Sugar Man, la strana e bella storia di Sixto Rodriguez

di Alfredo Sgarlato – “Sugar man” è il titolo di una canzone incisa da Sixto Rodriguez, cantautore di Detroit, che agli inizi degli anni ’70 incise due album “Cold fact” e “Comin from reality”. La critica lo accolse bene, qualcuno parlò addirittura di nuovo Dylan, sebbene il suo pop venato di soul sia più avvicinabile semmai alla musica di Jackson Browne (altro grande oggi un po’ dimenticato). Eppure i dischi di Rodriguez vendettero pochissimo. Perché? Forse in un’epoca in cui la creatività era così alta, per quanto fosse valido, un cantautore spariva di fronte a Dylan, Neil Young o altri. Oppure, essendo il mercato discografico americano molto caratterizzato etnicamente, i dischi di un musicista di origini messicane finivano nei negozi sbagliati.


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Così Rodriguez lasciò la musica, trovò un lavoro come carpentiere per poi mettere su famiglia, laurearsi e diventare un attivista per i diritti civili molto amato dai concittadini, pur non riuscendo a farsi eleggere sindaco. Ma a volte la realtà è più romanzesca di una commedia di serie B. Rodriguez, sconosciuto in patria, diventa un idolo in Sud Africa. La leggenda narra che una ragazza di Detroit fosse andata a trovare un cugino in quelle lande e gli avesse regalato una cassetta di Sixto. Vero o falso che sia, Rodriguez in Sud Africa diventa un mito.

Le sue canzoni hanno testi molto espliciti: “Sugar man” è, come il “Tambourine man” di Dylan, uno spacciatore, e in altre si parla di sesso e politica come nella terra dell’apartheid sarebbe inimmaginabile. Rodriguez per i sudafricani diventa simbolo di libertà, pare che persino l’attivista Steven Biko fosse un suo fan, i suoi dischi sono osteggiati e vengono venduto graffiati perché i testi non si capiscano bene. Peccato che questi dischi siano copie illegali e Rodriguez non veda una lira. Poiché nessuna sa nulla di lui, sul disco il nome è persino riportato sbagliato, Jesus invece di Sixto, si pensa che sia morto. Addirittura si sparge la leggenda che si sia suicidato in concerto dandosi fuoco.

Due fan estremi, il discografico Stephen Segerman, ribattezzato “Sugar” per il culto di Rodriguez, e il giornalista Craig Bartholomew Strydom si mettono a caccia. Cercano in tutti i suoi testi riferimenti a città, finché scoprono che è originario di Detroit. Creano un sito internet, in cui si imbatte casualmente la figlia Eva. Eva Rodriguez scrive a Segerman, lei conosce quell’uomo, è suo padre, ma forse è meglio che la realtà non prenda il posto del mito. Ma ormai è tardi, Rodriguez è vivo e viene invitato a suonare in Sud Africa. Molti credono che sia un impostore, che forse Rodriguez non è mai esistito, ma quando Sixto si presenta al gruppo spalla e canta le sue canzoni non ci sono dubbi, è lui.

La tournèe è trionfale, ma Rodriguez rimane famoso solo in Sud Africa (e in Nuova Zelanda, qui le cause del suo successo sono ancora sconosciute). Perché tutto il mondo scopra Rodriguez ci vuole un film, “Searching for Sugar Man”, diretto da Malik Bendjelloul nel 2012, premiato in vari festival e poi con l’Oscar. Ora Rodriguez è famoso in tutto il mondo, ha suonato anche in Italia, e i suoi dischi, belli, ben scritti e ben arrangiati, sono stati ristampati. Legalmente.

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1 Commento

  1. l’incredibile storia di Rodriguez si arricchisce di un nuovo,imprevedibile, capitolo. il 13 cm il regista di “Searching for Sugar man” Malik Bendjelloul è stato trovato morto, a quanto pare suicida. aveva 36 anni.

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