produttiva genovese domani potrebbe decidere di farlo anche con Villanova d’Albenga, che sarà il nuovo sito produttivo dopo la dismissione di quello di Finale Ligure. Esiste un accordo di programma sottoscritto nel 2008 che prevede una serie di impegni precisi a partire dal mantenimento dell’insediamento di Sestri Ponente fino ad arrivare ad accordi urbanistici relativamente all’area di Finale Ligure, sui quali tra l’altro la Regione Liguria è competente. A nostro parere l’accordo va rispettato in ogni sua parte perché il rischio è che salti il tappo e alcune inadempienze, che la proprietà vorrebbe unilateralmente mettere in atto, potrebbero costituire motivo di rottura della attività di mediazione che si sta cercando di portare avanti ”.

“Con il documento che noi abbiamo voluto e sottoscritto insieme alle altre forze politiche presenti in Consiglio regionale abbiamo ribadito questi concetti sottolineando il fatto che ci sono tutte le ragioni sociali e produttive per mantenere il sito di Sestri Ponente non solo nel confronto con la proprietà e ma anche con il Governo, il quale deve prendersi l’impegno preciso di salvaguardare lo stabilimento genovese che rientra appieno nell’accordo di programma del 2008”, concludono Melgrati e Rosso.

LE CRONACHE E I COMMENTI (3) – «La caduta in mano araba di un nostro gioiello industriale come Piaggio Aero Industries decreta il totale fallimento del sistema Paese degli ultimi anni che i governi “dalle larghe intese” hanno affossato nella completa assenza di un piano di politica industriale». Così Edoardo Rixi, consigliere regionale della Lega Nord, che questa mattina ha incontrato in Regione la delegazione dei lavoratori di Piaggio Aero Industries.

«Alla situazione drammatica che rischia di mettere in ginocchio centinaia di famiglie genovesi di tecnici e operai dello stabilimento di Sestri Ponente – spiega Rixi – si aggiunge anche la seria prospettiva di mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Infatti, attraverso l’acquisizione dell’oltre 98% del capitale di Piaggio Aero da parte del fondo finanziario di Abu Dhabi Mubadala, in pratica consegnamo sul piatto d’argento i nostri segreti militari, insieme alle teste dei nostri lavoratori».

«Ricordo che il prototipo del drone, che ha già molte commesse anche per il suo impiego in ambito militare in “sistemi d’arma”, oggi, formalmente, non è più di proprietà italiana. Non solo: visto che l’aeroporto di Villanova, secondo l’Enac, non possiede le specifiche per far volare i droni, c’è il forte rischio che le sperimentazioni “decollino” all’estero con il pericolo, concreto, che il drone, pensato e realizzato da cervelli e mani liguri, diventi a tutti gli effetti “made in Abu Dhabi”. Un dubbio inoltre sorge sulla possibile commistione tra la trattativa sul risanamento di Alitalia con l’entrata degli arabi di Ethiad e la cessione di Piaggio al fondo arabo, che, secondo alcune voci che circolano con sempre più insistenza, potrebbe essere il vero finanziatore dell’operazione che coinvolge la nostra compagnia di bandiera».

«A questo punto penso che la nostra Regione debba pretendere rassicurazioni da questo governo, ghiotto di svendite per far quadrare i conti, affinché la vicenda Piaggio non diventi merce di scambio in altri tavoli di trattativa su aziende “bollite”, ma che venga affrontata con serietà e impegno nell’ottica della salvaguardia del know how e dell’eccellenza tecnologica del nostro territorio e di un’azienda sana e in attivo, con potenziali commesse per 190 veivoli da 35 milioni l’uno», conclude Rixi.

LE CRONACHE E I COMMENTI (4) -«L’occupazione dello stabilimento di Piaggio Aero Industries di Sestri Ponente è l’estremo atto di disperazione da parte di centinaia di lavoratori che, complice un governo latitante sulle grandi questioni economiche, rischiano di finire in mezzo alla strada con le loro famiglie» commenta Alfonso Gioia, capogruppo UdC in consiglio comunale a Genova che esprime “solidarietà ai lavoratori coinvolti nella difficile vertenza”.

«La cessione della quasi totalità delle quote azionarie di Piaggio dagli indiani di Tata agli arabi di Mubadala è l’evidente dimostrazione dell’immobilismo del governo Renzi a tutela del know how e delle eccellenze tecnologiche del Made in Italy con un doppio effetto a catena: la perdita di centinaia di posti di lavoro e la messa a rischio della sicurezza del nostro Paese. Ricordo infatti che i droni realizzati negli stabilimenti Piaggio, oggi a tutti gli effetti di proprietà araba, hanno un possibile uso in ambito militare. Ci stupisce e soprattutto ci preoccupa il mancato intervento dei ministeri competenti, quello della genovese Pinotti alla Difesa in primis. Da parte nostra, chiederemo l’intervento del senatore Antonio De Poli per farsi carico di questa difficile situazione creata, ricordo, da anni di miopia politica sul piano industriale. L’operazione di cessione da parte della proprietà italiana è iniziata nel 2006 sotto il governo Prodi, subendo una brusca accelerata sotto Monti e la definitiva cessione della maggioranza dell’azionariato sotto i governi Letta prima e Renzi poi. Rammarica riscontrare che nessuno di questi governi abbia cercato di frenare la progressiva emorragia di azionariato in mano straniera».

«Piaggio Aero ci risulta essere un’azienda in salute, con ampi margini di crescita, un’azienda quindi la cui italianità poteva e doveva essere difesa: sarebbe stato un investimento per il Paese. Purtroppo, se siamo arrivati a questa paradossale quanto drammatica situazione, che rende in pratica quasi impossibile ogni forma di trattativa aziendale, è per la totale assenza di programmazione industriale, assoluta incapacità di valorizzare i gioielli “di famiglia” diventati oggi facile preda degli appetiti stranieri da parte».