Legge taglia tribunali, bocciato il referendum abrogativo; Melgrati: “la democrazia in Italia è finita”

Questa mattina la Corte costituzionale ha dichiarato l’inammissibilità del Martelletto da giudice 01referendum abrogativo promosso da otto consigli regionali, della legge taglia tribunali. A commentare questa decisione uno dei promotori dell’iniziativa referendaria, il capogruppo di Forza Italia Regione Liguria Marco Melgrati, che dichiara: “siamo dispiaciuti ed amareggiati che la democrazia in questo Stato pare sia finita. Otto regioni hanno promosso questo referendum abrogativo che è stato ritenuto inammissibile dalla corte costituzionale, è una vergogna. Un provvedimento di legge fortemente voluto dalla magistratura e per la magistratura, contrario alle esigenze del territorio e a quelle dei cittadini che ha tagliato diversi tribunali minori e sedi distaccate su tutto il territorio del paese, ed in Liguria si parla dei tribunali di Chiavari e Sanremo e delle sedi distaccate di Sarzana, Albenga e Ventimiglia”.

“La legge taglia tribunali infatti colpisce in maniera indiscriminata con tagli lineari senza valutare gli effettivi risparmi o costi che in alcuni casi, come ad esempio Albenga, erano zero per lo Stato. Albenga sarà costretta immediatamente a chiudere la sua sede distaccata del tribunale di Savona visto che l’allora presidente ha ritenuto non opportuno chiedere la deroga così come è accaduto per altri sedi distaccate che verranno chiuse tra due anni.

Altro caso emblematico che tocca da vicino la Liguria è quello relativo al tribunale di Chiavari dove sono stati spesi 15 milioni di euro per realizzare un tribunale nemmeno aperto e già chiuso. Anche Sanremo che a breve dovrà chiudere i battenti rappresenta l’esempio evidente dei gravi disagi che l’organizzazione giudiziaria del territorio e i cittadini dovranno subire visto che tale struttura svolge il 70% del lavoro giudiziario della provincia di Imperia”.

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“Chiediamo ai nostri parlamentari- conclude Melgrati- di perseverare nelle decisioni, che allora ci sembravano il minimo, recentemente assunte dalle commissioni giustizia di camera e senato. Voglio ricordare che per la prima volta nella storia della Repubblica all’unanimità in otto regioni i consigli regionali si erano unanimemente uniti per cancellare una norma ingiusta, la corte purtroppo si è oggi arrogata un diritto che non gli compete, quello di mutilare la democrazia. Il comitato referendario con i delegati delle otto regioni non si arrende: ci riuniremo per verificare quali strumenti mettere in campo per perseguire questo diritto legittimo dei cittadini rappresentati dai delegati votati in consiglio regionali. La democrazia in Italia con la decisione della corte costituzionale è evidentemente finita”.